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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 3 - anno
4° - Marzo 2006
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PAGINA 1
"Esperienza: non è quello che ti succede,
ma quello che fai con ciò che ti succede"
Aldous Huxdey
scrittore inglese non vedente del secolo
scorso
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Il mare ci da l’idea dell’infinito
L'uomo nell'infinito
Il tempo preoccupa tutti.
È uno dei temi più ricorrenti.
Terrorizza chi non è più giovane, ed accende la speranza per chi non è ancora anziano.
Era uno degli argomenti più dibattuti anche dai filosofi antichi che cercavano nell’arcano di trovare una spiegazione che non suscitasse sgomento.
La paura del tempo che passa nasce nell’individuo soltanto perché pensiamo che quando arriviamo alla fine della nostra vita, di colpo scompaia tutto ciò che ha fatto parte della nostra esistenza.
Ma così non è. Lo dimostra il fatto che in natura c’è stata una progressiva evoluzione.
E l’uomo è all’ultimo gradino di questa evoluzione.
Ora facciamo una considerazione: come può essere che l’evoluzione, esistente prima di me si annulli improvvisamente?
L’evoluzione è la parte più bella della creazione.
Perché dovrebbe interrompersi?
Perché dovrebbe finire tutto?
Non è possibile.
Sarebbe veramente un controsenso.
L’umanità ha paura di questo nulla, perché si ritiene che “oltre la siepe” vi sia nulla, un nulla senza un qualcosa. In realtà è un nulla che è pieno di tutto quello che noi siamo.
Di tutto quello che noi conosciamo.
C’è l’Universo intero in quel nulla, in quello spazio infinito.
La scienza ci dice che dal grande “Bang” iniziale il processo evolutivo ha iniziato a costruire tutto ciò che vediamo, gli astri, le stelle, le terre i mari, le piante e gli animali, arrivando all’uomo.
Noi rappresentiamo la parte più bella del creato, tanto bella che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Se l’evoluzione si fermasse, lui, che ha creato tutto, dovrebbe finire con noi?
È assurdo!
Ogni tanto gli uomini si perdono in disquisizioni che non approdano a nulla.
Un nostro lettore torna su una vecchia questione: Dio è maschile o femminile?
Io credo che sia l’uno e l’altro.
Il linguaggio popolare ha messo Dio al maschile, forse per sottolineare un senso di autorità, oppure un aspetto del potere che il sesso maschile, vorrebbe avere sulla donna...
Però, per parlare in grottesco, sappiamo che ci sono più donne di uomini, così la cosa, tradotta in chiave elettorale visto che siamo in questo periodo, vorrebbe dire che la decisione reale di governo è stabilita dalle donne e non dall’uomo, e politicamente quindi è la donna che decide chi deve governare una nazione.
Per tornare al tema di Dio bisogna notare che il progresso civile ha sempre pensato al maschile, quando poi in effetti un uomo senza una donna non fa molto.
Nella realtà del quotidiano si può poi constatare che una donna fa cose che un uomo non riuscirebbe.
Penso che la qualità maggiore di una donna sia la costanza, infatti per rimanere ancora diritta dopo migliaia di anni di supremazia maschile, dobbiamo riconoscere che il sesso debole a ragion veduta, è poi il più robusto.
Lo scorrere del tempo spaventa tutti.
Perché quasi tutti hanno il terrore di invecchiare. Pensare che, dentro, non si invecchia mai. Certo se uno guarda solo il proprio corpo, oppure le cose materiali che ci stanno attorno, vediamo che tutto sfiorisce, tutto perde la freschezza della gioventù, perché la vecchiaia è un’espressione nel tempo. Invece la nostra parte profonda, dentro di noi è senza tempo, di conseguenza non appassisce mai, perché c’è sempre un rinnovamento.
Le rughe, i capelli bianchi possono essere ritoccati, ed è giusto che, se uno ne sente il bisogno, curi il proprio aspetto con espedienti estetici. Ma il tempo non si può bloccare. Il suo trascorrere scatta dal momento che uno nasce e va avanti sino a quando finisce.
È un’illusione pensare che esso possa essere sconfitto con una crema od un colpo di bisturi.
Nel tempo ci sono tutte le cose che finiscono, che hanno un ciclo limitato, un inizio ed una fine.
Oltre il tempo c’è solo lo spazio infinito.
Ma attenzione non è uno spazio senza niente, perché tutta la creazione viene da quello spazio infinito.
Là c’è tutta la creazione.
Facciamo un esempio: prendiamo un pittore, a questi improvvisamente viene un’idea da dipingere.
Un attimo prima non aveva nessuna ispirazione.
Ma ecco che da quel nulla gli viene l’idea.
Prende i pennelli e dipinge sulla tela quella sua intuizione.
Ripeto: prima non aveva nulla, non c’era nulla e non c’era il tempo, perché il tempo è nato nel momento in cui lui ha materializzato nel pensiero l’oggetto da dipingere.
Poi lo ha dipinto e lo ha concretizzato, lo ha fatto diventare materia.
Quindi dal nulla è nato un pensiero che si è trasformato in materia.
Noi infatti in questo modo siamo anche creatori.
Carla Orfano
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