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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 1 - anno 1° - Aprile
2003
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PAGINA 8
Ognuno si esprime in base al proprio sapere ed è convinto di essere nel giusto
Discutiamo: ho ragione io o tu?
Non si litiga più quando si capisce che ognuno parla secondo il proprio bagaglio di conoscenze - Comprendendo i propri limiti è facile far cadere malumori e contrarietà
Quando c'è una discussione ogni individuo ha ragione. Non è un' affermazione diplomatica per quietare le acque in burrasca, è una realtà che, se esaminata attentamente, ci dà una visuale nuova di alcuni aspetti della vita.
Prendiamo come sempre un caso reale e di piccole dimensioni per poterlo spiegare in modo comprensivo, ed in cui tutti ci siamo trovati coinvolti.
Due persone discutono su come arredare la casa, oppure di come comportarsi nell'educazione dei figli, o meglio ancora due uomini che parlano di politica o di sport.
Non bisogna pensare che se si tratta di un uomo e di una donna il senso della discussione sia diverso.
Prendiamo i due che parlano di politica. Il loro dialogo a volte assume atteggiamenti di grande partecipazione e coinvolgimento. Ognuno dei due è convinto di avere ragione, e che il proprio pensiero sia il solo giusto. La discussione degenera, ed i due si lasciano con malumore e risentimento.
Ora apriamo una parentesi per spiegare meglio cosa accade nell'animo dei due: immaginiamo una scala di valori, e questa scala non è altro che il grado di evoluzione e di coscienza di ogni persona. Ogni individuo "vede" ciò che è registrato in sé: il proprio sapere. Di conseguenza il suo parlare non può essere maggiore del suo conosciuto. E quando questa persona parla è erroneamente convinta che il suo dire sia quello esatto. Bisogna tenere conto che dal punto di vista di costui, la sua visuale è giusta, è esatta per lui, è sincera.
L'altro individuo ripete rigorosamente il medesimo meccanismo. Il suo livello di coscienza lo fa parlare in un certo modo, ed è in contrasto con l'altro, anche perché è rarissimo trovare due persone con il medesimo livello di coscienza.
Comprendiamo quindi che le controversie sono abituali tra due persone che cercano uno scambio di opinioni. Anche il secondo individuo è sincero ed onesto con se stesso, perché parla in base alla propria visuale.
Qui sta il ridicolo: abbiamo due persone che esprimono la propria verità e non si capiscono, ed ognuna, lasciando l'altra, prova per sé un senso di insoddisfazione: il non sentirsi capiti. La verità che prova lo fa divenire cocciuto, e pronto ad insistere sul problema alla prossima occasione. Certo ogni individuo sente il bisogno di affermare se stesso e questo gli dà spinta per andare avanti, sostenendo la sua idea.
Ogni uomo si comporta nella stessa maniera e mette in discussione l'opinione degli altri. Entrambi i litiganti vivono la cosa come se essa fosse un affronto nei propri riguardi, come se l'altro volesse ostacolarlo. Il limite è che ci si ferma qui.
Immaginiamo ora di vedere tutti gli esseri della Terra che lottano per far valere la propria opinione . Ha ancora un senso discutere, dopo aver capito che ogni uomo , quando parla, ha ragione?
Concepito questo concetto si lavora per una maggiore visuale e comprensione su tutti i limiti . Questo piccolo esempio si riflette perfettamente nel grande e su qualsiasi azione di contrasto.
Comprendendo, cadono molti aspetti negativi : l'orgoglio, la rivalità, l'invidia, la presunzione. Certo non basta, ma è il primo passo verso la consapevolezza di ciò che è realmente l'uomo.
Comprendere se stessi è il viaggio più affascinante che si possa intraprendere.
Carla Orfano
da: "La Gazzetta" - sabato 26 aprile 1986 - Terza
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