Ego Filosofia:
HOME
IL GIORNALE EGO

leggi il giornale EGO:
numero ZERO

2003:
numero 1
numero 2
numero 3-4
numero 5-6-7
numero 8

2004:
numero 1
numero 2
numero 3
numero 4
numero 5-6-7
numero 8-9-10-11
numero 12

2005:
numero 1-2
numero 3
numero 4
numero 5
numero 6-7-8-9
numero 10
numero 11
numero 12

2006:
numero 2
numero 3
numero 4-5
numero 6-7-8-9
numero 10-11
numero 12 

2007:
numero 1
numero 2
numero 3
numero 4-5-6-7
numero 9-10-11
numero 12

2008:
numero 1
numero 2-3
numero 4-5-6
numero 7

2009:
numero 1
numero 2-8
numero 9

2010:
numero 10

2011:
numero 1
numero 2

2012:
numero 1

2013:
numero 1
numero 2
numero 3

2014:
numero 1
 

 

 

 

NUMERO ZERO - Dicembre 2002

PAGINA 3

 

Il lavoro del prendere coscienza di se stessi fa emergere le capacità inespresse.
Ecco il caso di Giorgio Vighetto, un’azienda nata dal cuore.

LE MIE MANI
(scritta ne 1984)

Mi capita di rado di aver cura delle mie mani. 
Sono sovente rovinate, tagliate, la pelle è secca.
Eppure esse sono il mio capitale, tramite loro io esprimo la maggior parte della mia creatività, esse lavorano e mi danno di che vivere, sono discretamente abili e fanno parte del mio patrimonio di talenti.
 
Ancora una volta scopro di non amare, di non rispettare me stesso come dovrei.
Talvolta, quando esse sono in ordine, pulite, le guardo e mi piacciono, le mie mani…, ma non ho cura di esse. Le lascio che siano come sono, le uso e basta, non ricambio ciò che da loro ottengo. Sono sempre stato ingiusto verso le mie mani, ma voglio cambiare questo atteggiamento, voglio apprezzarle ora e non, come accade sovente, aspettare la mancanza di un dono che possiedo per accorgermi del suo valore.

Giorgio

EVOLVERE
(In questo scritto è sintetizzato il percorso dell’evoluzione di coscienza)

Camminare nella nebbia, 
credere di essere liberi. 
Credere di non essere visti. 
Ma la minima ombra fa paura.
Libertà, libertà dove sei? 
Camminare nella nebbia 
sentirmi coperta dal suo manto umido 
confonderlo con un vestito di luce. 
Che freddo!
 Sole. Sole dove sei? 
Mi devi asciugare. 
Mi devi riscaldare. 
Come ho creduto poter vivere senza di te? 
Solo questo tepore è così bello, 
ma arrivano subito delle nuvole burrascose, 
e tu di nuovo ti nascondi. 
Ma ormai il ricordo di te 
è parte della mia anima. 
Le nubi possono diventare nere
 Il cielo oscurarsi 
scendere la notte, 
ma la luce del vedere 
è ormai nel mio cuore. 

C. O.

UNA ROSA

Nulla si sovrappone tra me ed una rosa,
quando la guardo non esiste altro,
quando la odoro ne colgo l’essenza in profondità 
ne sento l’anima, 
quando null’altro esiste oltre a quello che proviamo
in quell’attimo.
E’ la consapevolezza dell’essere.
Mi sento anch’io 
Parte della rosa 
E la rosa, 
parte di me.

Generosa

I BAMBINI IMPARANO CIO' CHE VIVONO
(Questo scritto è stato appeso ad una parete della saletta d’attesa di un pediatra)

Se il bambino vive criticato impara a condannare
Se vive nell’ostilità, impara ad aggredire. 
Se vive deriso impara la timidezza.
Se vive vergognandosi, impara a sentirsi colpevole.
Se vive trattato con tolleranza impara ad essere paziente.
Se vive nell’incoraggiamento impara la fiducia.
Se vive nell’approvazione, impara ad apprezzare.
Se vive nella lealtà impara la giustizia.
Se vive nella sicurezza, impara ad aver fede.
Se vive volendosi bene, impara a trovare amore ed amicizia nel mondo.

PERCHE'

Solitudine fatta di aria, di nulla, di troppe cose.
Silenzi ed il nulla.
Che motivo ha di essere così tutto quanto?
Nessuno sorride e nulla nelle nostre giornate è lieto, tutto è svolto automaticamente con estremo distacco, senza passione o interesse.
E tutto quanto è estremamente vuoto, pesante e senza significato.
In fondo a pensarci è così perché non si ha più il tempo per guardare il cielo, il sole, un fiore e capire quanto sono belli.
Ogni cosa ha bisogno del suo tempo, ma in questo tempo che cosa sta accadendo?
Perché ogni persona che incontro ha gli occhi spenti, stanchi, delusi e disperati, o ancor peggio rabbiosi ed amari?
Non so il perché di tutto questo, ma certamente ha contagiato tutti come un virus subdolo ed invisibile.
Cosa ci porta alla non–voglia di fare, di creare o di vivere i nostri desideri ed i nostri sogni?
A tutto ciò risposta non si può dare, l’unica cosa che siamo in grado di fare , è osservare ed aspettare, perché è iniziato qualcosa intorno a noi al quale un nome non si può dare.
Prima bisogna capire cos’è. 

Gabriella

 

E G O
Centro Culturale di Ricerca Filosofica

via Reano 1/bis - 10141  Torino
tel. e fax +39 011 3853793 
e-mail  ego@egofilosofia.it 

- Ego ©2002-13

torna alla home page

sali ad inizio pagina