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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 4 - anno
2° - Aprile 2004
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PAGINA 8
"Chi conosce il limite della vita sa che è facile eliminare il
dolore"
Epicuro
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Preghiera per il buon
umore
Signore, donami una buona digestione
e anche qualcosa da digerire.
Donami la salute del corpo
e il buon umore necessario per mantenerla.
Donami, Signore, un'anima semplice
che sappia far tesoro
di tutto ciò che è buono
e non si spaventi alla vista del male
ma piuttosto trovi sempre il modo
di rimettere le cose a posto.
Dammi un'anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri, i lamenti
e non permettere
che mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo ingombrante
che si chiama "io".
Dammi, Signore, il senso del buon umore.
Concedimi la grazia
di comprendere uno scherzo
per scoprire nella vita un po' di gioia
e farne parte anche agli altri.
Amen
Tommaso Moro
Tommaso Moro
Nome italianizzato di Thomas More.
Filosofo, umanista e uomo di Stato inglese (1477 -1535).
Consigliere ascoltato e stimato di Enrico VIII°, occupò in breve tempo le più alte cariche del Regno Unito.
I contrasti con Enrico VIII° ebbero inizio quando si oppose nettamente all' idea del monarca di chiedere l'annullamento del primo matrimonio contratto con Caterina d'Aragona.
Nel 1532, al primo atto ufficiale di sottomissione al re del clero d'Inghilterra (cui avrebbe fatto seguito, nel 1534, l'Atto di supremazia), Moro, coerente con le proprie idee si dimise.
Scrisse in quest'epoca (1533), a difesa del clero, l'Apologia. Imprigionato nella Torre di Londra, vi rimase per più di un anno, e qui compose il Dialogo del conforto.
Ma intanto, il fatto che Moro, molto considerato in tutta l'Inghilterra, fosse in prigionia, creò malcontento nella popolazione. Per timore che il popolo insorgesse, il re ne decretò la morte ed il 6 luglio 1535 fu decapitato come traditore.
La sua fama come grande pensatore è legata al dialogo latino dell'Utopia, scritto nel 1515-1516, che, narrando le consuetudini e la vita di un'isola inesistente, costituì l'archetipo insuperato di tutta una tradizione di pensiero politico e di critica sociale destinata a straordinaria fortuna filosofica.
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