Ego Filosofia:
leggi il giornale EGO:
2003:
2004:
2005:
2006:
2007:
2008:
2009:
2010:
2011:
2012:
2013:
2014:
|
|
Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 12 - anno
3° - Dicembre 2005
|
PAGINA 6
"Il miglior modo
per far girare la testa ad una donna
è dirle che ha un bel profilo"
Sacha Giutry
|
Colori diversi
Colori, bellissimi colori, arancio, rosso, rosso scuro, violetto, verde, bianco, quanti colori i miei occhi possono vedere, ammirare.
Io resto incantata dai colori dell’autunno ed ogni volta ringrazio il Signore perché mi permette di vedere questi colori e le loro sfumature.
Autunno, autunno, solo ieri parlando con Ida mi sono ricordata che io l’autunno, questo tipo di autunno, l’ho conosciuto qui, in Piemonte, prima mi era sconosciuto.
Nella nostra zona della Sardegna non ci sono questi colori, c’è solo il rosso delle foglie della vite e tutto quello che vediamo qua, là non c’è.
E questi colori dell’autunno li avevo visti solo nelle foto e nella televisione, ma solo oggi che riesco a vederli, ad apprezzarli, a sentirli vivi dentro di me, riesco a coglierne la totale bellezza, e mi fa sentire viva perché ne posso godere e portarmelo dentro come una grande scoperta e conquista.
Perché se non avessi avuto gli occhi che ho oggi per vedere, non avrei mai apprezzato quello che ho visto e che vedo in questo meraviglioso autunno.
Autunno anche per me, perché come cadono le foglie sul terreno ho rivisto una parte del mio bisogno cadermi davanti ai piedi e questo mi ha dato apertura verso di me.
Quanto mi danno i miei occhi quando mi ricordo di averli!
Tutto ha un altro aspetto.
Gianna
Giardino
Penso spesso al giardino là in campagna.
Le mie rose mi aspettano, o meglio, aspettano la primavera per esprimersi nel loro splendore.
Ora c’ è il mantello dell’inverno e la terra gelata forma una dura crosta e tutto pare morto, immobile.
Ma sotto la crosta ci deve essere un calore grande, tanto che i bulbi appena piantati l’hanno bucata con le loro prime foglie ed hanno fatto capolino al gelo dell’inverno e pare che dicano: “siamo qui, aspettiamo, aspettiamo il sole caldo della primavera e stiamo immobili”.
Penso che la crosta dei miei condizionamenti sia più spessa e che a stento la buco a volte, ma sotto c’è il calore.
Ci vuole pazienza, perseveranza, forza, attesa, amore per la vita e per il creato, amore per le cose belle ed una gran voglia di migliorare ogni giorno.
La natura è pazienza, attesa, perseveranza, voglia di vivere, gioia del colore, gioia delle forme, fragranza del profumo, carezze sulla pelle, sapori uguali e sempre nuovi, doni per noi preziosi per andare avanti.
Vorrei fosse già primavera per assaporare la bellezza della mia aiuola, ma so che ci vuole l’attesa poiché occorre l’inverno, la neve, il gelo e che senza quello non ci sarà fioritura.
Luigina
Le mie lacrime
Prendetemi tutto ma non il mio
Breill! recita una pubblicità televisiva.
Prendetevi tutto ma non toccatemi la mia pietà!
Sulla mia pietà non transigo!
E’ lì che ho posto il mio baluardo difensivo: è la mia linea del Piave!
Mi auguro che nessuno voglia andare oltre............
andrebbe contro Gesù di Nazareth!
La mia pietà è la dignità dell'essere ,è la mia sensibilità, sono le mie lacrime per un mondo senza rispetto,per un mondo non più umano.....
Mentre scrivo la televisione sta trasmettendo una parata di bande folcloristiche internazionali per il "Columbus day" e subito la mia memoria mi porta in mente quelle che mi toccano il cuore,mi riferisco alla banda dei bersaglieri e a quella scozzese delle cornamuse La prima testimonia il coraggio dei piemontesi, il sacrificio di Enrico
Toti, la nostra unità per l'indipendenza ; quella scozzese ,tamburi e cornamuse, ha qualcosa di trascendentale:
ti porta alle scariche di fanteria, al fumo e alla morte nelle battaglie.
E' il valore aggiunto, quello che nella valanga dell'avanzata ti aiutava a vincere la paura della morte.
Quando li senti, la cornamusa e i tamburi, ti portano a vedere migliaia di individui che si alzano dalla polvere e dal fumo e che riordinata la
divisa, serrati i ranghi, riprendono il cammino.
Mi piacerebbe che l’ultimo mio percorso sia accompagnato dal suono delle cornamuse; vorrei che quel suono che sa di nebbia accompagnasse le mie spoglie e la mia pietà ad incontrare i miei genitori.
Piero
La materia
all'interno
Se chiudo gli occhi le forme non le percepisco più, ed il senso della vista va a vedere all'interno della memoria,delle immagini del mio passato.
A volte mi terrorizza per le situazioni che ho vissuto, ma ancora più per come ero cieca io, allora lo ero molto di più di adesso, ero completamente nell'ignoranza di me, totalmente non padrona di me.
Assolutamente con gli occhi chiusi.
Mi sembra passata un'eternità, ma in realtà, il tempo è di pochi anni.
Devo imparare ad apprezzare di più i miei cambiamenti.
Guardare indietro è un aiuto per ricordarsi da dove ho iniziato, di come sono stata, ed apprezzare oggi meglio come sono cambiata.
Gabri
Dedicato ad un'amica
Volevo farti gli auguri e mi hai detto che hai un nuovo compagno; me lo hai detto con l'orgoglio e la contentezza di chi ha appena pescato un merluzzo con il cucchiaino!
Mi è venuto da ridere e rido ogni volta che ci penso.
Chissà poi perché!
Cosa c'è di così strano!
E soprattutto cosa c'è di così spiritoso!
Forse perché penso ai salti mortali che uno deve fare per tenerselo/la stretto, forse perché penso alla “stufia” che prima o poi t'assale, forse perché sto capendo che è tutto
un'illusione... forse perché penso a quanto uno deve impegnarsi per ricordarsi di telefonare, di soddisfare le aspettative e a quando devi uscire per compiacere mentre te ne staresti così bene al calduccio di casa tua davanti alla televisione.
Già!....e continuo a sorridere!
Ma la vuoi piantare!
Vuoi vedere che la tua è solo invidia!
E rido!
Già... ma tu che ridi come se fossi un'ebete non ti ricordi più cos'è stata per te la
solitudine, la fame, la disperazione.
Certo che me lo ricordo e molto bene e forse è perché adesso lo vedo con distacco che mi viene da sorridere.
E rido pensando ai merluzzi che a seconda di come vengono conciati diventano baccalà o stoccafisso e io lo ammetto, nella vita, per inseguire le trotelle di fiume sono stato tutti e due!
Con simpatia e grande affetto!
Piero
Invidiare chi e che
cosa?
Invidiare chi e che cosa?
Pensiero senza senso, fantasie veloci che volano nell’aria e che sono ben lontane dalla realtà.
E la tua mente in un attimo si riempie di spazzatura e questo turbinio ti porta ben lontano da quello che ti sta davanti agli occhi, che non ha quel luccichio dell’oro che gli hai buttato sopra, ma ha una luce ben più opaca e assai diversa.
Ma se non sei sveglio e non cogli le sfumature, vedi comunque l’oro ed è di quello che tu vai in cerca e lo cerchi nella miniera sbagliata e quel luccichio che vedi, forse, è un semplice vetro, forse un pezzo di specchio rotto e buttato lì.
No no, per te continua ad essere oro, finché non ti svegli dal torpore ed allora una frase o un atteggiamento ti fa scoprire che non esiste miniera d’oro che non in te stesso, tutto il resto del luccichio era fumo e vanità, era neve che si scioglie al sole, miraggi in un deserto che tutti ci vede assetati di acqua che non troviamo mai, perché la cerchiamo nel posto sbagliato.
Essere svegli ed accorgersi dell’inganno non è facile, ma è possibile, per fortuna, è possibile!
Luigina
|