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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 1 anno
15° - Marzo 2016
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PAGINA 1
"Chi sta seduto su due sedie, o presto o tardi cade per
terra"
Francois de La Rochefoucauld
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L'uomo vive il pensiero
che possiede
Sono quasi sempre condizionamenti
che si vivono come verità
di Carla Orfano De Rolandis
Osservando il pensiero si comprendono molte cose: atteggiamenti, stati d'animo, il perché di tante azioni, positive o negative; soprattutto lo svolgimento della nostra esistenza su questa terra.
Si parla di guerra in quasi tutto il pianeta, ed in questi giorni anche a casa nostra. Alcuni leader hanno espresso la loro opinione sul da farsi, o consigliando che sarebbe non positivo entrare in guerra. Altri pensano sia indispensabile la nostra compartecipazione. È incredibile quanto l'uomo sia stato peccatore per interesse. Qui diventa basilare il pensiero dell'uomo, e come si sviluppa.
Quando l'uomo si va a confessare in base alle sue malefatte, gli viene detto di pregare: quattro “padrenostro”, due “avemarie” eccetera, e più la persona ne ha combinate, più gli viene consigliato di pregare.
Se sono io che devo pregare, è perché sono io che ho sbagliato, un altro non può pregare al posto mio, dopo la mia confessione, perché non ne sa nulla: quindi sto pregando per me.
Ci sono due modi di pregare: uno è quando si prega con devozione, si sente e si partecipa al dolore per il fatto commesso e si pensa di non ripeterlo mai più perché si comprende la gravità del vissuto. Il secondo modo è quando si prega con abitudine e le parole si ripetono a memoria senza sentirne la profondità, senza partecipazione e neppure vi è comprensione di ciò che si dice. E' chiaro che il risultato è nettamente diverso dal primo citato.
Ma vediamone la differenza sostanziale: nel primo caso quando si prega, non può entrare nessun pensiero diverso dalla preghiera. Vi è solo la presa di coscienza ed un sentire di ricevere la comprensione di leggerezza.
Tutti gli altri pensieri tacciono, e più si prega e più ci si sente alleggeriti. Perché è lungo il tacere dei pensieri negativi: non possono entrare nella memoria.
Mentre l'uomo prega si sente in sintonia con la verità che ogni uomo contiene in sé. È “lui” che sta pregando per se stesso: per non ripetere mai più il male, per incontrare il silenzio.
La preghiera profonda non lascia entrare pensieri brutti: nel silenzio di noi stessi vi è l'incontro. L'uomo che prega il suo credo qualsiasi esso sia, con questa devozione, ottiene la pace dentro di sé. All'interno di ogni essere umano vi è quell'unico Dio creatore. Se tutta l'umanità pregasse per una settimana non ci sarebbe nessuna guerra su questa terra, proprio perché quando l'uomo prega profondamente, nessun brutto pensiero potrebbe entrare e vivere attraverso le sue azioni.
Le onde gravitazionali esistevano anche prima che la scienza le riconoscesse. Tutto il creato è un'onda armoniosa che interagisce sostenendosi a vicenda, ed i brutti pensieri ne disturbano l'armonia. Così è per il nostro corpo. Siamo parte del creato. Come cambia quando siamo sereni, o quando siamo disarmonici.
Perché non si consiglia di pregare per una settimana spiegando cos'è la preghiera? Forse si prega nel secondo modo, cioè con abitudine.
L'abitudine non incontra il silenzio portatore di amore e chiarezza. Piano piano questa terra diverrebbe il “paradiso perduto” ove il pensiero dell'uomo sarebbe privo di brutte abitudini. Sono le abitudini che hanno fatto morire tanti valori e l'uomo deve inventarne di nuovi per incominciare altri cicli di comprensione e ritrovarsi dopo migliaia di anni nello stesso girone.
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