Ego Filosofia:
HOME
IL GIORNALE EGO

leggi il giornale EGO:
numero ZERO

2003:
numero 1
numero 2
numero 3-4
numero 5-6-7
numero 8

2004:
numero 1
numero 2
numero 3
numero 4
numero 5-6-7
numero 8-9-10-11
numero 12

2005:
numero 1-2
numero 3
numero 4
numero 5
numero 6-7-8-9
numero 10
numero 11
numero 12

2006:
numero 2
numero 3
numero 4-5
numero 6-7-8-9
numero 10-11
numero 12 

2007:
numero 1
numero 2
numero 3
numero 4-5-6-7
numero 9-10-11
numero 12

2008:
numero 1
numero 2-3
numero 4-5-6
numero 7

2009:
numero 1
numero 2-8
numero 9

2010:
numero 10

2011:
numero 1
numero 2

2012:
numero 1

2013:
numero 1
numero 2
numero 3

2014:
numero 1
 

 

 

 

Ego - il giornale
Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 10-11 - anno 4° - Ottobre-Novembre 2006

PAGINA 4

   "Se Dio volesse punire gli uomini secondo quello che meritano,   
la terra sarebbe un solo immenso deserto"   
Maometto

La mia memoria

Sto pensando alla memoria. 
Alla mia memoria. 
Ho sempre sottovalutato l’importanza fondamentale della memoria nel mio vivere quotidiano. 
Perché se non la conosco, anzi, se non la “riconosco”, lei vive al posto mio.
Ma è una cosa enorme!
Mi sono soffermata con calma perché voglio veramente comprenderla, questa potenza 
che non si vede, non si tocca, ma c’è! 
Tutto il mio essere ne è permeato, ogni mia cellula!
Quello che ho dentro, le sensazioni, gli impatti di fronte a qualsiasi cosa, i malumori che non capisco, gli stati d’animo, la mia pigrizia, ma anche la mia presunzione, le mie ribellioni, i miei “no”, ma anche quando mi commuovo e tendo la mano, arriva tutto da lì. 
La spiegazione di tutto è già lì, nella mia memoria.
Ecco da dove nasce il pensiero e perché si trasforma in azione. 
Siamo costruiti così.
Adesso comincio a capire quando Carla dice che ”Siamo memoria”. 
Non l’ho mai sentito dire da nessuno, eppure è una grande verità. 
Quindi tutti quanti, senza rendercene conto, viviamo di memoria. 
Lo sto osservando nei miei comportamenti, nel rapporto con mia madre, ad esempio, a volte conflittuale. 
Ora capisco da dove arrivano le mie reazioni. 
E nel momento in cui lo vedo sento che mi quieto, divento presente, slegata dall’equivoco dell’abitudine, che mi farebbe ripetere queste reazioni, che farebbe dell’attimo presente, nuovo, unico ed irripetibile, altra memoria uguale alla vecchia, stampando sempre le stesse fotocopie dolorose.
Ho provato ad osservarmi dalla mattina quando mi sveglio. 
Ogni azione è dettata da un’abitudine, quindi dalla memoria.
Non un gesto, anche piccolo, che non sia già registrato lì. 
Ecco perché dico che l’ho sempre sottovalutata. 
A lei nulla sfugge. 
Spesso è spietata, perché ti mette di fronte a quello che sei veramente, senza inganno, anche se cerchi di nasconderlo, di camuffarlo. 
Lei sa. 
Lei non la inganni. 
Finalmente ci troviamo di fronte ad una definizione di Giustizia, veramente uguale per tutti. 
Stesso meccanismo per tutti. 
Tutto quello che combini di bello, di brutto, va’ a finire in memoria. 
Tutto. 
Anche il non detto e il non fatto.
Bastano i pensieri a sporcare la memoria. 
E per ripulirla!
Te li andrai a prendere uno per uno, se vorrai. 
Altrimenti li lascerai accumulare fino a formare uno strato alto una vita.
Ognuno di noi ha la responsabilità della propria memoria, che è come dire: della propria vita. 
Una bella impresa!

Rosanna

 

Catene

Il mio specchio e le sue aspettative deluse ed i suoi rancori che sono i miei.
Mi fa impressione questa grossa catena mai spezzata, anzi rafforzata dagli impatti continui ammucchiati nella memoria e compressi lì, nel dolore e nella frustrazione fino a scoppiarne, a non poterne più.
Ho capito solo ora che cos’è una frustrazione: è una negazione al vivere, un castrarsi continuo con la propria ottica sbagliata e senza guardare l’ottica e la ragione dell’altro.
E’ un mucchio di letame spesso ed indurito dal tempo, con una miccia al di sotto di tutto, pronta ad esplodere come un vulcano. 
E così sono finita in una grande confusione.
Ma se mi guardo in modo attento, il nocciolo è lì: una delusione continua e prolungata nel tempo, ispessita da false offese create da me, di quell’impormi di “farne a meno” che invece non è e porta solo a detestare la persona di cui vorresti fare a meno.
Non si fa a meno di nessuno, se ce lo imponiamo, è solo la comprensione del problema che ci aiuta a sciogliere quel dolore che accompagna ogni imposizione ed ogni atteggiamento di possesso nel confronto degli altri.

Luigina A.

 

 

Silenzio

Comincio a comprendere che la vera realizzazione dell'uomo sia..... silenzio.
Il bello è realizzarlo qui! 
Nella palestra della vita, dove il rumore non manca.

Enzo

 

Il sassolino

Semplicemente bene...
come su un emisfero a guardare il tutto sopra, sopra tutto, i pensieri subito costruiscono forme, appena guardi si frappone un tuo costruire, il filtro che ti impedisce realmente di guardare...
fermo, c'è meno rumore, il silenzio che cerco, il vento parla, realmente parla naturale come un dolce dialogo...
la mente si ferma, i sassolini sono animati, popolo della terra, cose animate cose inanimate, una sensazione leggera come camminare senza piedi poi un cammino più pesante pensando allo sforzo...
sensazioni, leggerezze, rimandi, tessuti, luce, interezza...
quanto si perde, non facile essere col tutto.
Accarezzo la macchia mediterranea, è silente, è silenzio sospeso senza pensieri, semplicemente bene... 
non sono abituato certo solo di aggiungere e di non essere con le cose...
Sensazione reale del sentire terra terra tutto tutto il costruttore di forme fermo che osserva...
un assenza di peso...

Nicola Cocino

 

Presunzione

Il desiderio di essere riconosciuti porta alla presunzione.
La presunzione in fondo è un mendicare.
Hai bisogno di affermarti, hai bisogno che qualcuno creda in te, senti il desiderio di avere un riconoscimento, di sentirti importante per qualcuno o per qualcosa, e si diventa presuntuosi.
Presuntuosi per il poco sentire te stesso, quanto vali, ed il bisogno di sentirtelo dire dagli altri.
Ma gli altri fanno lo stesso, c'è sempre in tutti il desiderio di essere riconosciuti.
Ma perché tu da solo non lo sai fare?
Per te stesso non sei importante, non conosci il valore delle cose che sai fare ed hai imparato?
Non te ne rendi neanche conto, perché non solo non sei cosciente dei tuoi errori e dei tuoi difetti, non lo sei neanche per le cose buone che sai fare e che sei.
E la domanda è sempre la stessa, chi sei?
Non credi che agli altri in fondo non gliene importi molto, ma deve importare a te?
La devo finire di non considerarmi e di lasciarmi da sola, quel giorno forse finirà anche la mia presunzione.

Gabriella

 

 

E G O
Centro Culturale di Ricerca Filosofica

via Reano 1/bis - 10141  Torino
tel. e fax +39 011 3853793 
e-mail  ego@egofilosofia.it 

- Ego ©2002-13

torna alla home page

sali ad inizio pagina