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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 5-6-7 - anno 1° -
Agosto-Settembre-Ottobre
2003
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PAGINA 4
"Dio è ingegnoso ma non disonesto"
Albert Einstein
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La singolare notte degli effimeri
Durante una caldissima giornata di quest'estate, per cercare un po' di fresco, mi sono recato in bicicletta lungo una strada campestre, fiancheggiante l'antico braccio secondario della Dora Baltea, che a tratti si allarga formando un laghetto, dove abbondano pioppi, cespugli ed erbe palustri. Sull'acqua dal fondale erboso, ho visto svolazzare dei lepidotteri simili a piccole libellule, dalle ali esili e trasparenti.
Nel vederli, mi è venuto in mente una frase di Stendhal, con la quale affermava che certi insetti "effimeri", nascendo nel mese d'agosto sul far del mattino per poi morire verso l'imbrunire, non comprendono la parola "notte".
Forse, anche noi siamo degli effimeri d'un giorno più lungo, durante il quale danziamo in un raggio di sole e crediamo di creare opere eterne. Prima di questo giorno, e dopo, accadono cose che noi non abbiamo mai visto, che non comprenderemo mai e che nemmeno possiamo immaginare. Probabilmente, gli "effimeri" che ho visto comparire gioiosamente a nugoli sulle rive umide e che al mio passaggio si sono alzati con prontezza dal loro nascondiglio per andare ad accarezzare le acque tiepide del ruscello, si credono anch'essi immortali.
Anche dentro la nostra fugace esistenza passano degli "effimeri", ancora più fuggitivi. Sono gli amici che ci volteggiano attorno negli anni spensierati dell'infanzia, che poi perdiamo al primo bivio del nostro cammino. Una prima ondata durante la scuola: sono quelli spesso amatissimi, con i quali scopriamo la vita e crediamo che affiancheranno sempre le nostre stesse orme. Ma d'improvviso, un colpo di vento se li porta lontano. E' la fine della scuola, del servizio militare e dello stesso lavoro, durato trenta o quarant'anni.
Sono persone con le quali abbiamo condiviso problemi ed inquietudini, tuttavia, nel momento del congedo, malgrado i buoni propositi, ognuno ritorna sulla sua vecchia strada, a coltivare il proprio orticello. Rieccoci così nuovamente alla ricerca di nuovi amici, nei sodalizi culturali, nei partiti politici, nel volontariato o fra i gruppi che nutrono i nostri interessi. Ancora una volta speriamo che il legame sia solido, poiché gli obiettivi comuni formano un nodo importante, talvolta duraturo. Non immaginiamo però che un soffio leggero basta a curvare, come canna al vento, quel rapporto che credevamo felice: malattie, impegni di varia natura, i figli, gli anziani.
Così, quelli che si agitano intorno a noi, non sono più gli stessi di prima, perché ora durano sempre meno.
Bisogna sapersi fare sempre nuove amicizie, ovunque ci si trovi, pur sapendo che le adozioni si perdono continuamente: quante covate di amici abbiamo mutato! Eppure, qualche legame rimane saldo e resistente: sono quelli che riusciamo a riannodare perché stanno al di sopra degli interessi e delle passioni umane.
Tutto ciò che riunisce ed accomuna nel sacro vincolo dell'amicizia, contribuisce ad arricchirci interiormente e a vivificare i sentimenti contro l'oblio. Tutte le circostanze che ci impongono di incontrare gente che ama la vita, l'arte, la poesia, la musica, la letteratura e che condivide i nostri gusti, sono sante. E se avremo avuto la fortuna di poter trascorrere molti anni accanto a coloro che ci hanno accompagnati fin dai primi passi, quello sarà per noi il più sicuro sostegno.
A differenza degli effimeri di Stendhal, che si illudono di vivere eternamente, noi invece, sappiamo bene che il nostro volo sarà breve. Ci spaventeremo meno se, di tanto in tanto, un altro paio d'ali sbatterà l'aria amabilmente accanto a noi.
Mario Ogliaro
Aspettare
Aspettarmi sempre qualcosa dagli altri e per questo torturarmi e torturare gli altri.
Gli altri, che comunque non sanno perché sono altri, ed anche loro aspettano.
Così a forza di aspettare sprechiamo la vita e non sappiamo apprezzare tutte le cose belle che ogni momento essa ci offre.
Giorgia Marchetto
Bisogni e paure
impediscono la serenità
Scrivo il mio pensiero, scrivo le mie paure che assorbono la mia esistenza; le paure della morte, le paure di malattie, le paure di non poter apparire, le paure sul lavoro sono in me, sono nel mio presente e schiacciano la mia vita soffocano la mia esistenza, creando in me le competizioni di ciò che penso di essere.
Ci sono pensieri che creano le sofferenze della propria solitudine: quanto pensare esiste nella nostra vita, quanto pensare si impadronisce di noi, facendoci correre a destra ed a sinistra per il gusto di farci correre.
Ci sono pensieri invisibili che affiorano e spariscono, ma ti hanno portato con loro.
Queste sono le paure della non esistenza, la paura che tutto svanisca e non ti sei reso conto di aver vissuto queste paure: esse accompagnano la mia esistenza senza il mio riconoscerle.
Peppino Carrè
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