Oggi percorrevamo in macchina la via Frejus per andare a trovare un amico. C’era un bellissimo sole, e si vedevano le montagne, che si stagliavano alte nel cielo, tutte innevate. Uno spettacolo mozzafiato che mi ha dato un senso di purezza e di libertà. Mi ha riportato indietro nel tempo quando da ragazzina andavo in montagna con i miei genitori. E mi ricordo il senso di libertà e di ampiezza che provavo quando ammiravo quello spettacolo dall’alto, prima di scendere giù. Poi gli edifici della via hanno coperto la vista della montagna, e sono ritornata al presente: un signore che attraversava la strada con la mascherina mi ha riportata subito alla situazione che stiamo vivendo ormai da quasi un anno. Un anno dove è successo di tutto e, per me, in più la morte di mio papà. La mia mano si è fermata un attimo. Come se non mi uscisse più nulla. Solo silenzio. Commozione e silenzio. Tante volte ultimamente ho pensato a com’ero allora, ed a come sono adesso. E a come sono stata con lui negli ultimi anni. Ho pensato a quanto ripetere della stessa cosa e a quanto è dura comprendere questo. E il tuo lavoro per aiutarmi a comprendere questo. Ed alla necessità di scossoni a volte per comprendere questo. Altrimenti la sofferenza reiterata sarebbe la tua compagnia di vita, che porteresti a braccetto con te sempre. E ripenso alla frase che abbiamo alla Ego: “Quanto l’essere umano è legato alla propria sofferenza”. E la sofferenza porta altra sofferenza. Se comprendi, puoi interrompere questo terribile circolo vizioso. Grazie Carla per avermi dato e averci aiutato a vivere la famiglia.
Stefania
P A G I N A
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Numero: 1 Anno: 20° Data: 2021.06.01 |
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