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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 1-2 - anno 3° - Gennaio-Febbraio 2005

PAGINA 6

"Una sola cosa non può fare Dio:  disfare il passato"
Agatone

Freddo

Quante voglie di fare cose, a me piacevoli…come adornare la casa, circondarmi di bei quadri e colori…
Sento che è la casa la cosa che mi piace di più. Vendere e comperare, è invece il mio lavoro. Mi piacerebbe avere molte cose da vendere ed anche potermi circondare di queste: invece non sono molto tagliato per certe cose, tipo i traslochi, oppure fare aggiustare la cucina, comunque cercherò di fare anche questo.
Sento che vi sono dei momenti durante il giorno nei quali avverto una spinta che mi invade tutto il corpo. 
Io lo identifico come un desiderio di amare: una forza che si vuole esprimere, che vuole uscire. Penso di voler consumare un po' questa energia, per essere più libero…. Ho ripreso a fumare regolarmente. Ma! Siamo in aprile, ma le giornate sono fredde e le cose non vanno proprio come vorrei: mi accorgo che parlo sempre troppo con la gente, parlo di cose che effettivamente non riguardano loro, ma interessano solo me. E questo succede spesso. Ad esempio un appuntamento non viene rispettato: la cosa mi spiace, e mi sento in collera con l'altra persona. Non so se sia questo che mi capita.. ma mi pare di sentirmi perso, e non sapere che cosa fare per riempire il vuoto… Ad ogni modo da tre o quattro giorni sto meglio, perché cerco di non lasciar prendere piede al non fare. Se non ho nulla da fare mi invento qualcosa.
Scrivere un po', quando uno meno se lo aspetta, poi succede che veramente nascono delle cose reali, concrete, che danno un presente, e costruiscono e portano verso un futuro ricco di vita ed allontanano i pensieri della morte.
È un mese che non scrivo, e mi pare molto di più. Molte cose mi passano per la testa, a volte sono domande che non hanno quel senso che sembrano di avere. Questa sera osservavo la mia difficoltà a seguire gli scritti quando venivano letti ad alta voce, e cercavo di osservare dove andavo con la mente in quei momenti. Vi erano sensazioni e pensieri che forse erano legati alla situazione, o ancora meglio a ciò che veniva letto. Quando stavo per uscire ho notato per un attimo che nei miei pensieri vi è un susseguirsi di passato, di presente e di futuro, cioè a volte a qualche cosa che mi riporta a cose avvenute in passato od a progetti per il futuro. 
Paura di rimanere solo, sentirsi perso, aggrapparsi a tutto quello che c'è attorno a me alla sera, e sentire di essere ingabbiato, e non poter fare niente, e scrivere, scrivere per vedere meglio ciò che sento e cercare di capire il motivo dell'indecisione della parola, capire perché non mi sembra così facile, semplice, che basta scriverlo per farlo. O forse non ho capito un bel niente, questi di sicuro sono pensieri negativi.
Quanta voglia c'è in me di chiarezza, di semplicità nei movimenti e di puro slancio ed invece mi rendo conto di aver costruito dei muri attorno a me, ed ogni volta che provo questi impulsi non arrivano neanche alla realizzazione del mio pensiero.
Ora mi pare di farla troppo complicata, ma per usare una frase fatta Dio solo sa quanto ardore è sepolto in me.

Ivano

 

Io

Io posso fare le cose,
posso fare tutto,
i limiti li ho messi io,
ci ho creduto e loro sono diventata io.
Perché continuare a credere ancora che esistono,
perché continuo a rimanerci appiccicata
e non me li stacco di dosso?
Ecco la mia ignoranza,
ecco la mia non conoscenza di me.
E' il credere in qualcosa di me.....
E' il credere in qualcosa che ho assorbito
e costruito lentamente
e mi sono ingabbiata da sola e sono caduta
nella trappola
di credere che quella gabbia sia vera
E come posso farmi tutto questo?
Vuol dire che non mi amo.
Ma continuare sulla strada è importante,
più mi osservo e mi conosco,
più mi incontro e trovo la forza di credere in me.

Gabriella

Il filo del ragno

Un piccolo ragno appeso alla sua ragnatela lo guardo, dondola ad ogni alito d'aria. Basterebbe un mio gesto verso di lui e il suo sostegno crollerebbe, tutto il suo lavoro, la sua sicurezza finirebbe in un soffio. Ho sempre detestato i ragni!
Il gesto che molte volte facevo scacciandolo come fosse la cosa più naturale, come se cancellandolo dalla mia vista, il ribrezzo per quell' animaletto sparisse.
Oggi no! Oggi quel ragno appeso ad un sottilissimo filo che dondola sicuro nella sua ragnatela ignaro di ciò che gli potrebbe succedere……..sono io. 
Siamo noi, sono io, presuntuosa ed egoista e anche un po' invidiosa!
Quel filo è la nostra vita che in un attimo può finire.
In una frazione di secondo, a migliaia di persone un'onda ha spezzato quella ragnatela. In un giorno felice, in vacanza dove i pensieri negativi, le malinconie non avevano spazio. Tutto era perfetto, la méta tanto desiderata in compagnia di persone care. Tutto ciò finito, spezzato in un alito d'aria come un ragno nella sua ragnatela. Oggi ho la consapevolezza di quanto siamo fragili e di come non sappiamo apprezzare ciò che abbiamo. Quale dono meraviglioso è la nostra vita!
La sporchiamo con pensieri negativi, non apprezziamo ciò che dal nostro filo, dondolando, vediamo attorno ed accanto a noi. Finche qualcosa succede e non a caso in questi giorni di festa per farci riflettere, oggi più che mai in questo mondo non molto pulito. Forse quelle onde, quell'acqua, quel mare azzurro e cristallino che si è trasformato in un mostro, che ha travolto e cancellato le meraviglie di quei luoghi trascinando tutto e tutti è un segnale per noi che abbiamo la fortuna di essere qua e di essere ancora appesi a quel filo che regge la nostra vita.

Gianfranca

 

Rammentare

Facendo ricerca sento che non posso più sbagliare in modo cosciente perché il prezzo che ora devo pagare è il doppio di prima.
Gli sbagli se premeditati vengono da me sentiti con tutte le aggravanti.
Questo non farebbe che aumentare il mio senso di colpa e quindi alla fine, forse, l'incoscienza ti da quello che in una sentenza penale di colpevolezza si chiama accoglimento delle attenuanti generiche e che nella fattispecie significa una riduzione della pena
per la memoria.

P. C.

 

Tutto in rosso

Sulla mia capa c'è una crosta gigantesca! 
Per forza che mi sono caduti tutti i capelli.
E non son mai più ricresciuti. E' un crosta che mi impedisce non solo di pettinarmi ma di vivere la mia vita, e le mie qualità.
La crosta si è mangiato il cuore del mio io rendendolo grigio e non me lo ha più restituito.
Cammino in grigio non perché sono dandy o perché il grigio si accompagna con tutto ;cammino in grigio perché sono tutto grigio:l'umore è grigio, l'energia è grigia, la pelle è grigia, tutti i miei organi sono diventati grigi, il mio cielo è grigio....
Cammino che sarebbe meglio dire mi trascino e mi sposto perché mi hanno detto che così facendo tengo sotto controllo pressione e colesterolo, come un automa guardando fisso in basso.
Adesso capisco perché il lutto lo hanno dipinto di nero!
Ieri mi sono detto: fatti un programma piacevole per la giornata e cambia look. e così è stato!:mi sono fatto un bel itinerario in bicicletta tutto vestito di rosso che sembravo un gambero del Madagascar. 
Bhe! Se non altro ho capito di essere ancora propositivo e capace di ridere di me: e non è poco!

Piero Cavallo

Errata corrige
Nello scorso numero di Ego, a pagina sette, è stato attribuito l'articolo "Una casa nella mente" a Peppino Carè, mentre l'autore è Marco Rinaldi. 
Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori.

 

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