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NUMERO ZERO -
Dicembre 2002
PAGINA 3
Il lavoro del prendere coscienza di se
stessi fa emergere le capacità inespresse.
Ecco il caso di Giorgio Vighetto, un’azienda nata dal cuore.
LE MIE MANI
(scritta ne 1984)
Mi capita di
rado di aver cura delle mie mani.
Sono sovente rovinate, tagliate, la pelle è secca.
Eppure esse sono il mio capitale, tramite loro io esprimo la maggior
parte della mia creatività, esse lavorano e mi danno di che vivere,
sono discretamente abili e fanno parte del mio patrimonio
di talenti.
Ancora una volta scopro di non amare, di non rispettare
me stesso come dovrei.
Talvolta, quando esse sono in ordine, pulite, le guardo
e mi piacciono, le mie mani…, ma non ho cura di esse. Le lascio che
siano come sono, le uso e basta, non ricambio ciò che da loro ottengo.
Sono sempre stato ingiusto verso le mie mani, ma voglio cambiare questo
atteggiamento, voglio apprezzarle ora e non, come accade sovente,
aspettare la mancanza di un dono che possiedo per accorgermi del suo valore.
Giorgio
EVOLVERE
(In questo scritto è sintetizzato il percorso
dell’evoluzione di coscienza)
Camminare nella
nebbia,
credere di essere liberi.
Credere di non essere visti.
Ma la minima ombra fa paura.
Libertà, libertà dove sei?
Camminare nella nebbia
sentirmi coperta dal suo manto umido
confonderlo con un vestito di luce.
Che freddo!
Sole. Sole dove sei?
Mi devi asciugare.
Mi devi riscaldare.
Come ho creduto poter vivere senza di te?
Solo questo tepore è così bello,
ma arrivano subito delle nuvole burrascose,
e tu di nuovo ti nascondi.
Ma ormai il ricordo di te
è parte della mia anima.
Le nubi possono diventare nere
Il cielo oscurarsi
scendere la notte,
ma la luce del vedere
è ormai nel mio cuore.
C. O.
UNA ROSA
Nulla si
sovrappone tra me ed una rosa,
quando la guardo non esiste altro,
quando la odoro ne colgo l’essenza in profondità
ne sento l’anima,
quando null’altro esiste oltre a quello che proviamo
in quell’attimo.
E’ la consapevolezza dell’essere.
Mi sento anch’io
Parte della rosa
E la rosa,
parte di me.
Generosa
I BAMBINI
IMPARANO CIO' CHE VIVONO
(Questo scritto è stato appeso ad una parete
della saletta d’attesa di un pediatra)
Se il bambino
vive criticato impara a condannare
Se vive nell’ostilità, impara ad aggredire.
Se vive deriso impara la timidezza.
Se vive vergognandosi, impara a sentirsi colpevole.
Se vive trattato con tolleranza impara ad essere
paziente.
Se vive nell’incoraggiamento impara la fiducia.
Se vive nell’approvazione, impara ad apprezzare.
Se vive nella lealtà impara la giustizia.
Se vive nella sicurezza, impara ad aver fede.
Se vive volendosi bene, impara a trovare amore ed
amicizia nel mondo.
PERCHE'
Solitudine fatta
di aria, di nulla, di troppe cose.
Silenzi ed il nulla.
Che motivo ha di essere così tutto quanto?
Nessuno sorride e nulla nelle nostre giornate è lieto, tutto è svolto
automaticamente con estremo distacco, senza
passione o interesse.
E tutto quanto è estremamente vuoto, pesante e senza significato.
In fondo a pensarci è così perché non si ha più il tempo per
guardare il cielo, il sole, un fiore e capire quanto sono belli.
Ogni cosa ha bisogno del suo tempo, ma in questo tempo
che cosa sta accadendo?
Perché ogni persona che incontro ha gli occhi spenti, stanchi, delusi e
disperati, o ancor peggio rabbiosi ed amari?
Non so il perché di tutto questo, ma certamente ha contagiato tutti
come un virus subdolo ed invisibile.
Cosa ci porta alla non–voglia di fare, di creare o di
vivere i nostri desideri ed i nostri sogni?
A tutto ciò risposta non si può dare, l’unica cosa che siamo in
grado di fare , è osservare ed aspettare, perché è iniziato qualcosa
intorno a noi al quale un nome non si può dare.
Prima bisogna capire cos’è.
Gabriella
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