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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 6-7-8-9  - anno 4° - Giugno-Luglio-Agosto-Settembre 2006

PAGINA 4

   "I santi di legno scolpito, e collocati anche in una povera chiesa,   
hanno fatto più per il mondo che quelli in carne e ossa"   
Georg C. Lichtenberg

 

Il mio giardino

Il giardino. 
Mi dispiace lasciare il mio giardino che sta per fiorire, mi dispiace perdermi un giorno, un’ora, un minuto, un palpito, una forma nuova, un profumo, una carezza del vento alle foglie.
Mi pare di sentirlo crescere e mi dispiace distaccarmi dalla sua bellezza e, nello stesso tempo, sono curiosa di vedere il mutamento grande al mio ritorno.
Troverò sfioriti i fiori di oggi e fioriti i boccioli che oggi sono chiusi, sarà una sorpresa per i miei occhi, per il mio odorato un nuovo impatto di profumi, per la mia interiorità un po’ di nutrimento.
Mi piace osservarlo da sola, in silenzio colgo sempre qualcosa di nuovo, come quel piccolo ragno verde che si confonde tra le foglie e le gocce di pioggia appena cadute che brillano sui petali di una rosa appena sbocciata. 
È una preghiera! 
Perché non può essere tutto così bello? 
Perché siamo così complicati e non semplici ed essenziali come i fiori che osservo?
È una domanda difficile o meglio è la risposta che manca, perché la realtà è quella di una non armonia totale, ben lontana da quella che vedono i miei occhi, tra quelle foglie verdi e corolle colorate. 
Del resto anch’io quanta fatica faccio a reggermi in piedi con un po’ di equilibrio di saggezza che ha crepe qua e là e ce la mette tutta veramente per reggere il peso della realtà circostante.
La bellezza che vedo mi dà un po’ di pace e fa sì che i miei occhi vedano anche cose belle, anche, perché delle altre ne hanno la nausea. 
In più ci sono i grovigli di pensieri e di paure varie che sono dentro di me e chi più ne ha, più ne metta.

Luigina

 

A confronto

I fiori! 
Nulla di più bello!
Oggi ammiravo un iris bellissimo, elegante, austero, color oro e violetto: pareva un soffio, una morbida forma, un dono bellissimo. 
Poi pensavo a me stessa, ai pensieri che spesso mi portano fuori e mi vergognavo un po’ davanti a quel fiore così perfetto ed armonioso, lì non c’erano cose fuorvianti, tutto era naturalmente in sintonia.
Noi invece abbiamo bisogno di dispute, di competizioni, di covare rancori e rabbie sepolte da anni e portate a galla dalla memoria e così viviamo male e non splendiamo certo di bellezza nell’aiuola del mondo.

L. A.

 

 

Materia

L’IO è la mortificazione dell'uomo, ti fa' vivere in perenne anestesia, ti tiene lontano da te stesso, ti umilia e ti usa.
Usa i tuoi sensi per succhiare materia in modo esagerato, soffocante e tu diventi dolorante, piegato sotto il peso di tutta la materia che hai immagazzinato dentro di te, nei tuoi pensieri nelle tue preoccupazioni di ogni giorno.
Così inebetito per stare dietro a tutto questo, tu non ci sei, non ti trovi, non ti conosci, non sai quando sbagli, non sai perché sbagli, alla fine non sai proprio niente, e non sai chi sei.
Già chi sei ?
Non conosci quasi nulla di te, e invece sei presuntuoso perso.
Sì sei perso in qualche cosa di invisibile ma che ti tiene chiuso come nei muri di una galera.
Viviamo in una galera all'aria aperta che non ha muri visibili, ma ben peggio.
È una prigione del cuore.
Il tuo cuore è adombrato dall'IO e lui lo usa in continuazione e non ti da' tregua.

Gabriella

 

Pensieri fulminei

I pensieri fulminei, veloci nella mia mente, li osservo, ma da dove nascono? 
Vengono dal buio, ma perché?
Perché arrivano e si muovono veloci? 
Se non mi fermo ad osservarli mi invadono la testa, ma quanti sono? 
Dieci, cento, non faccio in tempo a vederli, tanto sono veloci, scappano e scompaiono nel momento che li vedo, si calmano, e tornano nel buio da cui sono venuti, e poi ritornano. 
Chiudo gli occhi e mi passano davanti, veloci, li vedo, poi si calmano, ritornano indietro, ma poi si ripresentano, quando sono tanti o quando uno è più potente. 
Non mi fanno neppure riposare, e mi sveglio più stanca, forse non ho neanche dormito, forse non mi sono neanche assopita, perché loro mi hanno disturbato. 
E allora mi chiedo perché tanti e perché vengono a disturbarmi?
Vorrei solo essere lasciata in pace, e loro disturbano. 
Invadenti, maleducati, non chiedono neanche permesso, entrano veloci, e si muovono, sembra che danzino, danzano nella mia testa. 
I pensieri, non si vedono da fuori, ma io li vedo, li sento, sono dentro di me, e se non sto attenta loro mi prendono per mano e mi fanno solo barcollare, non mi fanno vivere, vivere come io desidero, con calma, con serenità, con il mio tempo.

Gianna

 

 

Accumulo

Accumulo, accumulo. 
Accumulare.
Arriva da cumulo. 
Tanto di qualcosa.
Poi quando è pieno lo metto da parte. 
Perché non so neanche da quale parte cominciare. 
Poi un altro cumulo. 
Quando è pieno lo metto da parte. 
E quando tutte le parti sono piene e non c’è più posto?
La testa è piena e non regge più il peso e ti fa male.

Stefania Pomi

 

Il mio giudice

Ecco mi rendo conto di alcune cose…
E come se il non agitarsi, o il non stressarsi nel fare le cose sia sintomo di non partecipare attivamente. 
Questa teatralità, questo dover dimostrare sempre e comunque qualcosa, sono un condizionamento che mi sfianca, che mi porta via energie. 
Eppure l’unica persona a cui devo rendere conto sono io… 
Sono io il mio giudice più severo, mi giudico in continuazione, pensando di non essere all’altezza. 
Mi tolgo la forza da sola, ponendo l’attenzione in modo troppo brusco su delle cose che, in fondo, non meriterebbero tutta questa attenzione e così facendo le esaspero a non finire…

Daniela B.

 

 

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