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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 4 - anno
3° - Aprile 2005
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PAGINA 3
"Amicizia che cessa non fu mai
vera"
Pietro Aretino
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La mia pensione
L'aspettativa.
Sono in pensione e mi hanno dato l'aspettativa!
Ma la nostra aspettativa non è quella cosa lì!
Noi ci aspettiamo cose che sentiamo indispensabili; tanto riteniamo siano importanti per la nostra vita, e giù un'interminabile elenco: vogliamo comprensione, amore, condivisione, perdono, denaro, potere, riconoscenza, ecc. ecc.
Tutte cose che sono importanti perché non le hai, ma che, una volta ottenute, perdono in qualche modo la loro valenza (mi raccomando! per cercarla non andate a Casale Monferrato per poi girare a destra!).
La comprensione la vuoi quando ti manca, ma se qualcuno te la dà sei poi tu ad essere riluttante!
L'amore che tutti cerchiamo è quando lo vuoi dagli altri; ma come sei tu quando qualcuno ti ama? te lo dico io caro Caino d'un Abele!
Ti piace calpestare la povera malcapitata tanto che vorresti farti fotografare come ad un safari con la povera antilope esanime ai tuoi piedi.
Ma dove sta quella tua millantata pietà, la tua sensibilità! te lo dico io !
Non l' hai mai avuta!
E qui bisogna essere chiari!
Sei una carogna proprio come dici di lei o di lui perché meglio precisare che non è questione di sesso debole o di sesso forte.
Siamo tutti uguali!
E qui bisogna riflettere.
C'è l' hai dentro o alla fine è solo la vendetta di Jago?
Vorrei non rispondere e lasciare una porta aperta alle vostre risposte e alla fantasia delle favole ma alla fine dico che l'amore che si vive non è altro che possesso, dominio, noia, strangolamento (nel senso che prima o poi qualcuno finisce pure strangolato sul serio).
Che strano... senti quando ti strangolano ma non senti quando lo fai tu! allora non ti lamentare!
Alla fine vi dico: in giro non c'è posto per la pietà ma per fortuna c'è n' è per tutti, nel senso che.....uno che ci vendica c'è sempre!!
Forse...... anzi, senza forse, la ricerca interiore qui ti viene in aiuto!
Se comprendi il rispetto butti via il laccio.
Se comprendi il rispetto non fai del male ad un altro e cerchi di regalargli un momento di vera
condivisione.
In fondo è solo di un abbraccio che tutti abbiamo bisogno!
Prometti Giuda che domani ti ricorderai di queste parole!
Sì!
Lo giuro!
Piero
Maschere
Ho fatto un sogno.
Vedevo un grande ballo dove tutti gli invitati che danzavano avevano maschere di cartapesta al posto del capo.
Era impressionante!
Già, le maschere, le maschere che tutti abbiamo ogni giorno, quando non siamo mai noi stessi!
La vita è la nostra danza, è la nostra continua recita.
Ogni tanto la situazione ci sfugge di mano, sbagliamo qualche passo, le reazioni ci fanno uscire allo scoperto, ma subito riprendiamo il ballo e ci caliamo ben bene nella nostra maschera abituale.
È il nostro "ballo in maschera"!
Luigina
L' "io" non
vuole mai avere torto
Io e Rita chiacchieriamo intensamente, la bocca ha assaporato un caffè ed io sono certa di aver messo il dito proprio sul pulsante 3, quello che ci porta al piano giusto, quello della chirurgia dal quale prima siamo scesi.
Avevo pensato di portare alla suora un mazzo di fiori per la madonnina che c'è proprio lì davanti alla porta dell'ascensore: i fiori rosa erano ormai appassiti e glieli avrei portati con il cuore.
La porta dell'ascensore si spalanca.
Scendiamo.
Che strano, guarda c'è un mazzo di rose davanti alla madonna, mi hanno rubato l'idea, farò altro.
Strano, dieci minuti prima non c'erano!
Proseguiamo nel corridoio: fiori qua e là fuori dalle stanze.
Certo li hanno messi fuori perché tolgono l'ossigeno o intestano con il loro profumo.
Sono belli però, composizioni varie e alcune o rosa o azzurre.
Strano, non le avevo mai viste.
Ci saranno dei motivi.
No, c'è un fiocco azzurro!
Un fiocco?
Già, ma allora dove siamo?
Al piano 5, al piano maternità!
L'io non vuole mai avere torto, la mente accomodava tutto, a tutto c'era un perché, a tutto un motivo, tutto secondo le regole dell'io.
L'io non si mette mai in dubbio neanche nelle piccole cose banali, figuriamoci poi quando incontra altri mondi totalmente diversi dal suo e che gli cozzano contro!
Era semplice, ho confuso il 3 con il 5 e non mi sono neanche accorta che la madonnina era totalmente diversa da quella del piano 3, talmente ero intenta a farmi una giustificazione di ogni cosa, senza vedere quello che avevo davanti.
Abbiamo riso insieme di questa presunzione e via ritornate al piano 3 dove è bello portare un mazzolino di fiori di gratitudine.
Luigina
Un po' di depressione
Quest'inverno è stato un inverno di materiale organico di rifiuto.
Sarà che ho smesso di lavorare, sarà per il freddo incessante e che ancora adesso a marzo si fa sentire ma mi sto annoiando.
Per fortuna ho sempre il mio passato non passato e i miei bisogni da pensare per cui mi dico meno male che mi state ancora fra i
piedi.
Pensate come sarei senza di loro.
Ve lo dico io!
Schizzato per la noia.
Adesso sto pensando di fare un viaggetto e se non altro sono impegnato a predisporre il progetto.
Speriamo però che questa volta la parte negativa resti a casa.
Sto proprio pensando a come vincere la mia ansia, il mio non vivere il presente e la mia paura di morire lontano da casa.
Ci voglio provare (non di morire fuori casa!).
Voglio provare ad essere cosciente.
Speriamo bene; con me porterò carta e penna per poter scrivere le mie emozioni e le mie
sensazioni... un modo per tener desto il mio spirito, il mio grande spirito.
Mi raccomando non perdete il prossimo numero!
Ci sarà la storia del viaggio o.... il mio necrologio!
Piero
Realtà: la mia mamma
Ho toccato con tutti i miei sensi le realtà che vivono gli anziani in un ospedale o convalescenziario.
Sensazioni brutte, gente che vegeta e aspetta la sua ora, alcuni con serenità altri malamente.
I miei occhi e le mie orecchie hanno visto e sentito, il mio odorato ha annusato odori strani, la mia pelle ha avuto vibrazioni.
Tutto è entrato e uscito da me, realtà viste, ma che non mi appartengono.
Vedo mia madre, anche lei sofferente, ma battagliera, sempre scontenta e sempre più amareggiata.
La guardo, la sento e vedo in lei una donna che ha sempre vissuto nella sua insoddisfazione, nel suo tempo programmato alle aspettative, che mai le sono arrivate e ora le delusioni, forti e che la piegano sempre più.
Le mie reazioni su di lei a volte sono di rabbia, la vorrei vedere un po' più dolce,
(ma non ne è capace), di tenerezza, la porterei in braccio (ma dove?!?!); poi mi guardo e mi dico: "E' la sua vita, l'ha vissuta come ha voluto e come ha potuto e nulla posso fare io se non starle accanto (se ne ha bisogno), ma senza dimenticarmi e nell'essenza dei suoi comportamenti, ricordarmi che è la MIA
MAMMA!".
Gene
Lacrime che si
riconoscono
Trova il modo di perdonarti, di riempire le tue mani con il tuo viso, dove ci sono le lacrime del tuo perdono, l'unico vero perdono che puoi chiedere è verso te stesso, il mondo non potrà mai conoscere il dolore che hai provato, te lo sei portato dentro da sempre, è sempre stato lì e non l' hai mai visto; quando ti liberi del tuo peso, della tua angoscia, delle tue condanne, escono lacrime, lacrime da dentro che non sono di dolore, ma sono le lacrime che riconoscono quanto male ti sei fatto fino ad oggi.
Ti liberi dal peso della tua condanna e ti prendi per mano per continuare il tuo cammino verso la libertà.
(Ora puoi danzare, perché ti senti più leggera)
Gabriella
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