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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 4 - anno
3° - Aprile 2005
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PAGINA 5
"Ciò che conta non è la felicità
di tutti, ma quella di ciascuno"
Ivan Sergeevic Turgenev
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ARTE & CULTURA
Esplosive e sgargianti
"finestre"
di Manuela Panero
Proprio come accade ai fanciulli, ci accostiamo sorpresi, quasi increduli alle ultime opere di Manuela Panero.
Giovanissima, ma non meno brava, la pittrice ci propone una serie di originalissime intuizioni astratte pregne di stupore per l'incanto del calore cromatico.
Si tratta di tele che dichiarano con evidenza immediata il superamento della fase figurativa, autentiche pulsioni vitali generate dalla ricerca di soluzioni personali, strutturate attraverso un segno di impianto geometrizzante che, in alcuni casi, riproduce una sorta di finestre che consentono l'inserimento di immagini figurali in trasparenza.
Attratta dall'universo tridimensionale e dotata di una forza interna in progresso, Manuela inserisce in ognuna delle
"finestre" o "scatole chiuse" sorprendenti opzioni: piccoli mondi ricolmi di enigmi iconici, connotati da cromatismi esplosivi e sgargianti e da sottigliezze monocrome.
Si direbbe che l'approdo a formulazioni astratte possa attribuirsi ad una sorta di ricerca appassionata di libertà e di reinvenzione dei valori che maggiormente contano.
Si avverte, insomma, a dispetto delle regole, una sorta di ordine corrispondente all'esuberanza fresca e luminosa che si ispira ad una riflessione esistenziale positiva.
Elisa
Bergamino
Renoir, Lezione di piano
A Bergamo: Cézanne e
Renoir
Sino al 3 luglio 2005 è allestita a Bergamo una straordinaria mostra dedicata a due maestri dell'Impressionismo, Paul Cézanne ed Auguste Renoir.
Sono 32 dipinti della collezione Paul Guillaume, che vanno dal 1873 al 1892.
Nell'esposizione che si tiene all' "Accademia Carrara", saranno presenti inoltre due tele di Picasso e di Matisse.
L'Impressionismo , come è noto , nacque come nuova filosofia di espressione artistica, in contrasto col barocco ed il rococò, che a loro volta si erano opposte al classicismo del 1600-1700.
Basata, come dice il nome, sull'impressione che un evento esercita sull'artista, non fu subito apprezzato, tanto che pittori di questa corrente oggi ricercatissimi, come Modigliani, vendevano allora le loro tele ad un valore corrispondente ai nostri 20 euro.
E' stata un'espressione d'arte, pertanto, che ebbe per progetto l'evocazione diretta delle sensazioni, durevoli o no, provate dal pittore creatore della tela.
Il termine apparve per la prima volta nel 1874, sul giornale satirico Le Chiavari, in un articolo di Louis Leroy, che derivò la parola dal titolo di un quadro di Claude Monet: Impression, soleil levant, esposto alla mostra privata apertasi a Parigi il 15 aprile di quell'anno.
La "Società Anonima di Pittori, Scultori e Incisori" che aveva organizzato l'esposizione era costituita da artisti rifiutati dal Salon ufficiale: Pissarro, Monet, Sisley, Degas, Renoir, Cézanne.
Da notare che negli anni appena precedenti il 1870, l'impressionismo alludeva alla tecnica basata sulla scomposizione del colore, con un solo elemento della realtà, la luce, divenuta principio di stile.
Ben presto questa nuova capacità espressiva, passò dal settore artistico alla letteratura ed alla filosofia.
Ma la corrente culturale che più ne seguì il pensiero, fu la musica con le opere di Debussy come maggiore esponente.
Per gustare appieno i quadri impressionisti, l'osservatore si deve porre ad una certa distanza dalla tela, la quale deve essere bene illuminata, proprio per poter esaltare quel valore fondamentale rappresentato dalla luce.
E' importante a tal proposito rimarcare che gli artisti di questa corrente hanno voluto segnare con un tratto informe il loro disegno accostandone i colori, ma senza dare limitazioni precise.
In tal modo l'occhio dell'osservatore ricompone l'immagine a misura della personalità di chi guarda, per questo motivo tali opere suscitano sempre sensibili e profonde emozioni.
Il loro forte carico espressivo e la capacità che rivelano nel comunicare particolari emozioni rimangono inalterate nel tempo riproponendo in ogni condizione il sentimento stesso provato dall'artista nel momento in cui le hanno create.
C. O.
Çezanne, Il bevitore.
LIBRI
L'enigma dei nove
castelli
"La Sindone ed il Sacro Graal, sono la stessa cosa.
L'equivoco è avvenuto durante la trascrizione dei primi manoscritti, quando, dopo il sacco di Costantinopoli, i Templari salvarono il telo che aveva avvolto il corpo di Cristo deposto dalla croce".
Lo sostiene in un meticoloso studio lo scrittore Andrea Guenna nel suo libro "L'enigma dei Nove castelli" , un trattato saggistico sulla presenza dei Templari in Piemonte, con l'autorevole prefazione dello storico Aldo A. Mola.
"Nulla di fantascienza - precisa Guenna - basta leggere ciò che avvenne dopo il 1353 per comprendere il grande errore di interpretazione diventato leggenda.
Nel medioevo nessuno parlava della coppa del Santo Gral, ma su tale argomento c'era solo la Sindone "un lino che, avvolto il corpo di Cristo, ne aveva raccolto l'ultimo sangue".
Così è scritto nei Vangeli e nei documenti del filosofo Giuseppe Flavio". Guenna documenti alla mano è preciso.
Il prezioso telo era stato conservato per diversi secoli ad Edessa, e poi a Costantinopoli, fu salvato dai Templari quando la città fu data alle fiamme.
I cavalieri crociati, giunti per mare a Genova nascosero la Sindone nell'entroterra, a Fraschetta, nei pressi di Alessandria.
La storia è stata raccontato in una serie di affreschi in una chiesetta di Novi Ligure, tra via Cavalla e via Gramsci, oggi devastata dall'incuria.
"Il nome di Sacro Graal - spiega ancora Guenna - fu una deformazione di come gli occitani chiamavano la Sindone, purpurea, per il sangue che aveva raccolto: "Sang Royal" "sangue del Signore".
Le deformazioni linguistiche sono note, il popolo la chiamò "sangruajàl" prima e poi "san grual"
Di qui, San Graal."
E come mai venne conservata alla Fraschetta?
"La storia rivela un aspetto intrigante, dal 1200 al 1300 il medio oriente era retto da piemontesi, dal Re di Cipro a quello di Gerusalemme erano tutti piemontesi: i Lusigniano, i Brienne, i Baliano, i Del Vasto, i Paleologi, persino Corrado figlio di Violante del Monferrato lo troviamo lì.
Nei boschi della Fraschetta allora vi era il castello dei templari, gli stessi che fondarono Alessandria".
Gabriella
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