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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 6-7-8-9 - anno
4° - Giugno-Luglio-Agosto-Settembre 2006
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PAGINA 1
"La nazione che distrugge il suo suolo distrugge se stessa"
Franklin Delano Roosevelt
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La Sfinge era un oracolo.
Il popolo la interrogava per conoscere le proprie aspettative.
Era presente nella mitologia Greca ed in Egitto.
La Sfinge egizia appare come un leone disteso sul terreno.
La testa riproduce quella del faraone.
Quella di Ghizeh, nella foto, è la più antica e la più grande giuntaci (57 x 20 m).
Fu scolpita su una roccia rimasta nel sito di una cava sfruttata per la piramide di
Cheope.
Aspettative e
delusioni
La delusione avviene quando noi ci aspettiamo qualcosa, e questa non arriva come l’avevamo immaginata.
Questo è un argomento che crea un dolore immenso negli uomini.
Oserei dire che il 90 per cento del dolore è creato dall’aspettativa delusa.
Come tutti gli esseri umani, noi ci aspettiamo sempre un qualche cosa dagli altri.
Il punto chiave è che ce lo aspettiamo come noi lo abbiamo immaginato mentre l’altra persona non ragiona con la nostra ottica.
Essa ha un’altra testa, un altro cervello, un’altra mentalità, e ci risponderà sempre dalla sua ottica, pertanto noi ne possiamo rimanere delusi, perché il suo dire non risponde a quanto immaginavamo.
E questo, dunque, ci fa stare male.
Ci fa soffrire, ci crea molto dolore.
Questo è un argomento complesso perché crea notevole malessere: la gente poi fa fatica a comprendere che anche l’altra persona si aspetta qualche cosa.
Purtroppo siamo molto egoisti, pensiamo sempre a quello che abbiamo bisogno noi, non teniamo conto di quello che vorrebbero gli altri.
Solo le persone che evolvono diventano altruiste, ma questa qualità deve avvenire nel modo autentico, cioè che non sia conseguenza di un’autoconvinzione.
Dire “io sono molto altruista” fa chic… in realtà una persona che lo è veramente non lo dice.
Ora ci domandiamo: è possibile modificare questo aspetto dentro di noi?
Ossia cercare di non stare male, cioè pensare già prima “è inutile crearmi un’aspettativa” quindi “Non devo crearmi
un’aspettativa”…
Chi ha un’aspettativa è giusto che se la ponga.
Ma è altrettanto giusto considerare che l’aspettativa che mi creo io, è solo mia.
È come la vedo io.
Invece siamo molto cocciuti nell’interno di noi, nel volere far ragionare l’altra persona come vogliamo noi.
Questa situazione scatena il litigio tra due persone, ed è uno dei motivi per cui tanti matrimoni falliscono.
È incredibile come questa aspettativa non soddisfatta sia responsabile di tanti matrimoni andati in fumo!
Cerchiamo di salvarne qualcuno.
Convinciamoci che la causa di tante separazioni è da imputare nella stragrande dei casi a questo argomento.
La delusione dell’aspettativa è importante, perché non comprendendo che l’altro può solo dare ciò che ha, uno si sente non capito.
La persona ribatte: “io voglio questo! ma come fa a non capirlo!”.
E chi pretende è totalmente immersa in ciò che vuole, non comprende l’altro, allora, se non arriva quello che desidera, inizia a tenere il muso, il broncio, inizia a non parlargli più, perché pensa che non lo comprenda, e piano piano ci crea un allontanamento e si perde anche quel dono meraviglioso che ci ha dato il buon Dio di poter comunicare.
L’amore potrebbe sanare questa divergenza?
La questione è che in ogni essere umano esiste un tipo di amore, ma esso è limitato, purtroppo.
Magari se in ognuno di noi ci fosse l' “amore totale”!
Allora non ci sarebbero questi problemi.
Non ci sarebbero separazioni, divorzi, bambini contesi a turno da un padre ed una madre a giorni alterni.
Questa divisione accade perché nel mondo manca amore.
Ci sono coppie che si dividono anche solo dopo 15 giorni di vita a due.
È terribile.
È assurdo.
Questo vuol dire che non c’era costruzione nella loro unione, non c’era una base.
Il matrimonio è una responsabilità, è un impegno, vuol dire prendersi cura di se stessi e dell’altra persona, nello stesso modo in cui amo me, devo amare l’altro.
Carla Orfano
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