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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

NUMERO 8 - anno 1° - Novembre - Dicembre 2003

PAGINA 4

"La festa migliore è quella che finisce prima"
Jane Austen 

 

segue da pagina 1

lavorare in India, ma è anche molto importante proseguire i miei lavori in Italia seguendo il nuovo stile. E così sono qui".
"Come vedi Torino?"
"È una città molto interessante, carina e creativa, ed ha una sua profondità".
Mentre Kabir pronuncia queste parole, come un eco mi risuonano nella mente le parole di suo padre Baba Bedi, quando iniziava le sue conferenze mensili di Torino ringraziando questa città, ove lui veniva con gioia, e ne sentiva la profondità dei suoi abitanti. Le conferenze avvenivano in via Santa Teresa n° 10, negli splendidi saloni in stile barocco dei fratelli Volpe.
Kabir continua a parlare con entusiasmo del suo lavoro, ed aggiunge: "Penso che tra qualche anno, dopo una vita passata in giro per il mondo, sentirò il bisogno di pensare per me. Fare cose in campo sociale, perché le sento io. Sto scrivendo su mio padre e mia madre.
La mia vita è particolare: ho avuto un padre guru ed una madre che si è fatta monaca buddista, ed io sempre in giro nel mondo…".
A questo punto il suo sguardo sembra osservare in se stesso.
Pare stia cercando ancora qualcosa che gli sfugge, che non è ancora chiaro in lui. Certamente gli arriverà, avendo avuto due genitori così luminosi, ed avendo in sé il loro DNA: di sicuro le porte si apriranno.
Si! Perché i maestri, i saggi insegnano ad attingere alle infinite risorse interiori, per trovare la giusta energia per il buon fine: seguire la strada del cuore.
"Grazie Kabir, ascoltando te ho rivissuto la mia esperienza di allieva di tuo padre. La cosa più bella che Baba Bedi ha lasciato nella mia memoria è che attraverso il suo pensiero ha lasciato vivere il mio.
Che rispetto!
"

C. O.

Baba Bedi e Carla Orfano
Il nostro direttore Carla Orfano De Rolandis con Baba Bedi 
in visita al giornale "La Gazzetta del Popolo", 1976.

 

Chi era Baba Bedi
Baba Bedi, uomo saggio, vissuto in Italia per oltre vent'anni, ha lasciato tanto "pieno" nelle persone che avevano seguito i suoi saggi consigli di vita, di filosofo e di sociologo.
Uomo illuminato che sapeva vivere nella giusta dimensione ogni cosa, e da ogni sua parola trapelava chiarezza.
Non smentiva mai ogni sua affermazione di vita, ma ne portava le conseguenze serenamente. Viveva come sentiva il suo cuore.
Quando Baba morì, dieci anni or sono, i giornali di allora scrissero "È morto il padre di Sandokan". Chi lo ha conosciuto ha pensato che Sandokan aveva un padre di una statura interiore gigante.
Molte volte mi parlava delle tue attitudini e vedo che non ne ha sbagliata una. 
Conosceva suo figlio!
Auguri, Kabir per il tuo futuro.

 

 

Riconoscimento

Comunicazione. Parliamo e comunichiamo.
Ci scambiamo stati d'animo.
Ma cosa c'è dietro alle nostre parole? Cosa ci aspettiamo quando diciamo qualcosa? 
Cosa vorremmo sentirci dire in risposta?
Qualcosa che riempia il nostro bisogno. Un finto pieno che allevi la sensazione di vuoto che ci sentiamo dentro.
Comunichiamo. Scambiamo quel che siamo. Siamo bisogno.
Parlare è spesso chiedere. Chiedere nascosto.
Altre parole, altre frasi.
Forse parliamo di qualcosa che ci sembra importante, ma in realtà stiamo chiedendo.
Spesso quando parlo chiedo,cerco di catturare l'attenzione, cerco un riconoscimento, un qualcosa che mi sembra debba venire dagli altri, perché non sono abbastanza cosciente che lo cerco da me. chiedo agli altri di riconoscermi, quando loro non possono vedermi e io solo posso entrare dentro me.
Il mio io è assetato di riconoscimento.
L'io vive solo nell'essere riconosciuto e la cosa non può finire perché cesserebbe di vivere.
L'io è esoso e soffocante.
Cerca di velare la mia anima,di nasconderla catturando la mia attenzione.Vuole vivere lui che vive nel vago, che vive nel tempo e che ha bisogno di continui richiami,di continue conferme e cerca di nascondermi ciò che non ha bisogno di conferma perché esiste al di là di questo gioco.

marco

 

Il petalo di ogni cosa

Se stai in quello che i sensi
sentono, guardano, vedono,
ti si apre un infinito,
i rumori, i suoni, gli scricchiolii
prima impercettibili
si sentono
si allarga tutto
il respiro diventa lieve
diventi un osservatore puro
sei nel tempo senza tempo
vedi senza manifesta
insofferenza,
le onde
le pieghe
le minuzie
le screpolature
le fessure delle rocce
le ombre
i tagli
sei nelle cose ...
appena non guardi
entra la memoria,
entra un problema
che hai che non
è lì dove sei tu
e prima e dopo
e non diventi più
il posto dove sei ...
il mare è celeste
vedi i colori le dimensioni
le differenze
e l'ordine delle cose
sei il petalo di ogni cosa
e non sei il giudizio di te
permesso dal non vedere
e dal non essere
il mare è celeste
e calmo
guardi sereno
ed ogni cosa è morbida
vita di se stessa
il mare è celeste
lo guardo ...

Nicola

 

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