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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 10 - anno 9° - Gennaio-Agosto
2010
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PAGINA 8
"L'io è detestabile.
Sì!
Tranquilli: si tratta sempre di quello degli altri"
Paul Valéry
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I grandi Filosofi
Jean-Paul sartre
L’esistenzialismo
Agli albori del 1900 i filosofi si
posero una domanda di fondo: va bene pensare all'altro mondo, alla
morte, alla spiritualità, al metafisico, ma cosa possiamo dire della
vita terrena, di quella che viviamo tutti i giorni, dell'amore e del
dolore, della disperazione e della felicità?
Nacque in tal modo l'esistenzialismo, studio che si è affermato come
una reazione filosofica il cui scopo è quello di valorizzare l'uomo
contro le astrazioni delle filosofie idealistiche e metafisiche.
Non è stata una grande scoperta questa, molti infatti hanno giudicato
questa ricerca come la scoperta dell'acqua calda. Infatti, in un certo
senso, il modernissimo esistenzialismo era già stato affrontato niente
meno che da Socrate secoli prima di Cristo, il quale invitava i suoi
discepoli a rimanere ben saldi coi piedi sulla terra e non perdersi in
congetture astratte.
Socrate infatti ripeteva che la ricerca doveva affrontare i problemi
dell'uomo contro le costruzioni cosmogoniche degli ionici, ed avvalorava
la sua tesi ripetendo la celebre frase “conosci te stesso”, ossia
"scopri te uomo, prima di aggrapparti alle nuvole".
E come Socrate altri invitarono a rimanere a terra, come Pascal, che
polemizzava con la filosofia cartesiana, tutta impegnata sul terreno
intellettualistico e scientifico ma indifferente ai problemi che
riguardano direttamente l'uomo di fronte alla vita e alla morte.
La filosofia dell'esistenza si è affermata con Kierkegaard, che
all'idealismo assoluto di Hegel contrappone la sua concezione del valore
assoluto dell'esistenza del singolo.
L'esistenzialismo si presenta quindi come una volontà di riflessione
concreta sull'uomo e sulla sua condizione. Sostiene che ogni individuo
possiede una sua personale sensibilità che gli fornisce una particolare
“intuizione del mondo”.
Il 900 è il secolo delle grandi scoperte geografiche, scientifiche,
chimiche e l'esistenzialismo si sviluppa secondo direttrici diverse,
fondate ciascuna su un diverso modo di sentire la realtà:
esistenzialismo ateo con Heidegger e Sartre, esistenzialismo religioso
con Kierkegaard, Jaspers, Gabriel Marcel, esistenzialismo “positivo”
con Merleau-Ponty e, in Italia, con Nicola Abbagnano.
L'esistenzialismo ha avuto anche un peso letterario con l'opera creativa
di Sartre, Simone de Beauvoir, Camus. In Italia un esempio è dato dal
primo romanzo di La Capria, "Un giorno d'impazienza" (1952).
Il tratto fondamentale di ogni filosofia dell'esistenza è costituito
dall'intuizione e dall'esperienza di una libertà assoluta.
La formula sartriana “l'esistenza precede l'essenza” significa
infatti che la nostra vita non è condizionata dal fato, dal destino, da
un disegno oscuro.
Noi non siamo predeterminati al momento del nostro apparire nel mondo,
ma creiamo il nostro destino con le nostre libere scelte, e siamo del
tutto responsabili di noi stessi. Cosa che aveva già detto Kant a
proposito del "carattere dell'uomo".
Dal punto di vista teorico, l'esistenzialismo muove dalla constatazione
che l'uomo inizialmente non è un essere raziocinante, ma semplicemente
un essere incarnato nell'esistenza.
Poco cervello e tanti muscoli.
L'unica oggettiva verità immediata è l'esistenza.
In questo senso l'esistenzialismo si avvicina al marxismo per il quale
l'impegno che ci lega alla vita è la struttura di fondo di tutte le
nostre idee.
Un approfondimento speculativo della teoria dell'impegno, cioè
un'analisi “dell'esserci” (Dasein) è stata tentata da Heidegger e
costituisce una vera e propria “filosofia esistenziale” od
ontologia.
Nel suo complesso l'esistenzialismo costituisce uno sforzo grandioso
mirante a pensare la totalità delle determinazioni del mondo
nell'immanenza della coscienza reale che ognuno ha di sé, nel proprio
pensiero, nella libera scelta, nella incondizionata autodeterminazione.
Albert Camus (dipinto)
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