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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 10 - anno 9° - Gennaio-Agosto
2010
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PAGINA 7
"Essere naturali è una posa molto difficile da mantenere.
Guardatevi in fotografia"
Oscar Wilde
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LA VOCE DEI LETTORI
Quando piove
l'angoscia
Viviamo in un particolare momento storico dove nulla è certezza.
Non sono giovane, sono nata dieci anni prima della seconda Guerra Mondiale, quando Torino era devastata dalle bombe ed i suoi abitanti sfollavano per le colline in cerca di una cascina che desse qualcosa da mangiare.
Guardavamo il cielo con la preoccupazione di chi teme dalle nuvole il rombo del terrore.
Ma certi valori ci aiutavano a stringere i denti ed affrontare il domani.
Oggi viviamo un'altra guerra dove i valori non ci aiutano più: è crollata la fede negli uomini di chiesa, si è sfasciata la fiducia verso chi dovrebbe guidare il Paese, ci prende angoscia se dobbiamo entrare in un ospedale, guardiamo con sospetto la banca presso la quale abbiamo affidato i nostri risparmi, ed abbiamo timore di chi sta attorno ai nostri figli, perché troppi offrono la felicità del domani con i sogni della droga, e dell'immoralità, a scuola e fuori.
La parola "angoscia" emerge ad ogni dialogo, con amici e con sconosciuti.
Angoscia di una burocrazia selvaggia, di un mercato alimentare disinvolto, di uno sconosciuto che entra nella nostra esistenza, di una informazione televisiva prodotta in un bordello.
Tutto viene messo in discussione, persino la nostra italianità, i nostri padri, i nostri avi, il nostro Tricolore.
E' ancora questa la nostra terra?
E' questo il Paese che sognavamo?
E' questa l'atmosfera destinata ad ospitare il nostro "io"?
Ed ecco riemergere l'ansia del domani, la preoccupazione dell'esistenza, il travaglio dell'incertezza.
A cosa ci dobbiamo aggrappare?
Non sono fatta per questo modernismo.
Fermate questo treno d'angoscia.
Fatemi scendere.
Giuseppina Longo
I capricci del vulcano
Vi seguo con piacere.
Bravi!
Certi interventi che possono sembrare banali od infantili, rivelano un'osservazione profonda e non facile da esprimere.
Posso dire che chi ha questi sentimenti possiede una marcia in più?
Ed è bello sapere che in questa nostra vita così vilipesa dai molti esistono persone che amano ancora esplorare l'anima, e respirare l'essenza del creato.
La cappa di cenere del vulcano islandese induce in realtà ad un'allegorica riflessione.
Pensate un po’: esso ha un nome impronunciabile.
Ma chi è che lo ha battezzato "Eyjafjallajoòokull"?
Pensavo che la palma d'oro dell'assurdo spettasse a Giacomo Leopardi, col suo sonetto scherzoso intitolato "Paralipomeni della Batracomiomachia" dove racconta una battaglia politica tra rane e topi.
Ma non basta.
Il "coso" (ossia il vulcano) ci porta a scrutare il cielo, cosa che nessuno fa più.
E si guarda con attenzione al rischio di una pioggia di lapilli che non arriva dalla Val Susa, ma dalla cima del mondo!
Non notate un richiamo allegorico eloquente all'Egitto dei tempi del biblico Mosè, quando dal cielo scesero sul palazzo del Faraone lingue di fuoco?
Antonio Senna
Non siamo soli
Tra lo scandalo di uomini corrotti, l'euro in fumo, e gli scontri di Atene è apparsa sui giornali una notizia immeritatamente castigata in poche righe.
Diceva: "La Nasa ha annunciato che su Marte c'è vita.
La conferma l'ha avuta confrontando dati raccolti dalle sonde atterrate sul Pianeta Rosso due anni fa, con quelli rilevati dall'esame di meteoriti".
Che strana valutazione!
Per il reggiseno slacciato della Lecciso i quotidiani hanno riservato un titolo a sei colonne, per dire che c'è vita nel nostro sistema solare bastano 8 righe.
Caterina Brunicardi
L'aiuto più grande
Sono appena tornata a casa e ho il cuore pieno di gioia, devo scrivere!
È incredibile come lei riesca a tradurre in parole semplici e chiare le sensazioni che provo e che non riesco a descrivere.
Quando è così mi sembra quasi che lei sia me.
Sentirmi capita cosi, sentire che quello che mi dice combacia perfettamente con quello che sento e che non ho ancora espresso, suscita in me un’allegria incontenibile che non so spiegare.
Mi ha dato tanto sollievo e mi sta aiutando a rimettere le cose a posto dentro di me.
Lo fa da anni, ma la grandezza del suo lavoro la sto comprendendo solo ora: aiuta una persona a prendere coscienza.
Di sé!
È la cosa più grande che si possa fare per un essere umano perché poi da lì nascono tante cose meravigliose per quella persona.
Io sto provando questo e ho il cuore pieno di gioia.
Grazie Carla!
Rosanna
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