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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 1 anno 14° -
Giugno-Luglio-Agosto-Settembre
2015
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PAGINA 1
"I nostri sogni e desideri cambiano il
mondo"
Karl Popper
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Grazie
"Striscia la Notizia"
nella puntata del 27 febbraio 2015
ho ripercorso il cammino del nostro Tricolore
di Carla Orfano De Rolandis
E' incredibile quanto noi siamo memoria! La memoria contiene il vissuto bello ed il meno bello dell'esistenza.
Sono bastate le telefonate di tanti amici per dirci che avevano visto alla Tv “Striscia la Notizia” e qui ricordavano la nascita del nostro tricolore. Grazie alla nuova tecnologia dei cellulari abbiamo potuto vedere il ripetersi delle scene girate a Castell'Alfero, in provincia di Asti.
Qui è nato Giovanni Battista De Rolandis, che assieme a Luigi Zamboni è stato l'artefice del nostro vessillo. La memoria mi riporta all'Università di Bologna ove la coccarda era stata richiesta dall'allora Rettor Magnifico Fabio Roversi Monaco. (Aveva letto un piccolo libro sul primo tricolore).
Ricordo la presentazione dell'anno accademico 1997. Cadeva il bicentenario della nascita del Tricolore. Nel lontano 1797 il Senato della Repubblica Cispadana, decise di riconoscere in quei tre colori i valori del nuovo Stato. Tutto ciò avvenne a Reggio Emilia.
La profondità del professor Fabio Roversi Monaco e l'orgoglio con cui presentò nell'Aula Magna dell'Università il vero unico “Primo Tricolore”! Si. Era il “Primo Tricolore” nato dall'esperienza vissuta di due giovani che credevano in se stessi. Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis si conobbero proprio nell'università di Bologna. Il loro pensiero si era evoluto e concretizzato proprio lì, ove studiavano. Zamboni seguiva le lezioni di legge, De Rolandis teologia. Il ricordo va alle due grandi lapidi marmoree che ci sono nell' androne dell'Ateneo.
Sono state messe nel ricordo del primo centenario. Una scritta da Giosuè Carducci, l'altra da Olindo Guerrini. Ho pensato che il nostro presidente Matteo Renzi le avrà lette, quando ha inaugurato l'anno accademico 2014-2015. Rammento quanta emozione avevo provato nel 1997 nel leggerle. Noi non sapevamo neppure esistessero. Però avendo il giornale del primo centenario (Il Resto del Carlino) ove si nominano i due giovani a tutta pagina, come gli ideatori del Tricolore, la mia memoria ha associato la cosa: il Carducci aveva presieduto il primo centenario.
Il libro di Giovanni Montersino, storico astigiano del primo novecento, ha fatto entrare nella mia memoria ciò che era sconosciuto. Ciò che non avevo mai studiato a scuola.
Leggendo questo testo è entrato nella mia memoria tanto dolore, tanta sofferenza.
Scrissi a Giovanni Paolo II, oggi santo, chiedendo che la coscienza d'allora si unisse a quella di oggi. C'erano duecento anni di vuoto. Papa Francesco direbbe “di costruire un ponte”. La risposta arrivò. Dal Vaticano ci invitarono a ritirare una busta dalle mani dell'allora Sua Eccellenza il vescovo di Asti Severino Poletto.
Il nostro cuore era aperto. Ciò che è giusto oggi può non esserlo domani.
Il prelato ci disse: “Anche noi abbiamo fatto degli errori.” Ci invitò nella cappella dell'arcivescovado ed abbiamo pregato insieme, come insegna oggi Papa Francesco. Che bel ponte!
Tutto questo scorre nella mia memoria, e mi insegna che la comprensione è un dono dell'uomo umano.
I giovani non devono soffrire. Mai! Avevano vent'anni.
Mi commuovo ogni volta che vedo la nostra bandiera garrire. La memoria mi ricorda il dolore della sua storia. Oggi sventola all'EXPO di Milano sull'albero della vita!
"Il commovente cimelio del primo tricolore, ora si trova esposto nel Museo del Risorgimento Italiano di Torino".
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