Ego Filosofia:
HOME
IL GIORNALE EGO

leggi il giornale EGO:
numero ZERO

2003:
numero 1
numero 2
numero 3-4
numero 5-6-7
numero 8

2004:
numero 1
numero 2
numero 3
numero 4
numero 5-6-7
numero 8-9-10-11
numero 12

2005:
numero 1-2
numero 3
numero 4
numero 5
numero 6-7-8-9
numero 10
numero 11
numero 12

2006:
numero 2
numero 3
numero 4-5
numero 6-7-8-9
numero 10-11
numero 12 

2007:
numero 1
numero 2
numero 3
numero 4-5-6-7
numero 9-10-11
numero 12

2008:
numero 1
numero 2-3
numero 4-5-6
numero 7

2009:
numero 1
numero 2-8
numero 9

2010:
numero 10

2011:
numero 1
numero 2

2012:
numero 1

2013:
numero 1
numero 2
numero 3

2014:
numero 1
 

 

 

 

Ego - il giornale
Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 3 - anno 4° - Marzo 2006

PAGINA 4

 "Ridere è il sole che scaccia l'inverno dal volto umano"  
Victor Hugo

 

 

Comprendermi

Cosa è bello e cosa non lo è. 
La bellezza, non accettata, non cercata; rifiutata fa paura. 
La bellezza in tutte le sue forme, in tutte le sue espressioni, essere vivi.
Vivere intensamente, mordere la vita, non lasciarsi sfuggire neanche un attimo. 
Questo sarebbe il bello.
Fare ricerca, guardarsi dentro. 
Osservare i movimenti, le parole, le espressioni, i modi di dire, il rapportarsi agli altri.
Questo è bello! 
Lavorare seriamente, fare con piacere, creare.
Avere la "coscienza a posto". 
Essere professionali, non trovare delle scuse, guardare negli occhi chi ci parla, essere onesti. 
Questo è bello! 
Il bello si esprime se noi gli diamo spazio. 
Il bello è in noi e non ci deve fare paura. 
Gli stereotipi franano i nostri desideri che rimangono chiusi nei cassetti e soffocano.
Il bello ha bisogno d'ossigeno. 
Il bello ci appartiene e non ci deve fare paura.

Alina

 

La mia vita

La mia vita, i miei pensieri si muovono con autonomia, si spostano a loro piacimento dentro me, creando i miei stati d’animo. 
Essi attingono da ciò che ho nella memoria e portano a rivivere le sensazioni passate. 
Con l’immaginario le paure mi avvolgono, lasciandomi poco respiro.
Non sono capace di rimanere dove sono, essi vengono e mi portano nel mondo che ho dentro la mia testa, sono sempre pronti ed attenti a rapirmi, spostandomi nel labirinto della mente. 
E tu sei lì ma non ci sei, sei un tutt’uno con ciò che pensi. 
Questo vivere così assente al presente, questo portarmi di qua e di là riproponendomi le stesse cose, sempre ciò che ho già vissuto. 
Questa energia prende il sopravvento sulla mia vita, e sono io che glielo permetto.
Tutto sa e si ricorda, a volte sembra che non ci sia, ma sta pur certo che quando meno te lo aspetti salta fuori una cosa che non pensavi di ricordare, per distoglierti dal tuo presente, nel presente non si esprime.

Peppino Carè

 

 

La testa e i pensieri

Testa, la testa, ho tutto in testa, mi gira la testa, ho la testa che mi scoppia a volte. 
I pensieri corrono e girano e si fissano, chissà perché succede con i pensieri brutti, quando si sta male. 
A volte, quando sto bene oppure sono in un bel posto, mi sembra di non pensare... sto bene... sono lì e la testa sta ferma, non mi accorgo neanche di avere la testa ferma, magari sento il sole caldo, vedo un bel paesaggio e non penso......e poi, magari, un pensiero prende forma e disturba il tutto.
Certe volte, quando sto male, vorrei tagliarmi la testa... togliere il casino ed il rumore che c’è: è come avere la testa in discoteca... c’è talmente tanto rumore che non si capisce più niente!
E non riesco a fermare i pensieri, cerco di convincermi: “dai, non pensare così... non è vero... è la paura, l’ansia”.... ma non serve a nulla, loro tornano ossessivi. 
La violenza non serve, schiacciarli non serve, loro sono sempre lì. 
Vorrei un po’ di serenità nella mia testa, vorrei non essere la preda dei miei pensieri.

M. B.

 

Comandante

Incredibile questa forza che sovrasta e che si vuole esprimere: il comando, il potere legato all'invidia.
Avere sempre tutto sotto controllo. 
Un generale.
Tutto ordinato: gli scaffali in negozio, i libri, i quaderni.
In casa la pasta al suo posto, le pentole, gli asciugamani. 
Conosco io il metodo migliore.
Posseggo la formula perché io sono migliore di te, in tutto migliore di te. 
Vi indico con un dito. 
Io sono e basta. 
La migliore, ma migliore di chi? 
Questo controllare tutto mi fa sballare quasi perdere la direzione, mi distrae, mi porta a non capire a non osservarmi.
Ma allo stesso tempo sento in me quella parte migliore che vuol farsi avanti, sopraffare "ME COMANDANTE". 
Sento che in questo momento è come se dovessi sciogliere un nodo per arrivare ad intravedere un bagliore che mi dia l'ossigeno per continuare. 
È un momento di dualità. 
Non mi voglio distrarre. 
Mi chiedo perché sento così forte questo Potere. 
Che cosa ho paura di perdere?

Alina

 

 

La mia rinuncia

Rinunciare che brutta parola di solito non si vorrebbe mai farlo, implica il non vivere un desiderio, un bisogno una speranza.
Rinunciare per non apparire egoista. 
Rinunciare per apparire buona. 
Rinunciare per sembrare diversa da quello che sei.
Rinunciare per sentirsi grande. 
Io rinuncio tutte le volte che non vivo me stessa.
Tutte le volte che recito, rinuncio alla verità che è dentro di me, eppure la rinuncia fa parte della mia vita, in un modo o nell'altro, ci sembra sempre di rinunciare a qualcosa.
Quando le parole non vengono espresse rinunciamo.
Quando la vergogna ci prende rinunciamo a vivere i nostri sentimenti.
Rinunciare è bloccare la spontaneità, la voce del cuore.
Rinunciare è sentire la solitudine.
La rinuncia blocca il tuo essere in una falsa realtà costruita e non sentita. 
La rinuncia ti alimenta grandi tensioni.
Se c'è rinuncia non c'è amore per se stessi e non siamo presenti nella nostra vita.

Morena

 

 

Antenne

Se sei presente senti le emozioni degli altri, oltre alle tue: le tue antenne diventano più attente e vigili e le cose ti arrivano chiare.
Un gesto, una parola, un pensiero, il pensiero che ha fatto muovere le labbra per dire quel che hai sentito e dietro al pensiero tutto un vissuto, una memoria, emozioni, reazioni,vittorie e sconfitte.
Se sono presente colgo al volo, posso dire una parola buona, fare un gesto che dà equilibrio, far si che gli incontri con gli altri siano piacevoli e restino tali nelle nostre memorie già piene di impatti non altrettanto buoni.
Se si è fuori, proiettati all’esterno di se, con giudizi ed invidie, tutto questo non avviene, poiché né gli occhi vedono pur guardando, né le orecchie sentono pur ascoltando, manca la sensibilità ed il cuore. 
Il cuore c’è se c’è pulizia dentro e quella serenità e pace che c’è se sei lì dentro di te e rispetti i mondi altrui con pregi e difetti simili ai tuoi e non ti ergi a giudice supremo, come se la tua verità fosse l’unica e non solamente un’ottica diversa e personale, la tua ottica dettata dal tuo mondo veramente unico.

L. A.

 

 

E G O
Centro Culturale di Ricerca Filosofica

via Reano 1/bis - 10141  Torino
tel. e fax +39 011 3853793 
e-mail  ego@egofilosofia.it 

- Ego ©2002-13

torna alla home page

sali ad inizio pagina