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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 4-5-6-7 - anno 5° -
Aprile-Maggio-Giugno-Luglio 2007
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PAGINA 3
"Quando un addio è per
sempre, è inutile fare un lungo discorso:
siate brevi, è meglio"
Lord George Byro
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Difficoltà ad
amare
Chiusure, condizionamenti, mettersi in un angolo ed aspettare sempre, una vita di aspettative, di giudizi, di invidie, di disappunti, di storture nel vedere quello che non c’è e poi, a forza di soffrire, ecco la verità, era poi facile, semplice, ovvia, eppure non la vedevo, anche se ce l’avevo davanti al naso e c’era chi da oltre 20 anni me la buttava lì, dentro, ma io non coglievo, ero ottusa, cieca, permalosa, il mio io voleva avere la meglio sugli altri.
Meglio trovare difetti agli altri che ammettere di avere torto.
E volevo l’amore! Ma io con il mio giudicare, con il mio atteggiamento di chiusura, quale amore avrei potuto attirare? Facevo scappare via dall’altra parte forse, ma non correre incontro con le braccia spalancate di certo.
Amore, parola grossa, lo si pretende dagli altri, che ti diano tutto, è vero, essere il loro respiro, ma se dentro non ce l’hai, lo cerchi invano.
Quando vedi un po’ meglio dentro e chiedi perdono a te stessa per le tue mancanze, allora lo incontri e l’altro ti vede, vuole stare con te, non ti vede più nell’angolo con le braccia incrociate ad aspettare chissà quale miracolo che debba mai avvenire, c’è quel soffio, quell’abbraccio, quel respiro di vita nuovo, quello che volevi da lui e che soffocavi in te e sarebbe morto per sempre come te alla vita.
Un miracolo!
Grazie a chi ha permesso con la sua pazienza che si compisse: ci vuole tanto amore per aspettare così tanto!
Grazie ancora a chi mi è vicino da quarant’anni ed aspettava da tempo che io mi svegliassi e lo capissi veramente per quello che è ed ha rischiato grosso di aspettare invano.
Grazie per questa chiarezza nuova con tutto il cuore!
Luigina
Espressione
Fare, il piacere del fare, essere soddisfatti di aver fatto tante cose e bene e la stanchezza non si sente.
Era da tempo che non assaporavo più il fare, non vedevo più il colore degli iris, non sentivo più il profumo intenso dei narcisi.
Dove buttavo giudizi ora c’è una calma, ho visto che non era così come la vedevo io la cosa, ma esattamente l’opposto. Nasce l’umiltà di chiedere perdono a te stessa e di chiederlo agli altri, quando è chiaro dentro di te che il tuo modo di vedere di tutta la tua esistenza era sbagliato.
E’ terribile ed enorme dire di aver pensato storto tutta una vita grazie ad un condizionamento atroce, ma è così.
Mille cose mi tornano in mente, mille disturbi ed ognuno di loro va a posto, è un piccolo quadrettino del mosaico della mia vita a cui non trovavo la sistemazione giusta ed ora automaticamente va lì al posto suo, destinato da sempre.
Le mie mani non componevano il disegno perché la parte negativa del mio pensare non mi faceva distinguere le forme del mosaico, erano nebbiosamente tutte uguali e in un disordine senza senso.
Quanta sofferenza inutile, lo so, ma non capivo e me la prendevo con chi mi suggeriva la strada giusta e m’incasinavo sempre di più.
Ora, a poco a poco, il quadro si combina tutto ed il mio non è leggero, ma mi rendo conto quanto sia stato pesante e subdolo questo mio condizionamento: da morire!
Evviva le mie rose, il cielo blu, le stelle, la luna e chi con tanto amore mi ha aiutata a vederci chiaro.
L. A.
Foto di Alessandro De Rolandis scattata a
Vallermosa, Sardegna
Il lavoro deve
piacere
(per provare gioia)
Ho sempre pensato che la vita vera non è quella che vivo sul lavoro.
Il lavoro?
Quello è un obbligo.
Bisogna andare lì, stare lì tante ore e cercare di fare bella figura per farsi assumere.
Per anni ho finto di essere l’impiegata “modello”.
Tutta questa finzione svuota di ogni soddisfazione il mio lavoro.
Ore passate a guardare l’orologio pensando a quando, finalmente, sei libero di fare quello che vuoi.
Perché la vita vera è quella che fai con gli amici o con il ragazzo, quando puoi uscire senza vincoli.
Così le ore passate al lavoro sono ore non vissute, perse nell’obbligo di dover lavorare.
Adesso mi rendo conto che questo comportamento non è corretto, ma nonostante questo faccio fatica a staccarmi da questa idea, ossia che il lavoro sia una cosa che serva a darti il sostentamento, il necessario per vivere.
D. P.
Onnipotente
“Dio è onnipotente ed onnifacente”.
Di colpo mi sono tornate in mente queste parole, parole pronunciate dalla mia catechista, di quand’ero bambina.
Di colpo il ricordo e di colpo ho capito queste parole.
Le ho sentite dentro, profonde, vere, silenziose, immense!
Dio è onnipresente, è presente ovunque, è in ogni cosa che vedo intorno a me, nel cielo, nella terra, nelle bellezze del mondo, nei fiori, nelle piante, nell’aria, nel sole, nelle nuvole, ovunque.
Dio è in me, in ognuno di noi, è dentro di noi, è con noi.
Ma ce ne accorgiamo un po’ e ci fermiamo a pensare a lui che c’è quando non siamo offuscati dai nostri pensieri, dai miei stessi pensieri, dalle nostre aspettative, dalle mie aspettative, dai nostri errori, dai miei errori, dal nostro far del male, dal mio fare del male a me e agli altri.
Non fare del male, sembra facile, ma non è così, è raro rendermi conto subito che sto facendo del male, e quando me ne accorgo, ringrazio Dio che mi ha permesso di accorgermene, ringrazio con il cuore, perché vedere il male che si fa apre il cuore verso me stessa.
Non giudico me, non giudico gli altri, non c’è condanna e vedo i miei limiti che è ora che mi dia da fare a superare, per staccarmi dall’attaccamento al dolore, che è solo mio.
Gianna
Esistere
Svegliarsi al mattino presto, presto presto.
Svegliati, alzati, vai in bagno, altrimenti dopo ti senti male.
È così il mio organismo mi ha svegliato, mi ha avvertita.
Il mio corpo mi vuole bene, ha dell'amore per me.
Mi rispetta, mi ama, mi avverte, mi sveglia per dirmi vai in bagno altrimenti dopo ti senti male.
Ma quante volte è successo?
Quante volte questo meccanismo, ha funzionato ed io non mene sono mai accorta?
Sembra una cosa banale, ma non lo è.
Quante volte ho fatto soffrire il mio corpo per la mia ignoranza?
Quante volte l'ho maltrattato e non ne ho avuto rispetto?
Sempre, tutte le volte che non l'ho ascoltato o l'ho avvelenato.
Ho fumato, ho bevuto, mi sono drogata e poi cosa altro ancora...
Ma è ignoranza tutto questo, e nell'ignoranza non si può riconoscere l'amore.
L'amore che solo alle 5,30 di questa mattina, ho capito per la prima volta nella mia vita, quanto il mio organismo ha per me.
E quanto rispetto...
Lui vuole che io stia bene, ed ora anche io voglio che sia così.
Gabriella
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