Ego Filosofia:
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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 12 anno
4° - 1 anno
5° - Dicembre 2006- Gennaio 2007
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PAGINA 2
"L'uomo che dice: "Potrei sbagliarmi, ma..."
in realtà non crede che esista una tale possibilità"
Kin Hubbard
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L’insonnia è creata dai pensieri
Mi sono svegliata di colpo: sono le due.
Non so cosa mi ha destato, io sono qui ad occhi aperti.
Mi alzo, voglio farmi una camomilla: accipicchia ho dimenticato di comprarla.
Qui in cucina cerco di mettere giù quattro righe, voglio capire cosa mi sta succedendo.
L'uccellino è disturbato dalla mia presenza: speriamo che non si metta a gorgheggiare.
Ha capito che è notte: lui deve dormire.
L'orologio segna le tre.
Quante brutte e tristi notizie ho ascoltato ieri alla tv.
Tutto ciò che di bestiale, orrendo, mefitico, l'uomo lo sta esprimendo sia nelle guerre che nel vivere comune quotidiano.
Non esiste più umanità eppure noi siamo l'opera, il disegno di dio più perfetto: mi commuovo e rifiuto con tutte le mie forze questi abissi di cattiveria e malignità.
Se io sono in questo mondo è perché c'è un perché.
Sento impellente il bisogno di conoscermi, di capirmi anche nelle minute pieghe del mio animo affinché questa bestialità che respiro, non riesca a fare breccia in me.
Tumulti di pensieri abbozzati, di cui non vedo l'inizio e la fine, percorrono la mia mente.
Nel silenzio della notte cerco di ritornare in me, l'unico luogo sicuro e perfetto in cui posso ritrovarmi.
Mi viene in mente il libero arbitrio: che grande responsabilità ogni volta che lo esercito con una scelta, che grande presa di coscienza mondiale, se tutti noi prima di decidere qualunque cosa, dalla più banale alla più coinvolgente, ci dicessimo:"Ma se qualcuno mi facesse subire la sua decisione sarei contenta? Se qualcuno mi facesse del male come mi sentirei?".
Invece prospera rigogliosa la pianta dell'egoismo, io solo io.
Non ho nessun diritto di condannarmi, ma ho il dovere verso me stessa di coltivare una nuova pianticella, smantellando tutte le certezze, tutte le sicurezze basate solo sull'egoismo più sfrenato.
Invoco me stessa, io che ho dio dentro di me ma che spesso lo dimentico con una vita superficiale tutto sommato povera.
Scorrono i minuti, c'è più tranquillità, il silenzio ristoratore mi ha aiutato a ritrovarmi.
Ede
Il ciabattino
Ha aggiustato scarpe per tutta la sua vita, il suo negozio era una specie di bazar.
Le mie scarpe?
Alla fine me le dovevo trovare io!
Perché lui non se le ricordava, ma quando le restituiva erano praticamente nuove tornate alla vita.
Nessuna scarpa era da buttare per lui finché c'era la possibilità di aggiustarle.
Le scarpe sono state la sua vita e fino all'ultimo giorno le ha lavorate.
Con amore amava quel lavoro e fino all'ultimo è stato con gli odori che regnavano in quella bottega.
Io lo chiamavo Geppetto perché somigliava molto al papà della favola di Pinocchio, in realtà si chiamava Salvatore Gino ed era l'unico ciabattino del Centro Storico di Moncalieri, se n’è andato in fretta una sera mentre rientrava a casa.
All'improvviso.
Aveva lavorato fino alla fine.... le “sue” scarpe, chissà quanto ha camminato anche con le scarpe degli altri e quanto ha capito della vita degli altri solo da un paio di calzature!
Solo una settimana prima io ero andata nella sua bottega e lui, chissà perché, mi ha confessato certi suoi dolori e parte della sua vita?
Mi aveva detto: "Scusi signora se le ho parlato un po'", ed io ho cercato di tirarlo su, rincuorarlo, dicendogli che artigiani come lui in giro non ce n’erano più…
Chissà.....
Generosa
Tramonto
Tramonto: righe rosa ed arancio in cielo, colori che si trasformano ogni istante, pensieri che si rincorrono, e che nella giornata sono sempre gli stessi.
Ignoranza, immobilità nell'ignoranza, che ti crea la tua prigione.
Prigioniero della tua ignoranza, prigioniero dei pensieri che hai costruito e ci credi, ti sei convinto e ti martellano.
Pensieri che si rincorrono, che dopo un po' cerchi di smorzare e di placare che ti hanno rotto e scocciato.
Pensieri che cambiano, vanno via, ritornano.
Perché sono così incapace di me, perché sono così ignorante e non capisco niente?
Ci sono momenti di stanchezza dove credo che il pensiero si fermi, ma ho capito che non è così.
È solo l'effetto della stanchezza della giornata, ma ogni pensiero occupa ogni spazio della mia mente.
Il pensiero non è un oggetto, ma è presente più di ogni altra cosa.
Gabriella
Stop ai pensieri
Mi sento bene.
Ho imparato a stare con me.
Quando sto con me i pensieri si fermano all'istante e provo un sollievo immediato.
Dal sollievo che provo capisco quanto male mi fa il turbine dei miei pensieri.
Quando penso mi sembra di non essere cosciente.
Non sono presente.
Sono chissà dove, dietro ai pensieri.
Io "credo" di esserci perché intravedo la scena di fondo, ma in realtà è come se vedessi tutto sfocato: guardo, sento, mi muovo, ma se mi chiedessero poi cosa ho visto, cosa ho sentito, cosa ho fatto, rimarrei lì come un'allocca e risponderei incerta:
"Mi sembra di aver visto, mi sembra di aver sentito... mi sembra. Forse ho fatto... ma non ne sono sicura. Ho salato l'acqua della pasta? Boh, non so, devo assaggiarla per dire sì o
no".
E si passano le giornate cosi, inebetiti dai pensieri.
Più si pensa e più ne arrivano.
E guidiamo in mezzo al traffico in questo stato, immersi, sommersi e mai presenti, quando un momento di disattenzione, uno solo, ci può costare la vita.
Ma la cosa più assurda è che poi non ci ricordiamo neppure più quello che esattamente abbiamo pensato, come abbiamo cominciato.
Neppure i pensieri ci ricordiamo più.
Ma questo è vivere?
Basterebbe provare quanto è bello essere presenti a noi stessi, smettendo un attimo di pensare.
Provare per credere.
Ecco che non si vede più tutto sfocato: si vede!
Non si sente soltanto: si può ascoltare!
Puoi sorridere a tuo figlio, puoi amare, puoi dire: "Ecco, io ci
sono". In questo momento sto vivendo.
Rosanna
Bisogni non
compresi
Per colpa di due o tre bisogni cretini e assurdi mi sto causando una sofferenza immane.
Per voler essere sempre di più di quello che sono senza comprendere mi sto creando ansie senza senso.
Per non voler cambiare le mie abitudini di giudizio, di invidia, di non convinzione di me stesso mi sto incatenando da solo.
Per usare troppo la mente e poco il cuore e per i miei enormi sensi di colpa, mi sto togliendo tutta l’energia che ho addosso e mi sto dimenticando di me, ma la sensazione più immediata che mi sovviene è quella che pensare a me stesso possa farmi essere egoista.
Non ho capito o non riesco più a capire la vera differenza tra l’egoismo sano e quello marcio.
La mia mente in questo momento è il bersaglio di tutte le sensazioni e i pensieri negativi e disturbatori che assorbo intorno.
La vita in questo momento è un po’ pesante e faticosa, è un momento così, so che c’è sempre una via d’uscita, se cambia il pensiero, se per farlo cambiare uso l’amore.
Non posso farmi comandare da questo microbo, come ha detto ieri Carla al gruppo, ho provato di nuovo stamattina ma di nuovo sono stato attaccato ferocemente dalla parte negativa, l’ho riconosciuta da una parte e lei è arrivata dall’altra, non mi dà tregua ultimamente.
Danilo
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