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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 9 - anno 8° -
Settembre-Ottobre-Novembre-Dicembre 2009
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PAGINA 5
"Se noi guardassimo costantemente il
cielo finiremmo per avere le ali"
Gustave Flaubert
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ARTE & CULTURA
Paulucci: il
segno ed il colore
A dieci anni dalla sua scomparsa Torino ricorda il pittore Enrico Paulucci con una mostra antologica dal titolo "Segno e colore".
Sono 32 opere dal 1920 al 1960, tutte interessanti e fondamentali per comprendere l'iter artistico di un erede dell'impressionismo francese ed un avventuroso del modernismo post bellico.
Nato da antica famiglia emiliana nel 1912 si trasferì con i suoi a Torino dove si laureò in scienze economiche ed in legge. Ma la pittura lo coinvolse fin da ragazzo. Nel 1928 conobbe i pittori più vivi e spregiudicati di Torino, tra gli altri Casorati, Menzio, Chessa, Levi, Bozzetti.
Furono queste amicizie particolarmente stimolanti e positive per la sua formazione. Nel 1928 si reca a Parigi dove soggiorna a lungo conoscendo così da vicino la pittura francese dall'impressionismo in poi, socialmente interessato alle opere recenti di Picasso di Matisse, di Dufy, di Braque, artisti di cui poco si conosceva in Italia. In alcune tele cercò anche di imitare Modigliani. Nel 1929, tornato in Piemonte, si a Galante, Levi, Menzio e Boswell costituendo, con Chessa, il gruppo dei "Sei Pittori di Torino".
Questo movimento ebbe vita breve ma intensa.
Lionello Venturi ed Edoardo Persico lo sostennero in un clima di nazionalismo artistico, per un'arte italiana libera e aperta aí fermenti europei. Nel 1930 il gruppo si sciolse.
Paulucci, Menzio e Levi tennero ancora insieme mostre a Parigi, Londra e Roma, poi ognuno prese la sua strada, anche se fedeli alle prime giovanili esperienze. Paulucci tenne numerose mostre in tutta Europa e strinse stimolanti amicizie con scrittori ed artisti in Italia e fuori. Intanto le grandi rassegne italiane, dalla Biennale di Venezia alla Quadriennale di Roma, gli dedicavano mostre e sale personali, ottenendo premi e riconoscimenti.
A Torino, dove non esistevano allora mercanti aggiornati né sodalizi o musei attenti alle nuove tendenze dell'arte, fondò con Felice Casorati lo studio Casorati-Paulucci, dove organizzò la prima mostra italiana d'arte astratta del gruppo milanese del Milione. Con Castrati diede vita allo studio "La Zecca" dove si tennero mostre che per il clima di allora si consideravano d'avanguardia.
Nel 1938 (quando venne aperta la nuova via Roma) fondò e diresse il Centro delle Arti, con mostre di artisti allora poco conosciuti.
Nel 1939 Paulucci fu chiamato alla cattedra di pittura dell'Accademia Albertina. Il suo insegnamento libero da pregiudizi accademici, segnò l'inizio di moderni orientamenti . Dopo la guerra, con l'allargamento degli orizzonti e le nuove esigenze estetiche che andavano maturando, Paulucci prese contatto con le nuove correnti di pensiero francesi e si dedicò alla scenografia teatrale e cinematoqrafica, e ad opere di ampia decorazione.
Nel 1955 fu stato chiamato alla direzione dell'Accademia Albertina.
Significativo il giudizio del grande artista Ettore Della Savina:" Paulucci ha saputo immortalare l'arte moderna torinese, e nella storia figurativa futura sarà costante punto di riferimento".
"Marina"
"Il Monte dei Cappuccini da Piazza Vittorio"
LIBRI
Un misterioso vicino di casa, due bizzarri poliziotti, una Torino in letargo, dieci donne provenienti da un passato dimenticato e un anonimo protagonista che si trasforma in acuto investigatore.
Sono gli ingredienti di un avvincente storia tra passato e presente.
Rocco Ballacchino
Crisantemi a Ferragosto
Ed. Il Punto
Il Canavese, le sue tradizioni, la sua cultura e, soprattutto, la sua cucina fatta di sapori e profumi.
Sapori forti di campagna, profumi ricchi di sfumature, il sapere di gente che nasce e si fonde con la sua terra.
Luciano Bianco
Gli antichi sapori
Ed. Il Punto
Gli autori cercano di avvicinare i giovani alla Cina attraverso un’analisi storica e culturale.
Che dicono i piemontesi che si sono stabiliti oltre la grande muraglia?
Il testo è completato da notizie operative di natura pratica per sostenere concretamente un eventuale progetto di vita nell’Estremo Oriente.
Alessandro Arduino, M. Cristina Bombelli
Piemonte in Cina
Ed. Il Punto
Cerasuolo, già cronista di giudiziaria per la Stampa, autore di triller di successo, sceglie come teatro di posa di questo giallo l’ufficio di un noto assicuratore.
Il testo è scorrevole, la trama avvincente, i colpi di scena misurati.
Autentici quadri gli scorci su Torino.
Claudio Cerasuolo
Lacrime d’Assicuratore
Ed. Pon Sin Mor
Molti hanno notato Gambarotta girare per Torino sulla sua datata bicicletta.
Nelle “Storie di città” ci racconta la “sua” Torino, fedele al principio che la verità si nasconde nei dettagli.
E’ un’attenta analisi della vita quotidiana, degli interni (case, circoli, teatri, mostre, sale d’aspetto) delle strade, dei cortili, dei tram.
Per sorridere, ma anche per riflettere.
Bruno Gambarotta
Ci piace Torino?
Ed. Il Punto
Ricordate “Centomila gavette di ghiaccio” di Bedeschi o “Se questo è un uomo” di Levi?
L’ambiente è il medesimo, ma visto da un alpino: una Russia innevata, l’odio di uomini contro altri uomini che non conoscono, la sublimazione della morte.
Attila Trombetti
Prigioniero di Guerra
Ed. Lorenzo Fornaca Editore
Torino è città di misteri.
In nessun’altra metropoli l’arcano aleggia con altrettanta suggestione.
Non c’è torinese che non ne sia appassionato.
E la curiosità molte volte diventa ricerca attenta e scrupolosa.
Il giornalista Ito De Rolandis propone alcuni episodi di cronaca vera, nei quali la realtà è soffocata dal paranormale.
Ito De Rolandis
Misteri
Ed. Piemonte in Bancarella
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