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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 2 - anno
2° - Febbraio 2004
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PAGINA 4
"Scegli sempre un lavoro che ami, e scoprirai che non dovrai
lavorare neppure un giorno nella tua vita"
Confucio
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Una vita vissuta
nell'aspettativa
è necessario svegliarsi per vederne l'assurdo
Quando ti aspetti dagli altri: giudichi se non ti danno, sei troppo occupata ad arrabbiarti per fare, per agire, per osservare.
Nasce il pregiudizio, e poi il giudizio, e poi la condanna, e poi il rancore, e poi la rabbia, e poi il dolore, e poi le paure, tante.
E anche quando finalmente ti danno è una soddisfazione effimera perché, se pensi che ti è dovuto, chi ti dà non ha nessun merito anzi, è sempre troppo poco rispetto all'aspettativa.
Perché l'aspettativa è ingorda!
Ma che razza di inferno è l'aspettativa?
E osservandola su di lui, lo posso osservare su tutti, il meccanismo è lo stesso. Non devo far altro che rientrare nella mia casa, non più fuori con l'aspettativa. Mi ridò a me, ammesso che io mi abbia mai avuta. Ora attingo veramente da me, metto in moto il mio generatore. Produzione propria. Luce propria. Non più luce riflessa che, se si spegne rimango al buio.
E i cambiamenti arrivano. Migliorano anche i rapporti con mia madre, che non aspettava altro che di essere riconosciuta.
Riconoscendo me, riesco a riconoscere anche lei. Non più fingere di riconoscerla per farle piacere. Ora lo capisco. La finzione non può essere duratura. Ogni tanto esce quello che sono. Ed è ciò che creava delusione e perplessità in chi mi stava accanto, che mi impediva di essere presa sul serio. Chi ci poteva capire qualcosa di me? Non mi capivo io! Anzi, fornivo io stessa i proiettili per spararmi.
La vita avrebbe fatto polpette di me. Questo sarebbe stato il mio destino.
Mi viene in mente quando, bambina, andavo a scuola dalle suore, una frase allora sempre ripetuta con abitudine, e ora è come un "grazie" che mi nasce dal cuore:" Dio sia lodato!"
Giorgia C.
L'unica che può comprendere
Chiedere. E perché?
Perché hai bisogno di essere nutrita.
Ma allora vuol dire che non mi sono mai fermata ad osservare quello che stavo facendo, o forse quello che non stavo facendo.
E quindi lo devono fare gli altri al posto mio!
Ma cosa esattamente dovrebbero fare questi altri?
Fare qualcosa che tu vuoi, ma nel modo in cui tu vuoi, nel momento in cui tu vuoi e nella quantità in cui tu vuoi e con le sfumature che tu vuoi e devono anche capire quando si devono fermare.
Però dovresti anche prenderti la briga di spiegare loro cosa provi, con tutte le difficoltà che ci sono nello spiegare le tue sensazioni, che fai fatica a capire tu stessa.
E quindi non ricevi mai quello che vuoi, e se lo ricevi non è mai come lo vuoi, e se lo ricevi come lo vuoi non è mai quando lo vuoi.
Mio Dio, che dannazione!
L'unica persona che può frenare tutto questo andare a vuoto sei tu stessa, e però sei la prima persona che scarti fin dall'inizio!
Stefania
Entrare nella vita a cinquant'anni
Molti riderebbero.
Io stessa riderei se non trovassi la cosa tremendamente seria.
Mi sono bastati questi giorni di festa, passati in solitudine, a meditare sulla mia vita, sulle aspettative che mi hanno tenuta lì, sul piede di partenza… e non sono mai partita.
Non ho mai conosciuto, non ho mai pensato alle paure create dal non conoscere e alimentate dalla mia rinuncia a conoscere, dalla mia scelta di non conoscere.
Perché sono finita in questa tela di ragno da cui non ho più potuto muovermi?
Io stessa, nel ruolo di ragno, mi sono avvolta, ancora e ancora, fino a soffocare in un bozzolo informe. E più mi dibattevo e più mi avvolgevo.
Questo succederebbe a una mosca o a un altro insetto.
Sventurati! Ma io non sono una mosca. Sono un essere umano! Ho dentro la grandezza di Dio. Posso scegliere: se finire la mia vita in una tela di ragno o vivere, entrare nella vita, conoscere e conoscermi, combattere, aiutarmi, amarmi, innalzarmi. In sintonia col mondo.
Sì, questa è la mia vita.
Quando ad occhi chiusi sento che il mio essere è un tutt'uno con l'universo. Non esiste nient'altro.
"Questa" è piena felicità.
Rosanna
Se dimenticherò
Anno nuovo, vita nuova, si dice.
Progetti su di me, progetti che metto in memoria, alcuni sottolineati in rosso.
Impegni con me stessa che metto in memoria. E lei sarà lì ad aspettarmi, sempre presente, a ricordarmi se dimenticherò.
Un taccuino lungo lungo, dentro di me, grande grande.
Pensieri, immagini che ritornano.
Per mettermi di fronte ad una promessa non mantenuta, al mio tradimento, al mio essere incosciente, al mio far finte di niente, al mio poco coraggio.
E lei sempre lì, che mi pungola, che mi ricorda che ci sono.
Ci sono perché c'è lei.
Tutto di me è racchiuso lì, le spiegazioni di come sono, di cosa posso fare, la registrazione dei miei sogni, dei miei desideri, delle mie conquiste, delle mie potenzialità, del mio sentire, delle cose da capire, stipate da tanto passato.
Mai considerate.
E allora che cosa meravigliosa, adesso, poter comprendere!
E andare avanti.
Con coraggio.
R. M.
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