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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 1 - anno 1° - Aprile
2003
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PAGINA 4
La mia solitudine. La memoria o il cuore?
di Stefania Pomi
La mia solitudine non mi fa stare ferma un attimo. Faccio un sacco di cazzate. Per solitudine cercavo la compagnia di tutti, ma così non li rispettavo. Volevo fare qualcosa per forza e anche se ho smesso di essere così assillante la frenesia mi è rimasta dentro e continuavo, per leggerezza, a fare delle cose e a comportarmi in un modo che poteva essere frainteso. E anche se non veniva frainteso veniva giudicato e io perpetuavo la solitudine perché mi accanivo per non rimanere sola e non stavo al mio posto.
E lui mi avrà giudicato tanto. Se ne stava zitto, facendo finta di avere altre cose a cui pensare e nel silenzio mi giudicava e io senza saperlo lo allontanavo sempre di più. E soffrivo continuando a sbagliare. Non ero seria. Lui avrà pensato che probabilmente non era lui che volevo, ma qualcuno vicino a me. Ma chi vuole una persona come me vicino, se poi come lui non c'è cerca la vicinanza di altre persone?
Ecco il non vedere cosa ti fa fare, come ti fa soffrire in eterno fino a quando non vedi cosa stai facendo e capisci persino cosa sta pensando l'altro, perché è quello che penseresti al posto suo.
Dio mio che gioia vedere, che liberazione quando capisci che tu sei la causa e tu sei la soluzione! Adesso capisco questa frase. La soluzione ce l' hai davanti ma non la vedi e continui a vivere nell'oscurità e soffri e non finisce mai.
Bello, brutto, giusto o sbagliato. Non è importante quello. Ma se esci da lì cogli l'essenza. E' quello che ti da pace. Se ci ritorni continui a non vedere e soffri.
E ti accorgi che se esci stai meglio e anche l'altro è diverso con te, come se non aspettasse altro che vederti diversa.
Nessuno mai vuole fare il passo avanti. Gli orgogli di ognuno son dei macigni legati alla caviglia con una catena e più pensi e più il macigno diventa grande e meno ti muovi verso l'altro, verso te stessa.
Come puoi pensare di vivere bene così?
E quando le barriere di ognuno cominciano ad allentarsi, pensi che finalmente quella è la vita e che dovrebbe essere sempre così, però poi quando c'è da fare un passo avanti è l'altro che lo deve fare e tu devi aspettare che lo faccia, perché tu hai più ragione di lui e di nuovo la ragione si mette in mezzo e soffoca il cuore, che vuole vivere e vuole esprimersi. Ma sia mai che lo si lasci vivere troppo. No, ci sono i condizionamenti, che vogliono vivere anche loro, e la cosa strana è che abbiamo più facilità a far vivere i condizionamenti che non il cuore; certo, perché siamo più abituati. Li conosciamo meglio. E il cuore? Cos'è questa cosa strana che pulsa dentro di noi per ricordarci che c'è anche lui oltre la nostra memoria?
Un ramo a primavera
Un albero ancora spoglio, un albero che comincia a germogliare, un ramo, uno a caso, stesso nutrimento dalle radici, stesso sole che scalda, eppure vedo nascite non uguali, gemme che sono già piccole foglie, gemme ancora in embrione, crescite diverse.
E mi domando perché, nelle stesse condizioni, non sbocciano tutte insieme le gemme dello stesso ramo?
Non mi ero mai soffermata, prima d'ora, a guardare questi miracoli che si ripetono a centinaia di migliaia intorno a me.
La vita è un miracolo perenne. Ho un'emozione dentro che mi scoppia e mi domando come un'emozione così sia sempre assente dalla mia vita, quando basterebbe osservare un ramo a primavera.
Davanti al mare
Ho avuto bisogno di essere là, oggi, di fronte a quel globo di fuoco celato sul mare, gli scogli, le rocce scolpite dall'acqua, che da millenni si infrange con forza o le accarezza, lambendo le punte più aguzze, la linea dell'orizzonte così perfetta, il silenzio del vento, il silenzio del blu, i cespugli sotto di me, la pietra su cui sono seduta, il profumo del vento, il profumo del blu, il calore del sole sul mio volto, sul mio cuore, il sole caldo che sembra custodire le mie pene per lasciarmi libera di immergermi, libera di godere, libera.
I miei sensi hanno composto per me questa sinfonia d'amore e la rinnovano ogni volta che ho bisogno di stare con me, là, davanti al mare.
Rosanna Marchiaro
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