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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 14 - anno
4° - Febbraio 2006
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PAGINA 4
"Niente è più
misero eppur più superbo dell'uomo"
Plinio
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Comprendere
me
Comprendere me ed è tutto più chiaro.
Tutto acquista più significato.
Tutto ha un senso.
Vedere le cose per non stare al buio.
E la luce piano piano si fa sempre più calda.
Vedere me, i miei modi, il loro motivo, la loro ragion d’essere.
Questo mi aiuta a comprendermi.
Così come sono c’è un motivo.
Tagliare le catene.
Costruirmi la mia vita, pezzo per pezzo, conoscendo ogni pezzo.
Mi dà la mia identità, quella fin ora sopita, quella fin ora non conosciuta.
Quella fin ora coperta dalle cose apprese, dalle cose assorbite, dall’abitudine a vivere così senza saperne il perché.
Comprendere il perché mi dà un senso a tutto quello che ho vissuto.
Ognuno ha il suo pezzo di verità.
E’ solo un pezzo, perché se fosse totale non ci sarebbero più litigi e incomprensioni.
Comprendere che ognuno ha il suo pezzo di verità.
E’ tutto più chiaro e io vado avanti con più comprensione e più comprendi, meno giudichi.
Giudichi quando non capisci, quando non vedi e se non senti battere il tuo cuore non puoi comprendere.
Guardare me, osservare me, darmi amore, comprendere la mia esistenza.
E’ l’apertura a tutto il resto.
Stefania Pomi
Il giudizio
Rientrare dentro sempre più all'interno, squarcio del cielo, come ombre o nuvole scure che se ne sono andate, che basta soffiarci sopra e si dileguano, vanno via.
Pensiero più leggero, come essere uscito da un tunnel che non si vedeva l'uscita, e quando meno te lo aspetti, il cambiamento, la trasformazione, come affacciarsi ad una nuova vita.
Giudizio subito per lungo tempo che ora so, non me ne importa più nulla e mi fa sorridere e mi viene da pensare per quanto tempo inutile gli ho dato importanza, per quanto tempo sprecato l'ho considerato.
E adesso?
Adesso si ricomincia, da ogni situazione si può e si deve imparare, si deve uscire dal tunnel e ti accorgi che ero solo io a non vedere l'uscita, perché questa già c'era.
Il giudizio fatto in modo distruttivo mi risucchia, mi toglie energia, mi fagocita e ne resto intrappolata.
Ora è come essermi tolta un peso dallo stomaco, come sentirsi più leggeri, più lievi, pronti ad una nuova semina, a nuovi percorsi, che quando cambi o togli delle vecchie abitudini, la vita ti propone qualcosa di nuovo, qualcosa di fresco e più pulito, che prima non pensavi potesse essere così.
Uscire dal tunnel dei pensieri pesanti come pietre, che ora butto via e si cammina più leggeri, più lievi, affacciandosi ad un nuovo giorno della vita.
G. P.
Un dono
I colori del sogno sono vivi dentro di me: piccole rose rosse spuntano dal terreno e, nonostante il gelo, fioriscono.
Mio Dio ti ringrazio, non il gelo del terreno è un impedimento per l’amore, esso può sbocciare comunque!
E’ difficile amare chi ti odia, cerchi di comprenderlo ma dentro a volte c’è qualcosa che si ribella, vorrebbe fargliela pagare, vendicarsi.
Chi ti sta davanti è una creatura piena di dolore molto più di te e che fa finta di non averne, il che è peggio, meglio esserne coscienti.
L’altro non può essere diverso, se non fa nulla per comprendere.
Ma io che ho visto le rose come faccio a non cambiare?
Come faccio a non coltivare nel cuore, un po’ schiacciato dal gelo delle parole e dagli atteggiamenti, quei boccioli rossi, quella fiamma viva che ti fa sentire diverso, che ti spinge verso una comprensione che è veramente umana, dove non c’è più giudizio, invidia e rabbia alcuna?
Mio Dio ti ringrazio ancora per le tue rose e le rivedo, i miei sensi le riportano dentro, i miei occhi interiori le rivedono quelle immagini e le rose erano senza spine, belle diritte, di un vivo color porpora e piene di piccoli boccioli da coltivare e l’acqua del mio annaffiatoio blu era il loro ristoro e la loro crescita.
Chissà quante ricadute nel gelo farò e le rose vacilleranno e dimenticherò il sogno mio, ma spero di poterle coltivare ancora e sempre, anche se con alti e bassi e ruggini e parassiti vari, ma che vivano e non muoiano mai.
A te Carla le offro con un grande Buon Anno!
Grazie mio scrivere, sei uno squarcio dell’anima mia.
Luigina
Ristrutturazione
Il mio balcone è splendidamente ristrutturato, gli operai hanno fatto un bel lavoro, mosaico nuovo, marmo di finitura, tinteggiature varie di ringhiera e soffitti.
E’ bello ma freddo, mancano i fiori e le piante verdi, la vita.
Non riesco più ad immaginare un balcone così spoglio, non mi rappresenta più, ora: provvederò al più presto a dargli un movimento di vita e di bellezza, che il mio risveglio mattutino sia un gloria a Dio per le meraviglie che ci ha donato.
Se mi volto indietro, rivedo gli anni nei quali i vasi di fiori per me erano solo un impiccio a cui badare, un lavoro in più e non ne vedevo questa bellezza che ora cerco.
Ero cieca e sorda al mondo, vivevo senza vivere veramente la vita, mi affannavo a fare e fare senza gustare i frutti del mio lavoro, avevo una casa non male, ma fredda come il mio balcone spoglio di vita.
Il calore non si può né inventare né copiare, avviene man mano che si fa un cammino e così è avvenuto dentro di me.
Oggi i fiori non solo li desidero, ma ne sento i palpiti della crescita, ne sento il linguaggio, l’espressione più grande e più profonda.
L. A.
Il passato ed il
presente
Le aspettative, le mie, il più delle volte ampliate da tutto ciò che mi arriva dall’esterno.
Se la mia aspettativa più grande riguarda la famiglia, il comunicare, il condividere, ebbene stai sicura che questo mio desiderio viene ampliato a dismisura dalla pubblicità.
Quelle scenette così accattivanti, così tenere di famiglia felice, ma vanno dritte al cuore: senza quasi accorgermene entro nella fantasia, eludendo la realtà.
Tutto questo mi porta ad un’infelicità, ad una sofferenza, frustrazione, rabbia.
Ho notato questo mio stato d’animo peggiorare durante il periodo festivo; la mia realtà non era un caldo luccichio di candele, canti natalizi, albero di natale addobbato in modo sfarzoso.
Alto là: rifletti ed osserva!
E mi sono osservata nel mio ripetere, nel mio inoltrami su una strada di infelicità, lastricata di invidia e piena di rancore.
All’improvviso qualcosa mi ha svegliato.
Ma la famiglia, la mia, dov’era finita?
Io la vedevo lontana ed invece era ad un metro da me.
Un risveglio di piccole cose, del camino acceso, della tavola preparata, la condivisione di un abbraccio tanto sospirato e realizzato.
Ho capito che la mia felicità come la mia infelicità dipendono solo dal mio modo di vedere ed affrontare la vita.
Ede
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