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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 4 - anno 2° - Aprile 2004

PAGINA 2

"L’adulazione è il cibo degli sciocchi; 
tuttavia, di tanto in tanto, 
gli uomini d’ingegno si degnano di assaggiarne un po’"
Jonathan Swift 

 

primavera

La vera primavera

Ogni giorno è nuovo per riprovare.
Ogni giorno è la mia vita.
Vivo la primavera nel mio risveglio,
nella mia semina,
nella gioia di un progetto operoso,
nella mia espressione.
Esperienza. 
Partecipazione.
Il fare genera frutti e saranno tanto più dolci e turgidi quanto
il mio amore avrà accompagnato il mio risveglio.
Ecco il mio nutrimento.
E poi la sera osserverò il raccolto e ci sarà pane per me, ci sarà quiete.
Saranno stanche le membra ma non il mio cuore.
E la notte arriverà calda come una coltre per tenere in serbo la mia gioia. 
E ci sarà un nuovo giorno e un nuovo risveglio.
Fino a quando non sarò sazia.
Diverso è quando non c'è amore.
La semina non avrà colori e i frutti saranno amari.
O non ci saranno.
Il cuore ci chiamava ma non lo abbiamo ascoltato.
Ora non avrà di che nutrirsi.
Farà freddo quella sera e non lo scalderà la coperta pietosa della notte.
Ecco perché voglio che l'amore diventi il tema dei miei risvegli.

Rosanna

 

 

Dare un consiglio

Che bella presunzione mi sono trovata addosso!
Dare un consiglio ad un amico anche se lui non me l'ha chiesto, e chi sono io per dare consigli di cose o situazioni o persone tanto il mio modo di vedere è diverso dal suo, e allora quello che per me può essere giusto, magari per lui non lo è.
E poi dietro la presunzione si nasconde il giudizio che io ho dato su qualcosa o qualcuno; che schifo il giudizio, è quello che ha distrutto l'umanità insieme all'invidia e alla rabbia.
Io non sono il giudizio, io sono Gabriella, perché devo diventare il giudizio: quella schifezza.
Alla fine tiro le somme e vedo che per quanto voglio bene al mio amico in fondo non l'ho rispettato, eppure gli voglio un bene immenso e profondo, non ho rispettato il suo pensiero, il suo modo di vedere e non ho rispettato neanche me, mi sono fatta del male con la mia presunzione.
Perciò ho pensato che è vero, siamo tutti diversi ma l'amicizia vera è fatta di rispetto e le sue scelte non le posso giudicare.
Io devo diventare amore, non quella montagna di immondizia che non serve a nulla.
Credo che solo l'amore legata al rispetto vero mi aiuteranno a superare la presunzione e il giudizio, perciò gli chiedo perdono, io l'ho fatto per ignoranza ma con il cuore.
Le sue scelte sono solo sue e da solo com-prenderà quello che è meglio per lui.
La sua amicizia è una delle cose più preziose che ho.

Gabriella

 

Esperienza perduta

Fiori appassiti, bacche secche, poco tempo fa questi fiori erano splendidi, ora sono sul viale del tramonto, appassiranno.
Situazioni. La mente va ai ricordi…..i viaggi, non li ho mai apprezzati abbastanza.
Quando li vivi, ti sembra tutto normale, poi ricordandoli pensi a tutte le sfumature, alle emozioni davanti a un paesaggio, a un monumento e ti rimane fotografato dentro e ti rammarichi a come mai una persona non si sia goduto tale splendore!
Le belle opportunità non sono all'ordine del giorno e tutto ciò mi fa comprendere che il bello va goduto e preso a piene mani, non tralasciando nulla, questo per arricchirci, perché la bellezza di fuori diventa bellezza dentro.

Marisa

 

Il mio potere non fa vivere il cuore

Il mio potere, il mio potere che credevo di aver sconfitto, di aver superato, invece è ancora lì che mi fa rodere dentro. 
Lui lavora, io lo faccio lavorare ed eccomi qua con il mostro dentro che non è morto, come io credevo, come mi faceva comodo credere.
Il mio potere che mi fa arrabbiare quando le cose non vanno come io pensavo, che mi fa credere che gli altri la pensino come io voglio che la pensino, e mi fa arrabbiare quando poi non la pensano come io pensavo.
Il mio potere che mi fa desiderare che le cose vadano come io ho bisogno e come fa comodo a me, che non mi fa vedere gli altri per quello che sono ma mi fa fare tutto quello che faccio per farli cambiare, ed io ci resto male perché non cambiano come fa comodo a me.
Il mio potere che così vivendo non fa vivere me, non fa vivere il mio essere, e non mi fa amare, amare per quella stupida che sono perché ci vado ancora insieme. Così non amo né me né gli altri, perché nel dargli sempre più potere divento io più debole, perché non dipendo da nessun altro se non dal mio essere così, così stupida da stare con lui.
Lui, il mio potere che mi mangia come un mostro, lo sento un mostro ghignoso dentro me; ma io non voglio essere così, non voglio farmi mangiare. 
Lui, il mio potere che mi fa fingere di essere gentile per avere quello che mi fa comodo, non per essere gentile e basta.
Il mio potere che mi fa fare con finzione l'educata, quando dentro non lo sono realmente, solo per apparire e non per essere.
Ma lui non è altro che me, nessun altro. 
È dentro di me, non mi piace, ma lo devo osservare come si muove, come mi fa muovere, le paure che mi si scatenano quando ho paura di perdere il potere su di un altro essere, è mostruoso.
Non voglio avere la paura di perdere una persona solo perché ho paura di perdere il mio potere; perdo me, ma la paura c'è, e chi sta male se non io?
Io credevo che la sofferenza fosse quella dei miei pensieri, quella di non sentirmi amata dagli altri, quella che gli altri non mi diano quello che io ho bisogno, ma la sofferenza vera è far vivere lui, il mio potere, perché vivo male io e non vivo il cuore. 
A volte mi accorgo che non so neppure dov'è il mio piccolo cuore. 
Più alimento il mio potere, più il mio cuore diventa piccolo, io divento dura, distaccata, fredda, fingo di essere gentile, interessata, invece sono fredda.
Guardare il mio potere e non fare più finta che non c'è, è talmente grande!

Gianna C.

 

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