Riproponiamo lo stesso articolo apparso sette anni
fa
Oggi il cuore mi avrebbe dettato le stesse parole
Aprire la porta
del cuore
Si avvicinano le feste di Natale e del nuovo anno.
Lo sguardo scorre sul pianeta.
Gli occhi vedono disastri: guerre, distruzioni, terrorismo, sciagure.
Gli uomini ci sembrano non più coscienti, travolti da uno squilibrio mondiale.
Per fuggire da questa follia è molto importante aver fiducia in se stessi.
Ma perché tale fiducia nasca, cresca e si confermi, essa deve scaturire dalle certezze che ognuno di noi costruisce nella vita.
Senza certezze non può esistere la fiducia.
La maggioranza dei giovani dichiara di non avere certezze.
Ma allora queste nuove generazioni come faranno a costruire la fiducia?
L’uomo realizza le proprie basi sulla materia, e ciò crea sofferenza, perché la materia non è duratura, non è perpetua, non è di lunga durata.
Meno visibile, ma molto più stabile è la costruzione interiore.
Essa è una realtà che chi la conosce avverte una forza, una certezza, una comprensione, risultato di un percorso che tutti gli esseri umani cercano.
In quest’ epoca il pensiero della gente è poco costruttivo.
Domina il senso della paura ed i pensieri sono sempre gli stessi, e riempiono la memoria creando confusione.
L’uomo quasi non sa difendersi da questi pensieri che si ripetono e la fanno da padrone, ed indeboliscono la sua volontà.
La persona perde la padronanza di sé e rimane in balia del proprio pensare, ed i pensieri occupano l’intera giornata spegnendo le possibilità che l’uomo avrebbe.
Perché accade questo?
Perché questo uomo, padrone assoluto del pianeta terra, si riduce a dimenticare se stesso?
Cosa lo porta a dimenticare le proprie potenzialità sino ad annullare se medesimo?
Quel “bussa e ti sarà aperto” “chiedi e ti sarà dato” è solitamente interpretato come mezzo per ottenere cose materiali.
Ma tale ottica non è esatta, poiché per godere le cose materiali ci vogliono gli occhi della consapevolezza.
La creazione è un atto d’amore, dimostrato dal fatto che tutto ciò che fa parte del nostro habitat, tutto ciò che ci circonda, è una donazione.
Nessuno ha preteso un compenso.
E’ un dono arrivato dal cielo e destinato all’intera umanità.
L’uomo pensa di possedere questo regalo in termini assoluti!
Gli animali vogliono il loro territorio, ed infatti lo segnano e lo difendono, e fanno intendere che è loro e che nessuno ha il diritto di usurparlo.
L’uomo porta ancora in sé questo senso di proprietà, di possesso, che appartiene al “regno animale”.
E qui si può comprendere l’evoluzione avvenuta specie dopo specie.
Occorre una nuova coscienza affinché sia costituito “il regno dell’uomo umano”, per “l’essere che ama”. Un salto quantico, come si direbbe nella fisica.
L’uomo dimentica che egli stesso è materia.
Considerazione pericolosa, poiché, se si ferma su questa sola constatazione, c’è il pericolo che egli stesso diventi sempre più avido e timoroso di esplorare la sua interiorità.
Aprendo la porta del suo cuore scoprirebbe una realtà ben più concreta della materia stessa, e si stupirebbe di quanto amore, quanta luce rimarrebbe inondata la strada della sua vita.
Auguro a tutti di dirigere lo sguardo verso il proprio cuore.
Buone feste.
Carla Orfano
Il Maestro
Il Maestro divenne leggendario mentre era ancora in vita.
Raccontavano che Dio una volta avesse cercato il suo consiglio.
“Voglio giocare a nascondino con l’umanità. Ho domandato ai miei angeli quale
fosse il posto migliore per nascondersi. Alcuni hanno detto la profondità dell’oceano, altri la vetta della montagna più alta. Altri ancora la faccia nascosta della luna, od una stella lontana. Tu cosa mi
consigli?”
Rispose il Maestro: “Nasconditi nel cuore dell’uomo. E’ l’ultimo posto a cui
penseranno”.