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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 2 - anno 12° - Agosto
2013
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PAGINA 1
"Se quelli che dicono male di me sapessero quel che penso di loro,
direbbero peggio"
Sacha Guitr
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Espansione di
coscienza
questo è il vero senso
della vita
di Carla Orfano De Rolandis
Perché mai si dovrebbe parlare di coscienza e di memoria in questo periodo storico nel quale l’umanità sta vivendo, travolta da una situazione economica che nessuno capisce?
Dopo migliaia di anni si inizia a comprendere solo ora la vera saggezza dei classici, e si va a riscoprire la profondità di Socrate, il quale faceva sempre esempi di vita pratica.
Socrate aveva compreso bene la coscienza e la memoria (i grandi esistono ancora perché
non sono mai stati completamente compresi).
Tutta l’evoluzione di una persona avviene attraverso la coscienza.
La coscienza è la capacità di espansione che si può provare nel guardare, nel sentire, nell’amare.
E’ l’energia che non ha forma, ma sostiene la forma.
E’ l’espansione di quando non capiamo una situazione e con il tempo la si è comprende nel modo migliore, più vera.
Per spiegare meglio l’ “espansione di coscienza” posso raccontare un episodio accaduto pochi giorni fa.
La scorsa settimana mi telefona un amico che frequenta la nostra associazione di filosofia “Ego”.
Mi dice:“Mia madre sta morendo. I medici le hanno dato quattro o cinque ore di vita”.
Nel mio pensiero è apparsa la storia di Peppino Caré, esistente nella mia memoria, per il lavoro di comprensione fatto con lui nei confronti di sua madre.
La mia risposta è uscita spontanea:“Pensa, Peppino, tua mamma porta nella sua memoria tutti gli abbracci che tu le hai dato!”.
Per comprendere meglio l’accaduto è necessario fare un passo indietro.
Peppino ha cinque fratelli. La sua è una famiglia numerosa, come si usava tempo addietro. I genitori dovevano pensare all’enorme lavoro quotidiano. Ed avevano poco tempo per giocare con la prole, nessuno pensava che i bambini hanno bisogno di tenerezze. La preoccupazione maggiore era dar loro cibo e vestiario. Per molti genitori questo è stato il modo di amare i loro figlioli: un grande amore esclusivamente pratico. Ma per quei tempi era giusto così.
Ciò non toglie che ogni essere umano abbia, nel suo profondo animo, il desiderio di un qualche cosa che dia gioia ed immensa serenità.
In uno degli incontri dedicati alla ricerca interiore un giorno Peppino si confidò:“Sai Carla, io non ho mai abbracciato mia madre, c’è una forma di timidezza. Ora il mio cuore sente questo bisogno! Ma non so come fare. Come compiere il primo
passo?”.
Gli risposi:“Quando andrai da lei, inizia a salutarla con spontaneo affetto, e poi, piano piano, le passi vicino, e le sfiori un braccio, le sorridi. Falle gli auguri, per
qualcosa”.
E così avvenne, per circa un anno. Peppino non viveva più la mamma con abitudine, intendo “da incosciente”, ma la vedeva nella sua realtà”. Le loro coscienze si stavano incontrando. Ed un giorno accadde il grande abbraccio.
Il fratello maggiore, che vide la scena, scoppiò a piangere. E rivolto a Peppino gli chiese come fosse
riuscito a stringere a sé la mamma:“Dimmi come ti è riuscito a buttare le braccia al collo alla mamma.
Insegnamelo” ribadì il fratello.
E Peppino, consapevole di aver imparato l’arte di amare la mamma, la insegnò al fratello. E nel tempo tutti e tre si abbracciarono.
Purtroppo, come avevano diagnosticato i medici, la mamma di Peppino è mancata. Essa ha portato nell’aldilà
una coscienza ed una memoria piena di amore, di affetti e di abbracci.
Questa è una “espansione di coscienza”, vivere e comprendere tutte le capacità che l’uomo ha in sé per poter evolvere.
I tempi del consumismo hanno relegato l’amore come gesto di sesso, l'amore è molto di più.
Ci sono tutti i colori dell'arcobaleno.
L’amore si può conoscere in tutte le sue sfumature solo attraverso una vera “espansione di coscienza”.
Ripeto la risposta data al caro amico Peppino:“Pensa quanti abbracci si è portata nella memoria la tua mamma. Questo è il vero senso della vita. Il giusto
percorso”.
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