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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 10 - anno 3° - Ottobre 2005

PAGINA 2

  "La gloria reale si distingue da quella fittizia quando rimane nella storia"  
Albert Einstein

 

   L'ESTATE PER MIGLIORARCI   

Il sole oscurato

Pensavo a questi giorni passati qui a Carloforte, con me e questi amici cari. 
Con me, perché ho sentito di esserci.
Ho sentito il benessere di questa convivenza, di questa condivisione, di questo rispetto reciproco, sincero, diverso da quello formale imparato senza comprenderlo. 
Formalità senza il cuore, che creano un benessere fasullo, apparente, di breve durata. Apparente, di chi non conosce la gioia di essere se stesso, di essere semplice, di essere presente, specialmente nella vita di tutti i giorni. 
Anzi, nella vita di tutti i giorni, proprio lì, siamo assenti per l’intera giornata.
Assenti quando riceviamo impatti improvvisi dall’esterno, assenti nello stare insieme, assenti nel condividere, nello scambio. 
Prendiamo. Vogliamo. 
Non ci curiamo degli altri, ci arrabbiamo, invidiamo, mentiamo. 
Siamo soli, disperati.
E continuiamo a ripetere, per abitudine, atteggiamenti, maschere, aggiungendo illusioni e delusioni. E ci perdiamo.
Perdiamo la vita.
Qui a Carloforte, invece, è sempre speciale, perché torniamo a essere noi. Qui non si sente dire: “è mio”. Qui è nostro. Insieme. Riprendiamo in mano le redini, qui ci fermiamo, per osservarci.
Abbiamo tutto il tempo, circondati anche da una natura meravigliosa che ci aiuta a entrare in noi stessi, per incontrare ciò che di “Grande” abbiamo dentro. 
E ci sembra talmente naturale vivere così, che ci domandiamo perché diventa così difficile, al nostro ritorno, mantenere questo benessere, questo stato di grazia.
Oggi per me è l’ultimo giorno e comincio mesta a pensare al ritorno.
Se lascio la porta aperta vedo come i pensieri entrano veloci a disturbare, inventando e immaginando future situazioni di disagio, che mi creano sofferenza.
Ma l’assurdo è che tutto questo pensare negativo finisce diritto nella mia memoria a occupare un posto che potrei riempire con la gioia del presente, guardando il mare, i fiori accanto a me, la casa calda che mi ha ospitato e dove vivo ancora momenti di pace e di giovialità. 
Invece regaliamo ai pensieri il nostro tempo e troppo tardi ci accorgiamo che ci hanno oscurato il sole.

Giorgia R.

 

 

Passeggiata

Nella luce dorata del tramonto ho camminato, scendendo per un declivio fitto di vegetazione. 
Sono scesa lentamente tra gli arbusti, sulla stradina polverosa. 
I miei passi calpestavano ghiaia e sassolini e scandivano il mio incedere regolare. 
Ho ascoltato attentamente i miei passi nel silenzio. 
Ero io che camminavo e l’ombra lunga lunga davanti a me mi ritornava un’immagine familiare, che riconoscevo, i miei occhi ne coglievano il movimento. 
I miei occhi! La mia guida! 
Senza fermarmi li ho chiusi per una frazione di secondo, ho barcollato.
Ho capito che i miei occhi mi permettevano di camminare, l’ho realizzato in quel momento. 
I miei occhi!
Grazie a loro potevo vedere il mare, laggiù, quell’incredibile distesa azzurra che, alla luce del tramonto, assume una pace di fiaba. 
Ho ascoltato il vento. 
Perché il vento prima mi accarezza, poi prosegue e va ad accarezzare tutto ciò che incontra. E l’ho sentito. 
Perché il vento si sente sulla pelle, ma ha anche una sua musica, basta saperla ascoltare, una musica che culla.
Che bello! 
Tutti i miei sensi hanno goduto in questo mio incedere e a un tratto mi sono ricordata che a casa ci aspettavano le melanzane alla parmigiana di Nicola. 
Ho sentito così anche il gusto attivarsi, per essere appagato da lì a poco.
Ho risalito adagio la stradina fino a casa. 
L’ombra della sera stava ingoiando pian piano tutto il declivio, fino al mare. 
Il sole, ormai al termine delle giornata, aveva una luce più dolce: l’ho potuto guardare, Dio che felicità il sole! 
Una delle più grandi espressioni divine, che dono meraviglioso!
Inevitabilmente mi sono sentita una regina mentre lo guardavo e ho provato tanta dolcezza…

Rosanna

 

 

Conoscermi

Se cammini nella vita,
puoi comprendere chi sei.
Se cammini e cerchi,
allora ti trovi ogni volta a vedere quello che sei
e che non hai mai saputo di essere;
se trovi luoghi nuovi intorno a te
guarda che impressione ti fanno;
trovi qualcosa di nuovo di te stesso.
Come sei se non ti conosci?
Come la tua lavatrice che usi per il bucato,
ferma e programmabile,
ferma e continuamente a ripetere le stesse cose,
esclusa dalla vita dalle abitudini,
di ripetere incessantemente le azioni di ogni giorno
senza nemmeno sapere perché.
Forse per paura e sicuramente per ignoranza di sé.
Se non ti muovi è perché hai paura
di uscire dal recinto
delle tue abitudini, di metterti alla prova,
di confrontarti con il mondo e di capire chi sei.

Gabri

 

Senza fine

Blu nel blu,
turchese nel turchese,
azzurro nell'azzurro,
oceano nell'oceano.
Nel totale di ogni cosa,
non esiste fine
alla bellezza,
non esiste fine
all'oceano.
Acqua del cielo,
cielo nell'acqua,
sono in alto e sento
solo il cielo dentro
non sono mai
mai stanca...............
camminare nell'acqua, mi sento a casa
camminare e mai stancarsi................
il cielo non ha fine, la luce non ha fine,
il bello non ha fine, l'amore non ha fine niente,
so che tutto ciò non può finire dentro di me
è una vibrazione unica di sentirsi nel posto giusto
come se qui ci fossi sempre stata;
sentirsi a casa nel mondo
con quelle onde infinite dentro
che amo più di ogni cosa.

Gabri

 

 

La vita che si ripete

Il lavoro oggi, un bel problema. 
Lo rivivo attraverso mia figlia. 
E la mente va a quando avevo 20 anni.
Le stesse ansie, le stesse angosce, gli stessi dolori. 
Ma soprattutto le stesse delusioni. 
Con i no assoluti, vuoi perché sei troppo giovane, sei poco esperta nel campo, sei troppo insicura, sei poco aperta, ma soprattutto perché non hai esperienza. 
Ma, mio Dio, come fai a farti un’esperienza se tutti ti chiudono le porte perché sei niente? 
Ecco così ti fanno sentire, niente. 
I risultati arrivano con i primi stipendi ma a qualunque costo dovevi rimanere. 
Attraverso gli occhi di mia figlia leggo le attese, ma soprattutto le speranze per incominciare ad inserirsi in un mondo fatto di Caini.
A poco a poco la tua corazza si irrobustisce e allora anche tu potrai avere un po’ più dignità. 
Forza, la strada si deve aprire con pazienza, tolleranza ma soprattutto tenacia perché tutto si può superare e alla fine i premi arrivano.

Marisa

 

 

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