Ego Filosofia:
leggi il giornale EGO:
2003:
2004:
2005:
2006:
2007:
2008:
2009:
2010:
2011:
2012:
2013:
2014:
|
|
Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 10-11 - anno
4° - Ottobre-Novembre 2006
|
PAGINA 2
"Quando l'acqua ci arriva alla gola, è sciocco chiedersi se è
potabile"
anonimo
|
I mali dell'Invidia
... è una trappola
Per tutta la mia vita sono stata intrappolata nella solitudine che mi ha dato l'invidia.
Eppure sono stata molto fortunata lo stesso.
Ho incontrato nel mio cammino persone che mi hanno amata e mi hanno voluto bene lo stesso, anche per quello che ero, anche con i miei stati d'ira sono stata amata, sostenuta,sopportata ed aiutata.
Ed io non ho mai capito niente, non ho mai apprezzato le loro mani tese verso di me, intenta come ero a giudicare e ad invidiare; cieca più di una talpa, cieca all'amore, all'affetto ed ignorante di tutto.
Ignorante come un uomo delle caverne.
Adesso mi sembra di rivedere tutte le volte che ho rifiutato un aiuto, senza rendermi conto che il mio orgoglio, dettato dal giudizio, mi impediva di vedere anche un piccolo gesto di amicizia e di affetto.
Quanta ignoranza, quanto tempo perso nel mio ignorarmi.
Quanti gesti d'amore perduti, quanta solitudine mi ha portato tutto questo.
Quanto dolore inutile e quanta cecità.
Sarebbe stato tutto più semplice, più sereno e più dolce.
Ma io quella dolcezza la rifiutavo, la scambiavo per giudizio e così non sono stata in grado di ricambiare.
Solo prendere, mai donare, mai ricambiare, solo orgoglio, giudizio e rabbia.
Questa è la formula dell'ignoranza assoluta.
Ora basta, ora non deve essere e non dovrà essere più così, lo so che il tempo trascorso non può tornare, ma avere più accettazione di me e dei miei limiti, mi aiuta ad accettare di più l'aiuto degli altri.
Che se ci si aiuta a vicenda è tutto più semplice, e più facile ogni giorno, fuori da quella trincea dove mi sono buttata da sola.
La trincea dell'ignorarmi e della solitudine.
Invece c'è sempre una mano pronta ad aiutarmi, dipende solo da me.
Gabriella
----------------------------------------------
... è disastrosa
La mia invidia è una perfida compagna, non si rivela solo quando io guardo, ascolto, sento, percepisco, no, è proprio dentro i miei pensieri.
Basta un pensiero, un pensiero verso una persona, il ricordo di quella persona, di quello che fa o ha fatto e come un film lei si ripresenta e mi disturba, perché mi distrae da quello che sto facendo in quel momento e mi immergo in quel pensiero.
Rivivo quel ricordo e ci aggiungo altri particolari che mi allontanano da dove io sono in quel momento, e mi rituffo nel ricordo aggiungendo la sensazione dell’invidia del presente.
E quando mi accorgo che allora non sono in quello che faccio, ma in quello che ho fatto, che ho pensato, che ho vissuto prima, aggiungendo dell’altro, l’invidia del presente, sento il mio vuoto, vuoto del mio tempo, del mio tempo presente non vissuto e che diventa passato, tempo sciupato, non vissuto, sprecato.
Gianna
Le ortensie vengono dall’Himalaya.
Sono venerate in Cina ed in Giappone dove vengono denominate “rugiada della terra”. In Europa giunsero nel 1500. I greci le chiamarono “orte” in omaggio alle loro voluminose foglie.
Gocce di rugiada
Ortensie, ortensie azzurre e rosa dai colori tenui ed il verde fogliame, sono qui davanti a me sullo scrittoio, uscite per incanto dalla stampante a colori del mio computer e la fantasia galoppa.
Le vedo già lì nei vasi, sotto il muretto, ne accarezzo i petali e gusto già le forme. Il mio giardino mi chiama, mi aspetta, lo sogno e desidero viverlo il più possibile e mi chiedo quante volte l’ho vissuto e quante volte l’ho guardato, ignorandolo, non ascoltando la sua voce, né il suo richiamo.
Quando la mente è tormentata da mille pensieri contorti e l’animo è in subbuglio, nessun giardino può toccare il mio cuore: è come se i miei occhi, pur guardando, non vedano e portino dentro forme senza il sentire, senza l’amore.
Non basta vivere in mezzo al bello, occorre esserlo il bello, avere uno stato d’animo sereno, pulito, altrimenti il linguaggio dei fiori e delle piante chi lo può sentire?
Un guazzabuglio di pensieri compromette l’olfatto e non lascia penetrare il profumo fragrante di una pur stupenda rosa, né l’occhio più attento, ma poco limpido, può vedere la bellezza della sua forma ed il tatto accarezzare con dolcezza la morbidezza dei suoi petali; passando, distratti, ci s’inceppa quindi nella puntura di una delle sue spine e non si va oltre.
C’ è un giardino dentro di me che ha tante erbacce e soffoca in parte le rose profumate che ognuno di noi si porta dentro.
Luigina
Elogio al gatto
Il gatto del vicino dorme sul nostro tappeto, fuori dall’uscio.
E’ un’immagine tenera.
La guardo, mi pare il gatto di una favola antica, vicino al focolare domestico, lì accanto ai piedi della nonna.
Ad un tratto mi vengono i lacrimoni.
Ho sentito l’importanza di un animale domestico, il calore, la compagnia, ho compreso perché ci riempie un po’ la nostra solitudine con la sua forma, il suo morbido impatto, la sua grazia calda, le sue fusa che chiedono un po’ di latte.
Ho capito quanto è grande il nostro bisogno di compagnia e di condividere la giornata.
L. A.
L'organza di se
stessi
L'unico progetto possibile é l'amore, condizione ideale di vita, frumento e grano, l'unico progetto e la considerazione ed il rispetto, organza di se stessi, l'unico progetto è adagiarsi alla mutevolezza e differenza che ognuno porta in una battaglia di considerazione che inizia agli albori della vita, l'unica considerazione possibile è il progetto di sviluppare la propria conoscenza attraverso un osservazione della memoria, degli strati quotidiani che la memoria depone sul proprio essere, che non cosciente crea peso, architettura fragile nella vita, dura della considerazione di sé perché imperforabile.
L'unico progetto è la vita nell' azione dei desideri, velo da vivere per non trovarsi mendicanti di un affetto irrecuperabile da
altri......
l'affronto alla mente, alla statura delle imposizioni, la mente sgombra....
l'alba e il tramonto....
imperturbabili....
Nicola Cocino
Il cuore
Lo sento il mio cuore che soffre.
Se si fa sentire è perché c’è e ho il cuore perché vuole vivere e voglio vivere.
Non puoi pensare di poter solo amare incondizionatamente ai torti subiti, voglio amarmi di più e amare il mio cuore che sarà più libero quando lo libererò da pensieri dolorosi.
Gene
Vedere, sentire
Quando guardi incantata l’alba, quando ti commuovi davanti al sole che tramonta nel mare, quando guardi la luna rossa che sorge dal mare, quando guardi il cielo, le stelle, quando guardi e senti dentro tutta questa bellezza immensa, come fai a non credere all’esistenza di Dio?
Gianna
|