Ego Filosofia:
HOME
IL GIORNALE EGO

leggi il giornale EGO:
numero ZERO

2003:
numero 1
numero 2
numero 3-4
numero 5-6-7
numero 8

2004:
numero 1
numero 2
numero 3
numero 4
numero 5-6-7
numero 8-9-10-11
numero 12

2005:
numero 1-2
numero 3
numero 4
numero 5
numero 6-7-8-9
numero 10
numero 11
numero 12

2006:
numero 2
numero 3
numero 4-5
numero 6-7-8-9
numero 10-11
numero 12 

2007:
numero 1
numero 2
numero 3
numero 4-5-6-7
numero 9-10-11
numero 12

2008:
numero 1
numero 2-3
numero 4-5-6
numero 7

2009:
numero 1
numero 2-8
numero 9

2010:
numero 10

2011:
numero 1
numero 2

2012:
numero 1

2013:
numero 1
numero 2
numero 3

2014:
numero 1
 

 

 

 

Ego - il giornale
Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 7 - anno 6° - Luglio-Dicembre 2008 - Gennaio 2009

PAGINA 4

   "Ciò che ci attendiamo non capita quasi mai;
   generalmente capita ciò che meno ci aspettiamo"   

Benjamin Disraeli


Daniela Ventrone - Dio

Tutto è in me

Non avrai altro Dio al di fuori di me” così hanno detto alla messa stamattina. 
Quante volte ho sentito questa frase del Vangelo, ma non l’avevo mai colta. 
Chi l’ha detta, chi l’ha scritta mille, mille anni fa, non so quando, ha detto il giusto, ha scritto il giusto e la sento giusta dentro di me, perché al di fuori di me non c’è niente, niente di tutto quello che io ho dentro, io sono immagine di Dio perché Dio è anche dentro di me, dentro me c’è tutto e se sto dentro di me non sono nel dolore delle proiezioni, delle fantasie, dei sogni, dei desideri, delle frustrazioni, delle delusioni. 
Quando vado fuori di me sono solo nel dolore, quando sono in me sono in me, nella pace, non disturbo nessuno, non disturbo me, non disturbo gli altri, non c’è niente, il niente del movimento continuo dei miei pensieri, movimento che diventa tormento e confusione quando io non l’osservo con onestà e sincerità, perché i pensieri sono sempre in movimento ma diventano caos, disordine, dolore, confusione, quando non li osservo e non osservo dove mi portano, non osservo l’abitudine a pensare sempre nello stesso modo, a ripetere un unico conosciuto movimento che mi porta solo nella confusione, nell’arroganza, nell’orgoglio. 
C’è sicuramente un altro movimento che io posso scoprire e vivere se esco dalla mia pigrizia della comoda ripetizione che non porta a niente di buono, visto che in quella confusione posso solo star male e soffrire. 
Non c’è nessun Dio al di fuori di me, fuori, nell’incoscienza della vita c’è solo la sofferenza, ed io divento allora l’immagine del dolore e non la bellezza infinita e profonda di Dio. 

Gianna

 

Condizionamenti
barriere invisibili

Sono i condizionamenti che impediscono all'uomo di avere fiducia in se stesso. 
Gli impediscono di credere o almeno di intuire quali siano le sue capacità.
I condizionamenti ti tengono chiuso ed oppresso nell'ignoranza di te stesso. 
Non ti danno la possibilità di sentirti fiducioso verso te e nemmeno ti sogni di sperimentare cose mai fatte e nuove. 
Come primo pensiero, esce il "non é possibile", oppure "figuriamoci se io", "non ci penso nemmeno", e tutte frasi così, tutte negazioni di cosa bene non si sa, ma sono dei veri muri, impedimenti di sperimentare se stessi. 
Ma più di tutto impedimenti per mettere in discussione ciò che facciamo o pensiamo. 
Eppure, i condizionamenti non sono fatti di metallo, legno o pietra. 
Sono dei pensieri. 
Sono dei pensieri nascosti, molto più pesanti di legno pietra e metallo messi insieme. 
Come sono profondi e difficili da stanare. 
Ma di sicuro esiste una sola via d'uscita: non fermarsi mai. 

Gabriella

 


Baia di Graam, Alaska - Aurora boreale

La vita ci fa riflettere

Pensieri di tristezza quando penso alla famiglia di Cecil. 
La morte della mamma, il ricovero del papà, la vendita della loro casa... 
Tutto ciò mi rende triste, e vedo che tutto è effimero. 
Tutto cambia, si lascia un attaccamento dove uno ha posseduto, oppure ha pensato di possedere. 
Ha lottato per dire questo è mio, e tutto ciò è lì pronto per gli altri attaccamenti, e una presenza non c'è più e con il tempo nessuno più si sarà ricordato che è esistito questo e il vuoto che lascia. L'attaccamento alle cose fa sentire tutto inutile quando perdi ciò in cui credevi tuo. 
Questo è il grande conflitto: il possesso delle cose, come se noi dovessimo vivere in eterno, questa è la tristezza della vita. 
Se non ti trasformi, se non allarghi la tua visuale, quanto dolore per non sapere dove identificarsi… 
La tristezza per gli attaccamenti materiali è come nell'inverno, quando la natura è una continua morte di materia. 
E’ una continua trasformazione. 
E’ duro vedere questo su di noi, eppure è l'unica salvezza dalla sofferenza che ci circonda, perchè tutta la nostra sofferenza è legata al possesso della materia e dimentichiamo chi noi siamo sulla via della continua trasformazione. 

Peppino

 

 

Il possesso

Scrivo il distacco, il distacco da ciò che ci siamo identificati, il distacco dall'attaccamento. 
Quanto poco comprendiamo la vita. La nostra sofferenza è nell'attaccamento, l'attaccamento al proprio personaggio che vogliamo fare credere buono e giusto, più in gamba. 
I nostri attaccamenti sono delle gabbie. 
L'attaccamento più grande nella vita è il non volere mai accettare che noi siamo in transizione in questo corpo, al pensiero di dover lasciare le cose, le persone a cui tieni. 
E’ il dolore che ci accompagna, che preferiamo ignorare. 
Incomincio a comprendere i motivi per cui si fanno i figli: è l'attaccamento alla vita, come tramandare il tuo pensiero in loro. 
Come se lasciando i beni materiali fosse possibile rimanere vivo nei loro ricordi, pur di non sparire siamo disposti a vivere nel ricordo di un altro. 
Conosciamo solamente l'aspetto solido della vita, ma non conosciamo ciò che tiene in vita tutta la solidità. 
L'attaccamento, questo inferno dell’esistenza, queste catene che sono di acciaio e non ci fanno andare avanti, non ci fanno vivere ciò che siamo per paura di lasciare ciò che abbiamo. 
Non sappiamo scegliere, preferiamo tenere ciò che viviamo con abitudine, così non abbiamo la conoscenza e perdiamo il sentiero della vita. 
A volte senza rendercene conto, per condizionamento, rimaniamo incatenati allo stesso problema per tutta la vita, perdendo così il vero senso della propria esistenza. 

P. Carè

 

 

Aiuto, Amore

Cos'é amore? 
Dov'é Amore? 
Amore si cela? 
Amore si nasconde? 
Amore...
Dov'é l'aiuto? 
Dov'é la comprensione? 
Perché tutto verso di noi? 
Perché non si pensa mai al bene degli altri? 
Forse perché degli altri non ci interessa niente. 
Proprio per questo. 
Questa é una spiegazione logica. 
Non si vuole soffrire, ma così facendo si soffre di più. 
Quanti problemi scaturiscono da una parola, da una frase detta male. 
Dov'é Amore? 
Amore per chi? 
Pensiamo di amare una persona invece la vogliamo semplicemente possedere. 
Possedere tutto, tutti, ovunque. 
Amore dove? 
E' solo una parola. 
Un'unica magica parola che abbiamo idealizzato, che vogliamo materializzare in un'altra persona, che non siamo noi. 
Incredibile. 
Sempre altrove. 
Mai verso di noi, mai dentro. 
Quanto tempo passa, e quanto rimaniamo ancorati alla nostra ignoranza. 
Aiuto Amore. 

Alina

 

 

Un diamante che non brilla

Quanto orgoglio a confronto ogni giorno tra noi? 
Quanto di tutto questo si può chiamare amore? 
Quale é la libertà di amare? 
In quante famiglie nel mondo esiste l'amore? 
E' come trovare un diamante nella miniera, contaminato da 100 altre sostanze non pure. 
Non brilla, si vede poco e non si potrà tagliare e farlo splendere nel modo migliore. 
E' così l'amore tra noi, non può splendere completamente, non é libero da tutte quelle impurità. 
Quanta fatica per ripulire il mio "Amore".

Gabriella

 

 

Un'emozione

Non so cosa dire. 
Ho abbracciato mio padre e non so cosa dire. 
Non so descrivere quello che ho provato. 
Mi chiudo in me. 
Mi sa che nella stanza mi ci chiudo da sola. 
E’ diventata la norma, un’abitudine di anni. 
Non sono abituata. 
Sì, ma provo qualcosa. 
Ma non riesco a dire con le parole. 
Sono qui con la mia penna in mano e sospiro. 
Lo vedo che non entro dentro, ma perché? 
Sono chiusa lì dentro e per entrare dovrei uscire, ma sono abituata a stare lì dentro. 
Ma che razza di persona è una che non sa dire niente di fronte a un’emozione? 
Non pensavo che sarebbe mai successo di vedere mio padre con quell’espressione. 
Senza ostilità, senza delusione, senza quelle colpe. 
Continuo a sospirare, ma sento una durezza dentro di me, come una sfiducia per anni, una difesa continua e non so neanche più verso che cosa. 
Mi sono murata lì dentro e sono diventata come quelle pareti: dure e spesse. 
Mi stai aiutando, lo sento. 
La porta è aperta, ma io non riesco a uscire. 
Chiudo gli occhi e mi viene una valanga di pensieri di dolore chiuso dentro a chiave. 
Come me lì dentro. 
Ancora quei ricordi dove non volevo che mi vedessero piangere, che soffrivo. 
Far vedere che ero forte, che ce la facevo, che non era un problema per me tutto quello mi succedeva intorno. 
Salve a tutti: sono un supereroe. 
Brava, complimenti: hai fatto tutto tu! 

S. P.

 

 

Mi conosco troppo poco

Io, io, il mio io che vuol primeggiare, vuole fare, vuol dire, vuole esistere. 
Io che mi rende schiava, io che mi fa avere bisogno di mendicare. 
Io che mi condiziona la vita e che me la rovina. 
Troppa importanza alla mia ignoranza. 
Io, il mio vero io lo conosco poco, troppo presa da altro, troppo presa dai condizionamenti che non sono, ma sono la mia morsa della non vita. 
Io sono, in realtà sono poco, troppo presa a rincorrere realtà posticce. 
Il mio bisogno di essere buona, così palpabile, così pieno di sofferenza. 
Mi annienta, mi stritola, mi annulla e mi spegne. 
Sono veramente buona se riesco a far si che quella realtà non sia più la mia. 
Sono veramente buona se lo sono con me stessa per prima, tenendo conto della realtà degli altri. 
Gli altri non conoscono la mia realtà, ed io non conosco la loro. 
L'io ci guida. 
E' uno scontro disumano; non c'è stare insieme per davvero.  

G.

 

 

 

E G O
Centro Culturale di Ricerca Filosofica

via Reano 1/bis - 10141  Torino
tel. e fax +39 011 3853793 
e-mail  ego@egofilosofia.it 

- Ego ©2002-13

torna alla home page

sali ad inizio pagina