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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 4-5-6-7 - anno 5° -
Aprile-Maggio-Giugno-Luglio 2007
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PAGINA 4
"Se la mia teoria sulla relatività sarà giudicata
esatta,
la Germania dirà che sono tedesco, e la Francia che sono francese.
Se invece sarà giudicata falsa,
la Germania dirà che sono francese, e la Francia che sono tedesco"
Albert Einstein
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Essere presenti
Ho mentito tutta la vita.
Ho ingannato tutti, ma soprattutto ho ingannato me stessa.
Come ho recitato questo ruolo non lo so, non sono in grado di dirlo, ma il mio orgoglio, mi ha mascherato per tutta la vita.
E' stato tutto una sfida, persino il diploma che ho preso, l'ho fatto per orgoglio; dovevo dimostrare di essere all'altezza, è stata una sfida, ma quanto ho patito, quanto ho sofferto e faticato per diventare geometra.
E non solo, in questo ruolo, mi calo tutte le volte che ci sono delle situazioni difficili da superare, perché per orgoglio, devo dimostrare di essere in grado, di essere all'altezza, di farcela.
E' vero che quasi sempre ce la faccio, per caparbietà, testardaggine e maledetto orgoglio. Sì ce la faccio, ma a che prezzo?
quanto sono dura con me e quanto pretendo, ed anche dagli altri.
Tutto questo quanta rigidità mi ha dato, e quanto poco amore mi sono dedicata?
Quanta dolcezza ho sottratto dalla mia vita.
Per dimostrare cosa e a chi?
Tutta questa recita e questo ruolo, mi ha rotto le scatole.
Forse non devo dimostrare niente a nessuno, basterebbe che mi accettassi così come sono.
Forse riuscirei anche ad amarmi...
Gabriella
Le mie tenerezze
Quando vedo una piantina, e tra i fiori che sono già spuntati vedo dei boccioli ancora chiusi.
Quando ho visto il viso di quel ragazzo che aveva visto una possibilità per superare gli esami.
E mi guardava sorridendo.
Quando parlo con qualcuno che mi dice che sta meglio.
Quando mi vedo un problema in modo più chiaro.
Quando risolvo una situazione e sono felice.
Mi vedo il futuro aprirsi.
Sto meglio io e sono migliore con gli altri.
Più sto meglio e più sento la mia tenerezza e vedo gli altri con occhi diversi.
Quando comprendo qualcosa sono più tenera.
Sento a dolcezza che è in me e capisco che la durezza è solo dolore accumulato nell’oscurità dell’incoscienza.
Sento tenerezza quando vedo apertura, quando sono meno bloccata.
Quando vedo gli animali, quando vedo la natura e mi commuovo di fronte ad essa.
Quando vedo un documentario che spiega qualcosa su un certo animale e vedo quanto è perfetta la natura.
Quanto equilibrio c’è.
Equilibrio.
Non fuori, ma dentro.
Riconoscimento.
Io mi faccio tenerezza quando vedo cosa c’è sotto qualche atteggiamento che non mi piaceva.
Quando vedo che ognuno ha il suo fardello che gli pesa, che sta male e capisco che magari è per quello che è sgradevole.
Quando la mia comprensione aumenta e vedo che siamo tutti alle prese con i nostri dolori e che se non li avessimo saremmo tutti più teneri.
Che abbiamo tutti la possibilità.
Stefania Pomi
Il mio fumare
Il mio fumare
Ho smesso di fumare, mi dava fastidio.
Mi ero scocciata di comprare quel pacchetto a caro prezzo, ed alla fine cosa mi dava?
Niente proprio niente, solo fumo e basta.
Fumo inutile che mi dava fastidio e intossicava il mio corpo, i miei pensieri ed il mio modo di essere, il mio comportamento.
Sì perché il fumare modifica il comportamento, è una forma mentale di dipendenza, di rabbia, di frustrazione.
Questo è il fumare, una frustrazione, un condizionamento senza nessuna pietà, sì perché ti distrugge.
Ho trovato la forza di smettere da sola, perché tanto gli altri potevano dirmelo fino alla nausea, ma la scelta l'ho fatta io, la decisione è stata mia, solo mia.
Ma come è possibile rimanere vittima per così tanto tempo di quella sigaretta?
Pensateci tutti voi che fumate, perché si è imbrigliati in una gabbia fatta di fumo denso, fatta di fumo al piombo e catrame, e del Monopolio di Stato che ti ruba i soldi.
Gabriella
Ignoranza
Quando comprendo una parte della mia ignoranza,
comprendo l’ignoranza dell’altro che mi ha fatto soffrire.
La rabbia, la ribellione ed anche l’odio si affievoliscono, scompaiono lentamente e
sono in pace con me.
Gianna
La mia forza
Se penso a me è tutto diverso.
È proprio vero.
Metto tutta la mia energia lì.
Se vado fuori da questo sto male, vedo tutto brutto e mi sposso.
La differenza è totale. È tutto lì.
La parte negativa vuole fermare questo.
Vuole farmi star male, non mi fa essere decisa, mi toglie la grinta, la voglia di fare di più, non mi fa godere di ciò che ho.
Non mi fa vedere.
Ma io ho tutto ciò che mi serve per fare e per andare avanti.
Non mi manca nulla.
Se guardo fuori non c’è questa grinta.
Adesso comincio a capirti quando dici che se guardo fuori dimentico me.
Dimentichi che tu puoi, che puoi fare, che puoi andare avanti nel tuo cammino, che non ti manca nulla.
Ho visto che se mi metto di impegno faccio cose che non pensavo di saper fare.
E vedi che sei sempre tu il centro.
Il mio lavoro, le mie esperienze, le cose che imparo, la gente con cui parlo, le cose che faccio: sono io.
Quando non sono forte, è il negativo che mi domina e mi succhia tutte le mie energie.
Quando faccio qualcosa le mie energie sono lì, con me e le posso vedere.
Mi viene voglia di fare sempre di più.
S. P.
Il tempo che
scorre
Ho rivisto me da bambina, in una fotografia dove sorrido seduta su di una poltrona.
Anche adesso che ho superato i trent’anni , mi rendo conto che la mia testa è lì, a quando avevo cinque anni.
Le paure sono le stesse ed uguale è la sensazione di disagio.
Come allora a volte non mi sento capace, mi percepisco come una persona senza risorse, senza forze, che non è in grado di fare.
È come se fossi bloccata lì, piena di paure e di invidie per chi si muove, per chi ce la fa…
Ma ho visto anche un forte desiderio di non crescere, di rimanere lì immatura per sempre…
È come se avessi paura di crescere e di prendermi le mie responsabilità.
Ecco sono bloccata lì, nella mia infantilità, nel sentirmi stupida, nell’autocommiserarmi, nell’invidia.
Ecco tutta questa situazione mi porta un’immensa sofferenza e non mi fa vivere bene.
G. P.
Scoprirmi
Mi è persino venuta in mente l'idea di fare un elenco delle cose che so fare e delle mie capacità.
Ma si può essere ignoranti fino a questo punto?
Non è che non so queste cose di me, ma non le so apprezzare.
Ho bisogno che ci sia qualcuno da fuori che me lo ricordi o me ne faccia accorgere.
Sono così ignorante, che non solo faccio fatica a mettere a fuoco le mie incapacità, ma anche le capacità.
È così, è come vivere all'oscuro di se, nel buio della propria vita?
Ma cos'è questa cavolata?
Io lo so cosa so fare, e allora?
Allora perché non lo so apprezzare?
Forse perché ho così bisogno di essere riconosciuta, che aspetto che la gratifica mi arrivi da fuori.
Da sola non lo so fare, che cavolo di condizionamento é?
E' come se gli altri mi vedessero meglio, e più chiaramente di come mi vedo io.
Ma come si fa a vivere estranei a se stessi?
Ora mi convinco che appena posso, mi prendo dei fogli e faccio l'elenco delle cose che so fare, poi me lo rileggo, e chissà che effetto mi fa.
Gabriella
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