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I pensieri. Il fare. Fare meditando sulla mia vita quasi sempre vissuta in superficie, per inerzia, in balia di condizionamenti diventati abitudini. In questi anni di grande instabilità e confusione, dove la paura la fa da padrona. Dove i piccoli gesti di affetto e vicinanza ci sono negati. No alle strette di mano solo gomiti e pugnetti. No agli abbracci, solo pochissimi, rigidi e poi men che meno i baci: con la mascherina e fuori dalla faccia. Ci riduciamo a diventare robot, amorfi, senza sentimenti. Mettiamo la mascherina, che ci copra bene il viso certo, ma copre anche le espressioni, i sorrisi, rimangono solo gli occhi che sono sempre più tristi. Sempre più lontani. L'altro è un potenziale nemico. Così meditando sulla mia tendenza a chiudermi per non soffrire ho visto che cerco di vivere la mia vita e che tutte queste regole non fanno altro che spingermi nella chiusura. Sono molto fortunata, lo so, a riuscire a vedere questo. Questo che mi trascina in uno stato di apatia ma che mi crea ansia e malessere, mi spegne. Ma non devo piangermi addosso. Non sono mai stata una piagnona e non posso cominciare proprio adesso.
GIO |
N.ro: 1Anno: 21Data: 2021.03.16 |