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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 4 - anno 2° - Aprile 2004

PAGINA 3

"La fioritura avviene quando il vuoto è fatto,
allora i confini finiscono e tu diventi ogni fiore"
Gabriella

 

Storia della Filosofia


Talete di Mileto

Profondo filosofo e matematico greco. Nacque a Mileto 624 anni prima di Cristo, e vi morì presumibilmente nel 548.
Era convinto che non si potesse conoscere profondamente l'uomo se non si comprendeva altrettanto bene la natura. Sostenne che l'acqua era l'elemento primordiale, risolvendo così a modo suo il problema dell'origine delle cose. Poiché ogni cosa derivava dall'acqua credeva nel mito di Oceano, padre della vita: "Ogni cosa che esiste sulla Terra è composta di acqua. E non c'è seme che possa germogliare senza umidità. Quindi l'acqua è la base della vita".
Le sue teorie vennero poi riprese da altre scuole filosofiche greche. Nei suoi studi di astronomia calcolò approssimativamente la grandezza del Sole della Terra e della Luna, e fu il primo ad avere idea della sfericità della terra. Ma nessuno gli credette. 
Era così avanzato nello studio della matematica che calcolò e predisse l'eclissi del 585 A.C. meravigliando il mondo culturale ateniese. 
La fama maggiore di Talete fu dovuta ai suoi studi geometrici, così perfetti ed avanzati che è famoso ancora oggi, e viene studiato ed utilizzato il suo Teorema, appunto il "Teorema di Talete" inserito in tutti i libri scolastici.
Esso afferma: "Dato un fascio di rette parallele intersecato da due trasversali, coppie di segmenti corrispondenti sulle due trasversali sono proporzionali".
Talete tuttavia affrontò anche osservazioni sull'elettricità e sul magnetismo. 
Nel campo dei primi studi sui fenomeni elettrici scoprì il potere magnetico della calamita e le caratteristiche dell'ambra, cui il nome in greco elektron diede nome alla moderna elettricità.
Tra le sue massime: "Gli uomini posseggono due formidabili strumenti per arricchire la loro conoscenza: l'osservazione ed il ragionamento".

 

Sacrifici

Quanti sacrifici hanno fatto i miei genitori per costruire un qualcosa per loro e per i loro figli e quanta fatica!
A pensarci la mia fronte è madida di sudore! Una vita di stenti, di duro lavoro, di silenzi per la paura di non farcela. La paura c'è sempre quando stai per costruire, la salita è erta e non priva di ostacoli e quando ce la metti tutta c'è ancora sempre qualche problema che ti sbarra la strada! Ed ecco che la tua sicurezza si va ancora una volta a far benedire.
Ma un bel giorno la meta arriva e puoi piantare la bandiera.
Ma questa dura "costruzione" se non la coltivi, se non la cementi può crollare, pezzo dopo pezzo, come un mosaico che si sgretola, cade giù in poco tempo ed è la disfatta.
Si fa fatica, occorrono anni e anni per esaudire un desiderio, a decollare, ma si fa in fretta ad annientarsi, a piombare nel buio. È sufficiente non avere più amore per niente, ma prima di tutto per te stesso e la piramide di Cheope si adagia al suolo.
Coraggio, io non voglio cedere e non voglio voltarmi indietro e voi?

M. C.

 

Saggezza

Un rabbino era solito domandare
al suo discepolo:
"Quand'è che termina
la notte e inizia il giorno?".
Ma il discepolo, dopo vari
tentativi di risposta,
scoraggiato, si rimise al suo
maestro per la soluzione.
Il rabbino gli disse:
"Quando tu vedi
sul volto di un altro
il volto di un fratello,
è allora che termina
la notte e inizia il giorno".

 

 

Ora guido io!
Quando guida il cuore...

L'importanza di essere me stessa.
Seguire ciò che mi viene da dentro.
Guido io. Sono "io" responsabile di ciò che dico, di ciò che faccio, di come mi muovo. Rispetto i miei limiti, ma sono cosciente della mia crescita. Guido io.
Andatura regolare che mi permette di osservarmi, di capire come sono, di capire la radice di vecchi atteggiamenti, vecchie abitudini dalle quali mi sto staccando, con fatica. Sì, guido io. 
Per comprendere la memoria di un vissuto condizionato, passato a guardare gli altri, scopiazzando qua e là, mai farina del mio sacco. Mai me stessa. Azioni e reazioni incoscienti. Portare in scena un personaggio fasullo, nel quale mi ero ormai identificata. Come in quel brano dei Pagliacci "Vesti la giubba e la faccia infarina"…mi si adatta a pennello, l'ho fatto tutta la vita. Che condanne quella maschera, che prigione!
E poi accorgermi, strada facendo, che quei panni mi stavano stretti, ma così stretti che, ad un certo punto, ho sentito un crack!...mi si sono lacerati addosso ed è uscito prorompente il mio vero essere. Caspita, mi sono sentita proprio come "l'incredibile HULK"!
Che bella sorpresa poter respirare libertà a pieni polmoni!
Ma guarda un po' se a cinquant'anni suonati doveva finire la mia reclusione!
È arrivato il secondino, chiavi in mano, e ha detto:"Fuori, sei libera". Allora ho messo una camicia pulita e ho preso il mio bagaglio.
Quello me lo trascinerò dietro fino a quando non lo avrò svuotato tutto, guardando ad una ad una tutte le schifezze che ci ho messo dentro fin ora. Quanto pesano queste schifezze!
Quanto pesa il non vissuto, quanto pesano le menzogne, i giudizi, le invidie, i rancori. Quanto pesa la presunzione, madre di tante sconfitte, i desideri non vissuti, sepolti sotto strati di rinunce.
Tante belle capacità bloccate dalla mia ignoranza e dalla mia pigrizia. Cerco nel sacco con la mano, ma non lo trovo: il rispetto per me stessa. Mamma mia che schifezze qua dentro, fortuna che ho cominciato a metterci il naso.
Mi sono lasciata da poco il penitenziario alle spalle e mentre cammino, vedo lo sfacelo intorno a me: il mondo è cambiato, vedo gente che corre per essere prima, per avere il potere, il denaro.
Nuovi Dèi: vedo tanta violenza, corruzione, dolori senza fine, muti e gridati.
Vedo tante solitudini, vedo sentimenti calpestati e lasciati agonizzanti sul selciato.
Ma sono tutti impazziti?
Come vorrei che fosse solo la scena di un brutto film! Poter mettere "fermo-immagine" per dare modo ad ognuno di loro di osservarsi solo per un momento e di soffiare via tutta la polvere che hanno sul cuore.
L'Amore, questo sconosciuto.
Riprendo a camminare e, specchiandomi in una vetrina, ohibò, dopo tutti questi anni di reclusione mi vedo invecchiata, e dato che sono anche vanitosa questo mi secca un po'. 
Ma la gioia ha il sopravvento, perché dentro sono appena nata, perciò voglio avere molta cura di me, voglio aiutarmi a crescere bene…"Lieta di conoscerti, Rosanna!"…
Beh, mi piaccio e ora ho anche intenzione di corteggiarmi un po'.

R. M.

 

Paura

Trovi la forza solo se affronti con coraggio ciò che più ti fa paura!
È lei la fonte di tutti i nostri problemi.
Chiamiamola pure paura ma non è altro che condizionamento.

Gene

 

I personaggi

Ho frugato nella spazzatura per recuperare un mio scritto, 
c'era ancora ma tutto stropicciato. 
L'ho preso, vi leggo cosa c'era scritto.
La vita è tutto un copione si fanno sempre le solite cose,
solite battute, solite maschere.
Al mattino ti svegli, e dici grazie ci sono, eccomi qua,
sono ancora da questa parte,
i personaggi stanno ancora dormendo, non voglio svegliarli,
facciamoli riposare tranquillamente.
Ma nel momento che lo pensi, sono già svegli,
sono dentro di te, i pensieri incominciano ad agire,
sentono, vedono, parlano,
e tu non sai chi devi accontentare per prima.
I sensi si ribellano, il tuo corpo si ribella,
e non sai che parte devi dare per ognuno di questi personaggi.
Ci sono attori famosi, c'è Marlon Brando, Al Pacino, Robert de Niro,
Gassman, Sordi.
Ad ognuno di questi attori spetta la sua parte,
è un compito difficile,
uno di questi personaggi, attore, recita bene la parte
del dottor Jekyll e del signor Hyde.
Come regista mi tocca dirigerli bene, ho un ottimo cast di attori,
il finale è questo: la vita è un attimo di follia.

Saro 

 

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