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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 9 - anno 8° - Settembre-Ottobre-Novembre-Dicembre 2009

PAGINA 7

   "L'abitudine è causa della nostra infelicità: anche nell'amore"   
Guy de Maupassant

 

     LA VOCE DEI LETTORI    

 

Il sogno di Dubai

Doveva essere il simbolo della città del futuro, ora invece Dubai minaccia di crollare su quello stesso mare sul quale è stata costruita.
Grattacieli svettanti nell'azzurro di un cielo evitato dalle nubi, grandi magazzini ad ala d'aquila su sabbia scottante, palazzi contorti o dai piani stesi a cipolla, dove i muri sono di cristallo e le scale di gomma. 
Attorno alla città alberi e prati, due elementi assurdi per quella latitudine, stridenti col deserto che attornia la regione per milioni di chilometri quadrati.
A Dubai si erano dati appuntamento gli architetti di 12 nazioni.
Ognuno aveva proposto soluzioni da fantascienza, con hotel fatti a barca a vela, campi di tennis al centesimo piano, ed una cascata d'acqua sollevata dalle viscere della terra da un motore mosso da energia nucleare.
Qualcosa però è andato storto. 
I conti si sono inceppati. 
I ricchi della terra si sono dichiarati sordi ai richiami del fantastico.
Gli alloggi a 85 mila euro al metro quadrato sono rimasti invenduti. 
Anche i miliardari texani proprietari di pozzi petroliferi senza fondo, non hanno risposto alla suggestione di andare a vivere lassù, vicino alla Croce del Sud. 
Ed il tutto è rimasto invenduto.
Tutto chiuso: con cartelli "vendesi" sfregiati dalla sabbia del deserto, proiettili di quarzo quando soffia il Ghibli.
Ora il mondo si domanda: questa meraviglia dell'ingegneria spaziale associata alla geometria di un capomastro è destinata a franare ed essere preda di quella stessa sabbia sulla quale si era dichiarata vincitrice?
Nessuno osa fare pronostici. 
I petrodollari hanno perso di valore proprio qui, dove il petrolio condiziona buona parte del mondo. 
E con la crisi che mette in ginocchio le finanze delle banche di quattro continenti, non c'è avventuroso finanziere che posa le sue risorse sulle caselle di Dubai.
La città dei sogni aspetta che qualcuno le tenda una mano, ma non nasconde una certa fretta: se la città deve essere salvata non si può perdere tempo. 
I motori atomici devono essere riavviati al più presto, i condizionatori riattivati subito, le idrovore devono sollevare quel fiume di acqua fresca prima che il sole essicchi prati, piante, aiuole, siepi e giardini pensili.
Viene in mente una considerazione filosofica che si riallaccia ad una città poco distante da Dubai, Babilonia: l'impero che con la sua torre voleva raggiungere i cieli della divinità celeste. 
Torre crollata dalla confusione delle lingue in cui erano incappati i mille e mille muratori al comando degli avi di Nabucodonosor.
Per noi, poveri mortali, ancora una volta l'umile creato ci dà una severa lezione: se in queste terre la natura non ha fatto crescere piante, germogliare fiori, rinverdire prati, sorridere frutteti e messi , una ragione ci sarà stata. 
Quella stessa ragion pratica cara a Kant le cui radici affondano nell'ordine universale delle cose, piaccia o non piaccia all'umana presunzione.

Antonio Ferrero

 

 

"Ego" è meglio di una medicina

Non è facile scrivere su un foglio di carta ciò che il cuore avverte, e ciò che la mente pensa. 
Ci sono sentimenti che si possono descrivere con facilità, altri che neppure il nostro sentire riesce ad inquadrare nella loro giusta determinazione.
Per questo motivo leggo con piacere Ego, poiché trovo - nel racconto degli altri - quei momenti felici o meno felici, in cui mi sono trovata.
Ed è proprio da questo esame filosofico dell'animo umano che ritengo possa essere trovata una luce per una nuova strada di vita.
Grazie quindi della vostra generosa partecipazione alla quotidianità.
Trovarvi in libreria mi riempie di gioia. 
Auguri di Buon Natale ad autori e lettori.

Marisa P.

 

 

Volere è potere

Non è facile superare un'offesa. 
Il torto subito non viene smaltito facilmente.
Molti particolari rimangono e tornano a galla, aprendo ferite che sembravano cicatrizzate. 
Sono questi i momenti in cui si avvertono rimpianti, rimorsi, rammarichi, nostalgie, recriminazioni. 
In quel momenti basterebbe ricevere una telefonata spensierata e sorridente per cancellare d'un tratto tristezza ed umor nero.
Ma che accade se il telefono non suona, e non si trovano ragioni per vincere lo smarrimento? 
Dove possiamo attingere la forza per ristabilire l'equilibrio e cancellare le malinconie?
So che posso farcela, so che potrei superare ogni mestizia, ma con le mie sole forze mi pare di essere debole, di dover sollevare un macigno, e di ricadere nelle mie inquietudini.

G. D.

 

 

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