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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 4-5-6 - anno 6° -
Aprile-Maggio-Giugno 2008
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PAGINA 8
"La faccia di un uomo è la
sua autobiografia...
La faccia di una donna è la sua opera artistica... di
fantasia"
Oscar Wilde
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I Grandi Filosofi
Karl Raymond Popper
È il filosofo della scienza. Nato a Vienna 1902 è morto a Londra 1994. Laureato in filosofia, pubblicò nel 1934 un'opera fondamentale, Logica della scoperta scientifica.
Emigrato a causa delle leggi razziali del 1937, insegnò prima all'università di Christchurch, in Nuova Zelanda, poi nel 1946 fu chiamato a Londra come docente di logica presso la School of Economics. Dice: non è esatto dire che la scienza è reale e credibile perché molte cose “scientifiche” possono essere falsificate. C’è la scienza meccanica, matematica, fisica, ma c’è anche la scienza storica e sociologica.
Tra le sue opere: La società aperta e i suoi nemici, 1945, Miseria dello storicismo (1957); Congettura e confutazioni: lo sviluppo della conoscenza scientifica: Un punto di vista evoluzionistico (1972); La ricerca non ha fine. Autobiografia intellettuale (1974); L'io e il suo cervello (1977) nel quale viene discusso il tema del rapporto mente-cervello; Poscritto alla logica della scoperta scientifica (1982-1983); Società aperta universo aperto (1982-1983).
Dai suoi testi:
“Noi non sappiamo niente - questo è il primo punto.
Di conseguenza, dobbiamo essere molto modesti - questo è il secondo punto.
Non dobbiamo dire di sapere, quando non sappiamo - questo è il terzo punto.
Questa è all’incirca la concezione che io vorrei rendere popolare.
Noi dobbiamo diventare i creatori del nostro destino.
Noi dobbiamo imparare a fare le cose nel miglior modo che ci è possibile e ad andare alla ricerca dei nostri errori.
Non dobbiamo più cercare di posare a profeti onniscienti.
Ma dobbiamo cambiare noi stessi”.
“Il futuro è decisamente aperto.
Esso dipende da noi; da tutti noi.
Dipende da quello che noi e molte altre persone facciamo e faremo: oggi, domani e dopodomani.
E quello che facciamo e faremo dipende a sua volta dai nostri pensieri; e dai nostri desideri, dalle nostre speranze, dalle nostre paure!
Dipende da come vediamo il mondo; e da come valutiamo le possibilità largamente disponibili del futuro...
Invece di posare a profeti, dobbiamo diventare i creatori del nostro destino.
E imparare a far le cose nel miglior modo che ci è possibile e ad andare alla ricerca dei nostri errori.
Ma questo significa che dobbiamo cambiare noi stessi”.
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