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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 8 - anno 1° -
Novembre - Dicembre
2003
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PAGINA 5
"Molti vendono l'anima e vivono del ricavato
in perfetta tranquillità di coscienza"
Logan Pearsall Smith
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Arte - a cura di Elisa Bergamino
Il Cepu di piazza Castello ospita una collettiva di noti artisti italiani
È stata inaugurata giovedì 27 novembre
l'esposizione "Trasversalia: Zone di Origine Incontrollata" organizzata da Maurizio Pochesci
È stata inaugurata il 27 novembre scorso presso il CEPU di Torino - piazza Castello 29 - diretto dalla dottoressa Sabrina Gonzatto - la rassegna artistica dal titolo "Trasversalia - Zone di Origine Incontrollata".
Organizzata dall'Associazione "Camminare Insieme" di Roma, diretta artisticamente da Maurizio Pochesci coadiuvato da Donatella Calì e Vito Testa, La collettiva, cui hanno collaborato le Dame Patronesse della Croce Verde di Torino, comprende un gruppo di pittori e scultori romani appartenenti ad alcune delle principali correnti artistiche prevalentemente degli anni Settanta e alcuni degli anni Novanta. Dunque, un autentico spaccato generazionale della maggiori tendenze creative in atto in Italia negli ultimi trent'anni. L'idea di portare l'arte nelle strutture scolastiche nasce dall'esigenza di fornire un taglio innovativo e coraggioso all'iniziativa: rappresentare il concetto di 'arte per l'arte', cioè il desiderio di non sottostare a rigide esigenze commerciali e di mercato che sempre, inevitabilmente, impongono compromessi alla fantasia e alla sperimentazione degli artisti.
Tra i protagonisti della mostra, Claudio Angeloni , romano del '59, ha una formazione artistica che va dalla pittura alla scultura, avendo frequentato in giovane età lo studio dello scultore Nino Mandrici.
Un altro protagonista della mostra che sarà allestita nelle sale del Cepu di Torino, diretto dalla dottoressa Sabrina Gonzatto, è Carlo Bazzoni. Informale molto legato alla ricomposizione degli elementi pittorici, l'artista gioca con forme di luce, colori e geometrie, realizzando quadri in tecnica mista.
Fabrizio Bertuccioli, invece, si è formato a Roma negli anni Sessanta dove vive e lavora. Le sue prime esposizioni risalgono a tale periodo e risentono delle influenze americane.
Nunzio Bibbò, nato nell'Alto Sannio a Castelvetere nel '46, si è formato all'Accademia di Napoli dove ha conosciuto maestri quali Mazzacurati, Mastroianni e Perez. Le opere di Bibbò si nutrono dell'antica ed austera tradizione greca e latina per approdare alla cultura della modernità con graffiti e collages.
Donatella Calì, pittrice e potessa romana, consegue il diploma di stilista e costumista teatrale nell'Istituto Cataldo di Roma. Frequenta inoltre l'Istituto d'Arte. Per i suoi particolari meriti artistici si segnalano alcuni premi quali: il premio Città di Avezzano, il premio Pizzocalabro e quello dell'ultima edizione di Sulmona.
Marco Fioramanti, vive e lavora a Roma. Le sue prime mostre di notevole rilievo artistico risalgono agli anni '80, quando aderendo al Gruppo Trattista ha esposto sia in Italia che all'estero, in città come Berlino e Monaco di Baviera.
Elisabeth Frolet, nata in Madagascar, esordisce in Italia nel 1985 con una personale alla Galleria M.R. di Roma curata da Achille Bonito Oliva.
Negli ultimi lavori l'artista utilizza contemporaneamente la scultura, la luce e il suono dei diversi materiali: vetro, ceramica, legno, piombo, fotografia e disegno.
Alberto Gasparri, altro artista di origine romana, nel corso degli anni è passato dall'esperienza dell'iperrealismo ad un pittura di sintesi, pur attenendosi sempre al figurativo. Ha esposto a New Jork presso la Street Gallery, al Metropolitan Museum, alla Galleria Comunale di Atene e al Centro W. Lam di Cuba.
Emilio Giusti, nato a Roma nel '54, si è formato all'Istituto d'Arte, diplomandosi successivamente in Scenografia. Tra le sue principali esposizioni, quella alla Fiera di Padova del 2002. Giusti trasmette nelle sue opere un carattere esplosivo, realizzando i lavori con pennellate vibranti di colore, specie quelle con profondi riferimenti alla graffity art.
Renato Ingrao, pittore di origine palermitana che definisce le sue opere "un'avventura che parte sempre da zero", realizza una pittura astratta, ritmica e lirica allo stesso tempo. Attualmente collabora con un gruppo di artisti impegnati nello studio delle problematiche della pittura contemporanea.
Jaber, eclettico artista di origine irachena che attualmente vive e lavora a Roma è un Neo-figurativo, capace di proporre immagini di rara bellezza, vitalità ed energia inesausta.
Le figure femminili, pur non essendo rappresentate nella loro forma anatomica perfetta, proiettano l'osservatore in una tavolozza dai colori capaci di creare intime atmosfere che riportano a sensazioni inedite e inattese. Emiliano Marinucci, giovane pittore e scultore romano, neo-figurativo moderno dalla forza quasi michelangiolesca è capace di recuperare sia nella teorizzazione che nella lavorazione dei materiali una funzione tradizionale e sociale dell'arte.
Silvio Pasqualini, nato a Morro d'Alba, in provincia di Ancona, nel 1956, vive e lavora a Roma. La figura umana, interpretata in maniere e modi sempre differenti, è al centro della sua pittura. Ma più che la fisicità della figura, nei lavori di Pasqualini emergono ombre e forme, immagini "viste in diverse posture, ora assorte, ora vitali.
Marco Tamburro, neo-figurativo moderno, diplomato all'Accademia delle Belle Arti di Brera, incentra la sua indagine pittorica sull'analisi della realtà metropolitana, criticamente intesa come luogo alienante in cui si consuma la standardizzazione del pensiero.
E per concludere, Gianmarco Tiboldo, nato a Biella nel '65, vive ed opera a Bandissero Canavese. Le sue opere, raffigurazioni arbitrarie ma rigorose, sono figlie della memoria e della meditazione, poiché Tiboldo crea e poi distrugge attraverso carta lavorata con ferro, tavole e tele cui l'artista regala i segni indelebili del tempo, ed altri materiali assemblati in modo che la loro essenza non subisca una totale tra-sformazione.
E. B.
Antonella Vigo: un mondo artistico
sorretto da una vasta apertura concettuale
Acrilico, olio, smalto, vernici impregnanti, argilla mista a colla da impasto, il tutto su base di compensato o cartongesso. Questi ed altri sono i materiali utilizzati da Antonella Vigo, nata e abitante nella splendida Carloforte, per la creazione delle sue opere d'arte, composizioni da lei stessa definite le "mie creature".
Sensibile e meditativa la Vigo - grazie ad una personalità che racchiude molti e ricchi interessi, che vanno dalla realtà quotidiana al recupero della memoria - realizza immagini che lasciano intravedere un impegno nuovo, pieno di espressività, più aderente alla dinamica del nostro tempo.
L'artista che si muove in un mondo sorretto da una vasta apertura concettuale, con assoluta dis-involtura, adotta, per la realizzazione delle sue originalissime e superbe opere, anche conchiglie, frammenti laterizi, ma la peculiarità sta nei fili di lana riciclati da vecchi maglioni, nelle trame di cotone di scampoli smembrati, nelle foglie essiccate di palma nana delle vecchie scope e nei bottoni…
Ed ecco, un meraviglioso quadro raffigurante il mare costruito proprio con un 'mare' di bottoni, ma anche con quant'altro si possa conservare nei secoli: tutto è concesso, tranne … materiali… moderni.
"Vado a frugare nel vecchio - sottolinea l'artista - poiché la mia intenzione era ed è di puntare sul valore culturale, non solo su quello espositivo. Mi è parso che, nella specificità connotativa dei segni, il bottone potesse offrire una chiave di lettura; altrove denota un oggetto che con la complicità dell'asola chiude una camicia, una federa, ecc.. Nelle mie rappresentazioni il bottone è 'segno', diventa quindi connotativo, perché designa una conoscenza supplementare rispetto a quella codificata dell'oggetto: un'industria del primo Novecento. Qui, infatti, il bottone è… incuriosirsi a
scoprire cos'è."
Un'occasione quella di Vigo che diventa una forma di riscatto e di autentico processo di evoluzione dell'arte.
Un'arte capace di offrire ai fruitori opere mature e sorprendenti.
E.
B.
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