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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 7 - anno 6° -
Luglio-Dicembre 2008 - Gennaio 2009
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PAGINA 6
"La fantasia dell’uomo
è immensamente più povera della realtà"
Cesare Pavese
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Prendere
coscienza
Ho scoperto di avere una paura che si annidava dentro di me, nascosta bene bene.
Questo è successo oggi e proprio oggi sono caduta dalle nuvole, lontana anni luce dal pensare di avere questa paura dentro di me.
Ricordo solo un pensiero furtivo, avuto tempo fa.
Balenato e messo via.
Può aver dato origine a questa paura.
Ora sono confusa, vedo come sta invadendo dentro di me, si sta espandendo e non posso far altro che osservare il mio stato d’animo in mutamento.
E mi domando come un pensiero così piccolo possa essersi nascosto così bene tanto da essere scoperto solo tramite il mio sogno.
Ora ho preso coscienza di avere questa paura.
Ma cosa si nasconde dietro a questa paura?
Perché non ho voluto farla affiorare?
Perché me la tenevo così ben chiusa?
Oggi ho visto il dolore che dà un condizionamento sul quale non lavoro.
E ho visto il lavoro di collaborazione della coscienza che si serve del sogno per aiutarmi a farlo emergere.
Che bell’equilibrio governa queste cose!
Sto cominciando ad apprezzarne il significato profondo.
E sto meglio.
Rosanna
Lucia Merli: Una telefonata
Aspettare una
telefonata
Oggi ero veramente in crisi per la chiusura che sento, per l’abitudine a non dire, a non esprimere uno slancio, a tenermi dentro i miei desideri, paura di essere inadeguata, patetica, per una cosa “in ritardo” di anni.
Ho cominciato a parlarti da casa, per conto mio, scrivendo quello che sentivo: “Ci siamo mai parlate noi, veramente? Senti la difficoltà che ho nel venirti incontro? Ad aprirti il mio cuore?”.
Mi sento così bloccata che mi scoraggio da sola.
Che emozione c’è in queste parole?
Cosa traducono?
Un’assenza, dentro di me.
Una latitanza di sentimenti lunga nel tempo, fino ad oggi.
Nuvole viola si gonfiano e si dissolvono veloci.
E’ possibile sentire tanta urgenza dopo un non vissuto?
Ero lì che mi crogiolavo nel dolore della mia chiusura, desiderando sfondare una… come chiamo una cosa che mi impedisce di vivere un desiderio?
Frustrazione?
Condizionamento?
Stavo veramente male perché oggi ho preso coscienza, molta più coscienza du come mi impedisco una cosa tanto bella come quella di parlare con te.
Ma col cuore.
E in quel momento è squillato il telefono.
Il tuo numero è apparso sul display.
Nessun numero mi è parso mai così bello, eri tu.
Mi hai chiesto: “Mamma, come stai?” e il mio desiderio così difficile da realizzare dentro di me fino a un attimo prima, si è srotolato leggero leggero come un nastro di seta.
E abbiamo parlato proprio come desideravo, non ho sentito la mamma in me come non ho sentito la figlia in te, ho sentito solo che parlavamo tu e io e la tua voce era… la “tua” voce.
E anche i silenzi erano belli perché io c’ero e tu c’eri.
Mi hai capito e io ti ho capito.
Oggi è successa questa cosa.
Se fosse successa ieri non l’avrei vissuta così intensamente.
E’ stato un abbraccio.
R. M.
Frenesia di essere
La schiavitù del dover correre, del dover fare.
Bisogna farsi i soldi non per vivere, ma per gli altri, per comprare cose che vedano gli altri, e dicano che tu sei il più bravo.
Se si cade prigionieri di questo meccanismo, si diventa schiavi dello stesso o inganno.
Io vorrei farne a meno di correre inutilmente appresso a questo inganno, dal dover fare 10 quando in realtà ne serve 2 o 3 al massimo.
Questo è l'assurdo del denaro.
Gratifica vivere ciò che tu sei oltre all’apparenza, e dimentichi di dedicare del tempo alla tua esistenza.
Dentro di me sento di essermi smarrito nel mondo del fare, nel mondo del consumare, e dover fare per consumare questa catena della corsa continua, della continua mancanza per dimostrare agli altri.
Che sofferenza la vita nella corsa della propria illusione.
Si dimentica che la vita va vissuta a seconda delle proprie aspirazioni, e non in quelle che la follia della gente ha creato per noi.
Questa corsa all'eterno protagonismo… fa sì che ti dimentichi di vivere il tuo essere.
Peppino
Essere sereni e non
avere paura
Essere sereni è non aver paura, non aver paura di vivere in questo mondo difficile, è camminare nel mondo senza spaventarsi e guardare tutto come fuori da me, che non deve entrare in me, non deve disturbare me, non deve interrompere la mia gioia, non deve disturbare i miei progetti.
Essere sereni è andare avanti per realizzare sé, nelle piccole cose che diventano grandi quando sono realizzate da te con amore, perché sono solo tue e di nessun altro e l’altro non capirà mai quanto tu ci hai messo per realizzarle, tutte apparentemente piccole ma importanti cose della tua vita.
Essere sereni è guardare il mondo con gli occhi di un bambino ed incontrarsi con sé ogni volta che il sole sorge ed avere la fortuna di vederlo e di goderlo.
Quegli attimi indimenticabili dell’alba, nuovo giorno, nuovo calore, nuova vita, emozioni di solitudine, di solitaria intima gioia che solo i miei occhi, la mia pelle, il mio corpo, il mio essere godono pienamente in quei pochi minuti che sono ore dentro, perché un altro giorno è nato ed è stato donato per essere vissuto, diverso da tutti gli altri.
Essere sereni è vedere il giorno diverso dall’altro e cogliere quella diversità dai giorni precedenti, essere sereni è sapere di avere amici a cui vuoi bene e che ti vogliono bene, essere sereni è essere amici di sé stessi, essere sereni è essere in sé, in ogni momento e non farsi mai distogliere da quell’essere in sé.
Gianna
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