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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 6-7-8-9 - anno
4° - Giugno-Luglio-Agosto-Settembre 2006
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PAGINA 6
"Noi siamo capaci di fare molti sacrifici nelle cose grandi,
ma raramente siamo capaci di sacrificare le piccole"
Wolfgang Goethe
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Solitudine in
memoria
È vero, la solitudine è data dalle cose che abbiamo in memoria e che non si sono ancora comprese.
Questo dà un’enorme solitudine.
Siamo soli con i nostri problemi.
Quando comprendo qualcosa, anche una piccola cosa, un po’ di solitudine se ne và.
Va via la paura quando comprendo, perché “conosco”: la conoscenza elimina la paura.
Solitudine = paura = non conoscenza del problema.
Comprendere un problema elimina la paura e così se ne va la solitudine.
Se il mio problema è la pigrizia, vedo che ho paura perché la pigrizia mi ferma e mi fa accumulare, l’accumulo mi fa paura perché diventa sempre più
pesante fare quando c’è “tanto da fare”.
Ma se vinco la pigrizia che mi vuole fermare, che vuole chiudermi nell’inerzia, in uno stato di paura, se vedo il suo gioco, se reagisco, allora comincio a fare, a muovermi, a realizzare.
E la paura si dissolve, se ne va e io mi apro.
Mi apro con gli altri, sono meno ombrosa, vado incontro a me stessa, e finalmente mi sento meglio, molto meglio. La mia parte negativa voleva farmi rimanere nel “non risolto”, nel non fare, nel languire.
Sola, al buio.
E sembrava che ci provassi gusto a far vincere la pigrizia, a rimanere ferma, nel dolore, a invidiare quelli che facevano.
Se l’avessi compreso tanto tempo fa, quanto dolore mi sarei risparmiata!
Rosanna
Percezione
Se chiudo gli occhi le forme non le percepisco più, ed il senso della vista va a vedere all'interno della memoria, delle immagini del mio passato.
A volte mi terrorizza per le situazioni che ho vissuto, ma ancora più per come ero cieca io, allora lo ero molto di più di adesso, ero completamente nell'ignoranza di me, totalmente non padrona di me.
Assolutamente con gli occhi chiusi.
Mi sembra passata un'infinità di tempo, ma in realtà, il tempo è di pochi anni.
Devo imparare ad apprezzare di più i miei cambiamenti.
Guardare indietro è un aiuto per ricordare da dove ho iniziato, di come sono stata, ed apprezzare oggi meglio come sono cambiata.
Gabriella
So con la testa
So con la testa che la realtà non è come io la voglio, so che il mio bisogno mi fa ingannare me stessa, e rivestire quello che vedo come ho bisogno che sia.
So che questo meccanismo è il mio tranello, la mia stessa trappola, il mio stesso inganno, so tutto, con la mia testa, so, ma non vado oltre.
So che andare oltre mi ha fatto sempre sentire meglio e vivere meglio, ma quel freno che io stessa mi pongo mi fa arrabbiare, perché mi sento una cretina, un’handicappata.
Quel freno, quel freno tremendo, tremendo ora perché ci sono dentro, vorrei strapparlo, ma ho paura.
Perché avere paura?
È più pauroso stare nell’inganno, nel dubbio, nel pensiero tormentoso, è così e non è così, forse non è così, forse mi sbaglio, no è così, non può essere così!
Ma vivere nel così non è vivere, è porre sempre un limite a me, alla mia vera libertà dall’inganno del mio stesso bisogno, della mia stessa aspettativa.
Gianna
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“Star bene con se stessi ”
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