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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 10 - anno
3° - Ottobre 2005
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PAGINA 4
"Non discutere mai con un idiota,
la gente potrebbe non notare la differenza tra te e lui"
Arthur Bloch
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Il Dentro è tutto
Oggi cominciano le mie vacanze.
Sono appena arrivata e mi sono seduta qui sul lungo mare.
C’è il sole, il mare è al solito posto, tranquillo, blu, l’orizzonte solcato da qualche vela, una leggera brezza mitiga un po’ questo caldo di giugno.
Tutto uguale all’anno scorso, penso.
Apparentemente, perché su questo “uguale” ci sarebbe molto da dire. “Uguale” se c’è abitudine e se c’è abitudine come può esserci gioia?
Non c’è gioia per chi vive le cose con abitudine, se non le fa entrare, se non le accoglie da dentro.
Perché c’è “ qualcosa” dentro di noi che accoglie, dipende se i nostri sensi sono svegli, se “ci siamo” dentro, ad accogliere.
Noi siamo i padroni di casa.
Ma chi ha mai visto la mia Diano Marina così bella! Il mare così maestoso, così intenso! Senti, stanno suonando le campane, è domenica! E’ festa!
Oh, il suono delle campane, ma chi lo sente più…?
Ma allora… per chi suonano le campane? I loro rintocchi festosi evocano voli di rondini, memorie dell’infanzia, memorie di un mondo ormai lontano, quando le persone erano più semplici, quando i cuori rispondevano.
Tra tutta questa gente che sta passeggiando sul lungo mare quanti avranno gioito ascoltandole? O erano solo rintocchi mescolati al rumore del traffico? Tutti vanno, parlano tra loro, molti sono pensierosi, accigliati.
Quanti “osservano”, quanti “ascoltano”, quanti sentono veramente il dono di questa bella mattina di festa? Quanti guardano con amore i loro bambini? Vedo giovani genitori impegnati solo con i telefonini, giovani mamme che chiacchierano fumando e si ricordano dei loro piccoli solo per sgridarli, quando si mettono a correre.
I bimbi non possono più correre, devono camminare zitti accanto a loro, senza creare problemi.
In questo momento sta passando un giovane papà che spinge la carrozzina, la mamma gli cammina accanto. Ho un nodo in gola per la tenerezza che mi fanno. Se si potesse fermare il tempo a questi momenti, quando il futuro è ancora da costruire.
Come sarà per loro, se non saranno presenti a quel piccolo miracolo che ora sta sgambettando nella carrozzina?
Quanto amore impedito, a volte! Non goduto e non dato. Quanta incoscienza, quanta abitudine!
E quanto “non vissuto” poi!
Quante occasioni perdute per vivere l’amore che abbiamo dentro, che teniamo chiuso, quasi murato vivo!
Un amore che un bel giorno, se avremo la fortuna di riconoscere e di far vivere, ci regalerà una commozione che non ha eguali.
Non c’è felicità più grande al mondo. In assoluto.
Un “assaggio” dell’Assoluto, forse.
Sono ancora seduta sul lungo mare e tanta gente sta ancora passando, apparentemente spensierata, ma anche tante memorie piene zeppe che non sapranno nemmeno di avere.
Non sento che “silenzio” per tutti loro. Perché so quanto è difficile il cammino quando si ignora.
Ignorando di avere questo “Dentro” che è … “Tutto”.
Rosanna
Il mio giardino
difficile
Il fiore del sambuco è bellissimo, entra dentro di me tutta la sua bellezza, la morbidezza, il suo profumo, i miei ricordi di bambina per il bosco, il gusto di un filo d’erba tra le labbra.
Mi perdo subito su di un pensiero, il pensiero del mio giardino ideale, un mio desiderio, un mio sogno.
Ho preso degli spunti, le idee fermentano, faccio progetti e so già con certezza che non sarà così perché non è solo mio e lui è un’altra persona con un altro sogno e gli altri tutti hanno vissuto di altri sensi e di altri desideri.
Mi rendo conto che vivo al di fuori del reale, proiettata nel futuro e scaraventata di continuo nel passato, fabbrica di aspettative e di dolori, ora almeno li vedo, prima i sensi lavoravano comunque incessantemente con la mia incoscienza totale.
Mi viene da piangere: la malattia mi ha fatto capire che tutto comunque passa ed io ci sono sempre ed il tempo è strano, a volte lungo eterno, a volte corto per le stesse cose, le stesse forme, cambia il dentro, il modo di viverle.
Provo una grande gratitudine.
L. A.
Si ricade: l'odio ci rende ciechi
Eccomi qua, dopo un’estate che a definire
difficile è solo un giro di parole.
Eppure quante volte quest’anno mi hai messo in guardia,
ma io ero piena della mia presunzione, non ti credevo.
Eppure i fatti mi hanno smentito.
Chiusura totale, piena di paura, rancore odio.
La sofferenza non mi rende più buona, più paziente, più tollerante.
No, mi rende irosa per la mia inabilità, perché a me, perché sempre va a finire così.
E da qui la mia chiusura.
Sembra che tutto diventi nero, non vedo più nulla di buono,
umano, esce solo il lato negativo delle situazioni.
Non vado in profondità
per capire, per evitare,
per essere più presente.
Rinnego tutto.
La paura,
la grande paura è compagna costante, asfissiante.
Non c’è vita con la paura.
Tutto sembra fermo ma dentro è un ribollire continuo.
Io ho già vissuto tutto ciò, ne sono uscita, ne sono ricaduta.
E’ qui che devo lavorare.
Cosa è successo? Il bisogno è stato il mio padrone assoluto.
Ho voluto mentirmi, illudermi, ma con la vita non si gioca, non si bara.
La vita è una cosa seria.
Non permette giochetti.
Non vedo più il bello, non assaporo più nulla intorno a me,
la natura non esiste, non la vedo, sono lontana da tutto.
La tua telefonata mi ha smosso qualcosa,
non ho chiaro,
ho come un senso di vergogna per il poco rispetto che ho di me.
Ma tutto ciò fa bene.
Voglio uscire dalla palude.
Sull’onda di parole lontane
Il mio cuore fanciullo arrossisce.
Un piccolo fiore
sboccia nelle tenebre
conciliazione
Ede
Espressione
dell'essere
Il miracolo della natura è grande, mi lascia senza fiato!
Non avevo mai dedicato il mio tempo all’orto ed ora che ho tempo ed ho preparato un po’ di semi e poi li ho seminati là in campagna, ho scoperto un amore nuovo, quello per tutto ciò che cresce dal terreno.
Avevo in mano quei semi minuscoli e li ho gettati lì alla rinfusa più o meno tra le zolle e poi ricoperti e innaffiati ed ora ecco le foglioline e poi, di settimana in settimana, la crescita della pianta, il fiore e poi anche il frutto.
Sono a casa e penso all’orto, lo sento crescere anche se sono sdraiata sul mio letto, non vedo l’ora di andare in campagna per vedere il cambiamento.
Mio marito mi brontola dietro, ma io, appena scendo dalla macchina, devo andare subito lì nell’orto e vedere il miracolo della vita, questo continuo cambiamento, questa crescita, questo miracolo divino perpetuo, la terra che ci dà da vivere.
Quante erbacce però certo da estirpare perché la pianta cresca sana e faccia buon frutto e poi ci vuole l’acqua e un buon sole.
Il seme è la nostra vita, le nostre erbacce da estirpare, l’acqua della chiarezza che ci spiana un po’ la strada, il sole che ci nutre le ossa e l’anima, la stessa fatica di vivere, la stessa forza del voler comunque crescere e andare avanti e dare buoni frutti.
Il seme pareva secco ma non era morto, nulla è mai morto, è tutto un ciclo continuo e perpetuo, l’avevo visto mille e mille volte, da bambina la nonna mi portava tutti i giorni nell’orto, ma non ne avevo mai percepito il miracolo, l’importanza, per me erano solo pomodori da mangiare e cicorietta da tagliare.
Non è solo questo il mio orto, è una parte di me come io mi sento parte di quella terra dove i miei nonni hanno lavorato con fatica e mia suocera ci piantava o seminava i fiori.
Quelle zolle hanno percepito gioie e dolori delle mani che ne strappavano le erbacce e seminavano quei piccoli semi secchi.
Vite, tante, tutte protese in avanti con fatica e qualche seme muore e altri generano piante stupende.
Luigina
Ogni giorno è diverso
Ora,
ora è oggi
e oggi non è ieri,
e oggi mi impegno come meglio riesco
e ieri è passato.
Oggi è una nuova giornata
e anche se devo fare la stessa strada,
devo incontrare le stesse persone,
sicuramente oggi ha un sapore diverso da ieri.
Non è vero che si ripetono sempre le stesse cose,
magari sembrano uguali, ma non è così,
cambiano ogni giorno, se io le vivo e le vedo
ogni giorno solo per quel giorno,
e non per il giorno prima.
Oggi è oggi, e posso scegliere una maglietta diversa,
e anche una collana diversa..........
sembra solo una cosa piccola,
ma anche questo, fa' parte di questa giornata,
che ora lo so è unica ed irripetibile.
Non avevo mai considerato i giorni in questo modo,
ma ora mi sono accorta che ogni giorno è un pezzo della mia vita,
uno dopo l'altro,
solo io decido quale "colore" devono avere.
Ora ogni giorno è mio,
prima la mia vita non mi apparteneva.
Gabriella
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