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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 2-8 - anno 7° -
Giugno-Luglio-Agosto 2009
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PAGINA 3
"Se non mi accetti come sono, allora non provi amore"
Martin Buber
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Amore.... fino a
che punto?
Il nostro oltre che essere un rapporto d'amore, è anche un rapporto di invidia.
L'amore è contaminato da invidia reciproca.
Ma allora che amore è?
Un amore fino ad un certo punto?
Un sentimento contaminato da qualcosa che è il peggiore, il sentimento più basso e meschino che esista, l'invidia.
Non mi ero mai accorta dell'invidia che esiste tra noi.
Io per lui, e lui per me.
Sembra assurdo e demenziale, ma è così.
I nostri piccoli mondi a confronto ogni giorno.
I nostri "Io", a competere come in una gara olimpica, fino al punto di arrivare a vedere chi arriva primo.
E con quel sentimento orrendo, si scatenano poi i peggiori altri sentimenti.
Il possesso, il potere, la competizione che nasce dal confronto, e così di seguito.
Quanto è puro questo sentimento d'amore che ho, e quanta invidia c'è mescolata dentro?
Quanto è libero il mio cuore d’amare e quanto è condizionato dall'invidia per lui?
Questa unione, questa coppia, questo amore.
Amore che parola difficile...
In questo momento mi sembra la più difficile al mondo.
Quanto invece l'uno soddisfa i bisogni dell'altro e le sue aspettative?
Quanto orgoglio a confronto ogni giorno tra noi?
Quanto di tutto questo si può chiamare amore?
Quale è la libertà di amare?
In quante famiglie nel mondo esiste l'amore?
E' come trovare un diamante nella miniera, contaminato da 100 altre sostanze non pure.
Non brilla, si vede poco e non si potrà tagliare e farlo splendere nel modo migliore.
E' così l'amore tra noi, non può splendere completamente, non è libero da tutte quelle impurità.
Quanta fatica per ripulire il mio "Amore".
G. P.
Il bacio di Hayez
Il quadro è conservato nella Pinacoteca di Brera.
Hayez ne ha fatte quattro copie differenti nei particolari, per la sinuosità della stoffa azzurra della dama, la luce che si concentra sulle figure che dolcemente si baciano e proietta l'ombra sulla scala alle spalle.
È uno dei dipinti più noti, entrato nell'immaginario collettivo per la sua potenza romantica, di suggestione, di abbandono.
Fu composto nel 1861 commissionato ad Hayez da Federico Mylius, discendente di Enrico, celebre mecenate milanese.
Hayez considerò "Il Bacio" una delle sue composizioni più importanti, che traeva ispirazione da riferimenti storici e letterari per indicare l'età romantica e per diventare infine espressione del nuovo spirito del nascente Regno d'Italia.
La coppia immortalata in un appassionato bacio è una chiara allusione a Romeo e Giulietta di Shakespeare e a Renzo e Lucia di Manzoni.
Ma divenne icona della neonata nazione italiana.
In questa tela Hayez riunì le principali caratteristiche del romanticismo l'attenzione verso i concetti di naturalezza e sentimento (l'amore individuale), ma soprattutto verso gli ideali risorgimentali (l'amore per la patria, l'Italia).
Essere schiavi dei
condizionamenti crea sofferenza
Il silenzio di quello che non ho vissuto, la folla dei pensieri della mia memoria.
La richiesta d'aiuto che si lancia verso il mondo o verso se stessi.
Basta costruirsi scappatoie!
L'ignoranza rende l'uomo schiavo, lo rende brutto, ma più di tutto lo rende fragile.
Lo rende facilmente condizionabile, diventa un fantoccio da manipolare.
Così é l'uomo ignorante, abbindolato con mille pensieri o problemi inesistenti, ai quali però crede con fermezza e convinzione.
L'uomo condizionato è schiavo ha le catene, non si può muovere, non riesce ad alzarsi e camminare.
Non può correre.
L'ignoranza è la sua palla al piede.
Dove può andare?
Può stare solo nel recinto delle sue abitudini e senza di quelle, si sente perso, guai a toglierle, non ce la fa'.
Bisogna desiderare di alzarsi e correre...
Bisogna desiderare di buttare via quella palla al piede e correre verso la luce del sole.
Ma desiderarlo non basta, quello è solo il primo passo...
Gabry
L'unico luogo è
dentro
A farsi le coccole, ad amarsi, ad ascoltarsi, a confidarsi il più bello e dolce dei segreti.
L'unico luogo é dentro, per ricercarsi nell'essenza, senza togliere od aggiungere.
Senza fantasticare.
Semplicemente un viaggio per conoscersi nel più profondo dei luoghi.
Quel dentro inesplorato che mi chiama...
Unico viaggiatore.
Unico esploratore.
Unico luogo.
Luogo unico.
"Nell'immensità di uno sguardo, io sola ti aspetto".
Chiamarsi.
Non perdersi.
Amore che esplora Amore.
A. L.
Non sa né chi è, né
dov'è
L'uomo che si dimentica di se stesso, che non sa né chi è, né dov’è.
Significa che stà vivendo con abitudine e quindi è poco cosciente di se stesso.
Perso, gli viene il panico, gli viene l'ansia, si sente in trappola e non sa perché.
L'ansia, quella che distrugge ogni sorriso, che produce tensione e rabbia;
la rabbia del non capire, l'incertezza del non so come fare, o cosa fare.
La non conoscenza delle proprie capacità.
Anche di una cosa che hai già fatto, ma ti dà inquietudine.
Eppure sono cose già fatte, ma anche questa volta, c'è l'ansia che è lì pronta ad ingombrarti la mente.
Fiducia in se stessi.
Possibile che non ti ricordi che fino ad ora ce l'hai fatta, che è andato tutto sempre bene, e perché hai di nuovo timore di non farcela?
Non avere fiducia nelle proprie capacità, porta l'ansia. Il non riconoscere se stessi, il non rendersi conto delle cose buone che si sanno fare.
E' questa la vera ignoranza.
Il non ricordarsi neanche di tutte le volte che ce l'hai fatta.
Ma è così difficile rendersi conto di se stessi?
Sarebbe il primo atto d'amore per me.
Gabriella
Dualità
Dualità
centro della vita mia.
Prigioniera nei cassetti del tempo.
Buio della notte
Nel buio della notte,
gli occhi tuoi sono di brace.
Vaga il pastore alla ricerca
delle sue pecore smarrite durante il sonno suo.
Ansia e terrore minacciano il suo cuore.
Veloce va lungo i pendii del monte.
Presto bisogna far presto. Ecco la vetta
della montagna.
I suoi occhi spaziano lungo l’orizzonte.
Un sospiro di sollievo.
Un sorriso ironico.
Le pecore sono già all’ovile.
Tanto fu l’affanno. Tanta fu la paura.
Ora il tutto rientra nell’ordine naturale.
Natura
Natura
silente
nel tempo.
Colori, profumi.
Ronzii.
Il mio cuore
è leggero.
Il tormento
degli affanni
si è
placato.
Tutto
fluisce.
Tutto
confluisce.
Tutto è
sincerità,
amore.
Anima mia
riposa.
La corsa affannosa
si sta
quietando.
Noi siamo
un tutt'uno
nell’urlo
della carne
che cerca
l’approdo suo.
Ulisse ha
navigato
in mari
sconosciuti.
La vita scorre.
Tutto è
più chiaro.
Verità
unica
senza dualità.
Cuori
Un cuore grande.
Un cuore piccolo.
Ma può il cuore modificarsi?
Può il cuore diventare piccolo, grande,
buono, cattivo, bello, brutto, affascinante,
antipatico, simpatico?
Il cuore è.
Sogno?
Mi sveglio nel silenzio.
Suoni, fruscii nuovi.
Goccia d’acqua.
Rumore arcano non riconosciuto mi sveglia.
Ricordi di un tempo antico.
Tendo l’orecchio. Il vento tace.
Il silenzio del nulla.
Un sorriso affiora sulle mie labbra
e mi riaddormento.
Mare
Il mio sguardo inquieto vaga lontano.
Il mare pigramente, lambisce cale, rade incontaminate.
Lontano, piccoli velieri spiegano al vento le vele.
Raggi di sole sbucano dalle nuvole.
Catturano l’attimo.
Sulla colonna greca un uccellino saltella e canta.
Buffo è il suo movimento:
tenero nel cuore mio.
Tenerezza per me.
Ede
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