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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 8 - anno 1° -
Novembre - Dicembre
2003
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PAGINA 8
"Si è innamorato di se stesso a prima vista e a questa passione
è sempre rimasto fedele."
Anthony Powell
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La follia
Allegoria dei sentimenti umani
La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei.
Dopo il caffè, la Follia propose: "Si gioca a nascondino?".
"Nascondino? Che cos'è?" - domandò la Curiosità.
"Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete.
Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare".
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.
"1,2,3. - la Follia cominciò a contare.
La fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi.
La Gioia corse in mezzo al giardino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L'Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era già a novantanove.
"CENT! - gridò la Follia - Comincerò a cercare".
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto.
E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è l'Amore?".
Nessuno l'aveva visto.
La Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'Amore.
Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido.
Era l'Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre.
L'Amore accettò le scuse.
Oggi, l'Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.
Nicola
un nostro lettore
Carla De Rolandis
Se fate parte di quel gruppo - peraltro numerosissimo - di persone che ha sempre pensato alla filosofia come a qualche cosa di astratto, difficile da comprendere, riservato a pochi, ecco una ragione di più per conoscere Carla de Rolandis.
Già di per sé sapere che Carla esiste è un valore aggiunto perché nella vita non si sa mai, e per avvicinarsi alla filosofia c'è sempre qualche valida ragione.
Carla è una filosofa. Attenzione, però. Qui non si parla di accademia.
Qui si parla di filosofia applicata, di filosofia del quotidiano, di filosofia che serve a risistemare nelle grandi categorie dello spirito la vita quotidiana.
Qualcosa, insomma, che ci coinvolge tutti, nel nostro rapporto con noi stessi e con il mondo.
Per Carla la teoria non è mai stata separata dalla pratica, l'astratto del pensiero si è sempre reimmerso nel concreto dei fatti. Il suo studio, il suo ragionare, il suo riflettere, infatti, vengono condivisi e tradotti in stile di vita da chi ormai la segue da anni e da sempre più numerose new entry che ritrovano nelle sue conversazioni i pensieri guida e i dettami per una vita migliore.
Carla aveva conosciuto il Maestro Baba Bedi nel 1974 ed era rimasta affascinata dalla sua filosofia.
"Non insegnava una religione - ricorda - ma il rispetto per ogni essere umano per ciò che è, e crede". È quanto continua a fare, dopo aver raccolto la sua eredità di pensiero, all'interno di Ego, il Centro Culturale per la ricerca filosofica di cui è lei è l'anima e il cuore.
Ancora attenzione però:né filosofia orientale, né suggestioni new age, bensì la filosofia di chi per comprendere se stesso incomincia a lavorare ad un centimetro da sé e non vaga all'esterno.
Dada Rosso
La Stampa, 28 novembre 2003
L'amante
È buffo sentire cosa pensano alcuni amici del mio
cambiamento!
I più normali pensano ad una sorta di massaggi estetici e così via, altri pensano addirittura ad un mio cambiamento per merito di un amante o chissà che!
Loro non sanno che io non faccio nulla di tutto ciò, ma io sì, io so che il miglior amante e il miglior centro estetico l'ho trovato proprio dentro di me e non altrove.
Geny
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