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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 10-11 - anno
4° - Ottobre-Novembre 2006
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PAGINA 6
"Il criminale, potente o misero che sia,
è una sorta di ammalato e come tale dovrebbe essere
trattato"
Mahatma Gandhi
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Scrivere in silenzio, parlare in
silenzio.......
a volte le parole più belle vengono quando si sta in silenzio.
Non è necessario gridare, perché gridi?
Perché vuoi far sentire agli altri che esisti.
Se gridi è perché non ti senti, e vuoi che gli altri ti sentano.
Se gridi ti senti inferiore agli altri, e devi e vuoi farti ascoltare.
Per esprimere la propria spontaneità, lo puoi fare anche in silenzio, o sottovoce, non esiste in nessun altro modo l'eleganza del silenzio.
Parlare piano, parlare lentamente, pacatamente e scopri che gli altri ti ascoltano più volentieri, ci sei di più, sei più accettato, se gridi dai fastidio, non sei nessuno e nessuno ti vuole ascoltare.
Si grida per disperazione e per solitudine, perché hai bisogno di considerazione e non per espressione libera.
Se urli non sei libero, sei intrappolato dalle tue stesse parole.
Sei più libero nel silenzio, ed anche quella spontaneità è serenità del parlare, sei libero e non schiavo da quel fiume di parole, che nascono dall'agitazione che si ha dentro.
G. P.
Confusione
Non ho più scritto!
Cose vecchie, cose nuove, cose recenti, tutte accavallate hanno creato un certo mal vivere, una tristezza, una delusione, da dove cominciare?
Sono solo cose, sì solo cose che mi creano malumori, ma non di certo mi fermano, sono cose che girano attorno a me non come le vorrei io, ma così come arrivano dagli altri e devi star ferma cercare di comprendere (difficile), lasciar andar che il tempo faccia il suo corso, mai agire nella rabbia o nell'immediatezza dei rancori, rancori fermi ma non risolti e che non puoi risolvere.
Ferma dall'agire, ferma perché i condizionamenti ti condizionano la vita.
G. S.
Pensieri sommersi
E' nell'eleganza di un fiore, che si sente il profumo della terra.
Della Terra madre dei respiri di ogni filo d'erba.
E' nel silenzio della notte che si ascoltano i rumori più dolci o i pensieri più bui, non ci sono momenti più profondi e veri.
Nel silenzio della notte c'è il sussurro del cuore o la danza macabra dei pensieri più dolorosi.
E' nel calare della nebbia che si trasforma la visione del mondo; intorno è come un velo di mistero che invita alla riflessione di ogni percorso ed alla ricerca di un rifugio.
Ma è davanti all'immensità dell'oceano che si percepisce immediatamente quanto è ridicolo e patetico l'uomo con la sua arroganza, con la sua presunzione, la sua ignoranza.
Nulla può domare l'oceano, è una forza senza eguali, non esiste uomo anche il più "potente" della terra, che possa neanche avvicinarsi al suo centro, senza rischiare la vita.
L'oceano è l'assoluto, la forza, l'essenza della forza divina scesa su questo pianeta.
E' il profumo dell'eterno e dell'assoluto, davanti al quale l'uomo è solo uno stupido fuscello.
G. P.
Dormo con l'invidia
Mi sveglio e ho l'invidia!
Che schifo, non mi lascia libera, mi sento prigioniera, sono bloccata, incastrata, vorrei andare più libera verso di lui, ma sento che sono bloccata, pesante, che brutta cosa, ma perché mi devo sentire così, se non ho neanche iniziato la giornata?
Sono così perché lo ero anche ieri, e la mia mente mi domina con abitudine, è la tirannia della mia vita, che mi sovrasta, mi comanda, ed io non sono abbastanza forte per non farmi sovrastare da lei.
Mi sento in trappola, sono in suo possesso, che galera che patimento, ogni giornata è così, e ci sono talmente abituata che non mi accorgo del suo dominio.
Mi devo liberare, mi voglio liberare, voglio fare la RIVOLUZIONE, voglio la mia rivoluzione, voglio sparargli a viso aperto, neanche da dietro le barricate; ma è veramente lei che mi comanda o sono io che le lascio il dominio?
Sono io che sono troppo abituata ad averla accanto a me.
Non la voglio più come compagna di vita, voglio me, voglio la mia vita!
G. P.
Ossigeno
Il soffio d’aria ha mosso il lampadario.
Lo guardavo dondolare lentamente, un soffio d’aria benedetta in questa calura infernale, un soffio d’aria, non si vede, non si tocca, ma esiste.
Esiste come le parole, sono soffi d’aria, ti entrano dentro e solo chi le riceve sente cosa succede dentro.
E’ solo aria, ma aria che smuove, che rallegra o uccide, che ti fa sentire viva o morta, è solo aria, ma senza quel solo aria non si vivrebbe, eppure quell’aria entra anche con le parole dentro di noi e noi le facciamo entrare dentro gli altri, solo che non vediamo quello che possono causare se non attraverso la reazione dell’altro, le parole dell’altro o il movimento dell’altro.
Le nostre parole piene di aria, che possono far rinascere o possono far morire dentro.
Gianna
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