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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 3  anno 19° - Dicembre 2020 - Gennaio 2021

    

PAGINA 2

   "Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiar se stesso"    
Lev Tolstoj

paura

La paura la fa da padrona

Ogni volta che sento la mia amica mi riaffiora l’invidia che risale da dentro di me, lentamente, ogni sua frase è uno strisciamento in più di quel serpentello che se ne stava assopito e che poi, lentamente, tira fuori la testa e si svolge lentamente dal suo arrotolamento in cui, apparentemente, si era assopita, maledetta vipera, perché tu schifosa invidia, sei una vipera.
Te ne stai accucciata, arrotolata, con la testa posata sul tuo arrotolamento silente, anzi, proprio silenziosa, ed poi, zacchete, basta una frase e tu tiri su la tua testa e piano piano ti srotoli dal tuo apparente letargo per farmi soffrire, e non sei più silenziosa, anzi si, sei silenziosa, ma dolente, nel senso che mi fai soffrire, ed io non riesco a tenerti a bada, perché tu ti smuovi ed io ti vedo, ti sento, e basta, e capisco ancora meglio il male, il dolore, la sofferenza che l’invidia mi provoca durante la telefonata con la mia amica, ed anche quando la telefonata è finita, e dopo ancora, quando divento più triste, malinconica, infelice, sentendo ancora più forte la mia solitudine, il mio sentirmi sola. 
Lei, la mia amica, ha il marito che nella casa fa tante cose, specialmente ora che siamo tutti costretti a stare a casa e lui si da molto da fare, ora sta costruendo una controsoffittatura, sistema il garage, il giardino, l’aiuta nella spesa, cucina, ed io non ho più nessuno che lo fa per me. 
E poi, lei, la mia amica, ha già comprato tutti i regali di Natale, ed io, a mala pena, mi sto rendendo conto che il Natale si avvicina, quest’anno molto tristemente. 
Ed io non andrò da nessuna parte, neanche da lei, da loro, dalla sua famiglia perché ho molta paura del Covi e perché a Natale si potranno incontrare solo i familiari più stretti, ed io, nonostante vada da loro da più di trent’anni e sono considerata una di famiglia, non sono una parente. E comunque non credo proprio che ci sarei andata, perché la paura del Covid è più forte di tutto ed anche fossero i miei parenti più stretti, credo proprio che rinuncerei ad andarci. 
Però lei, suo marito, sua figlia, suo genero staranno tutti insieme. Ed io me ne starò da sola nella mia casa e per il pranzo di Natale mi preparerò il mio agnello al forno. Mi piacerebbe invitare la mia vicina, anche lei sarà da sola perché il figlio e la nuora sono fuori regione, in un’altra zona rossa, e non potranno spostarsi; invitarla, per ora, è solo un pallido pensiero, perché stare già in due intorno alla tavola mi fa veramente paura. 
Allora mi consolo pensando al mio arrosto di agnello con il mirto e le patate e ai dolcetti che sicuramente mi comprerò. Poi mi guarderò la televisione e mi ascolterò la mia amata musica classica. Da sola. 
Sarà un Natale completamente diverso, strano, anomalo, ma questa è ora la drammatica situazione causata dal Covid, in cui non ci potremo scambiare gli auguri con un abbraccio, non ci potremo riunire intorno ad una tavola imbandita di ogni ben di Dio, non potremo parlarci senza avere addosso la mascherina, in cui dovremo ancora stare tutti distanti, in cui non potremo neppure stringerci le mani e farci gli auguri scambiandoci i baci sulle guance. 
Tutto è negato, tutto è vietato, per la nostra ed altrui sicurezza, perché questo virus invisibile è perfido, pericoloso e noi esseri umani non possiamo più vivere l’umanità dello stare vicino, insieme, ci possiamo solo guardare negli occhi, da lontano, da molto lontano, con occhi tristi e spaventati.

Gianna

 

 

La forza del tuo "centro"

In questo periodo, per me molto concitato, fatto di impegni burocratici, documenti da cercare, preparare, inviare, cose da pagare, tempi da rispettare, commissioni, il tutto reso ancora più complicato dalla situazione che stiamo tutti vivendo, sto osservando il mio “centro”.
Ogni cosa cerca di toglierti dal tuo “centro”. OGNI COSA. Ogni momento, ogni situazione cerca di minare il tuo “centro”.
In questo momento, più che mai, che è fatto di tutto questo, vedo i frutti del lavoro interiore.
Nonostante tutto quello che accade, tu sai che hai una costruzione dentro molto reale che ti fa affrontare tutto in un modo “fermo”, una sostanza, un fulcro, un sostegno che sai che c’è.
Anche nei momenti di sconforto, dove hai dei cedimenti, poi sai che tu ci sei e non sei quello che vedi intorno a te. Vedi che è tutto incasinato, poco chiaro, ingarbugliato, gente confusa che lavora male, senza farlo apposta, o fatto apposta, tutto precario, fatto “alla carlona”, poca serietà, zero rispetto.
Vedendo tutto ciò ne prendi le distanze, preservando il tuo essere e vedi più chiaro di chi invece lì ci sguazza.
Pressi quando c’è da pressare, perché senti che è giusto fare così e poi alla fine i risultati arrivano.
Se molli sei finita.
E osservo che do più ascolto a quegli impatti che mi dicono qualcosa. Li ascolto di più. E poi ho la conferma.
Questo lavoro di costruzione è la sola cosa che ti tiene in piedi.
Grazie Carla!.

Stefania

 

 

Ci vuole l'amore

La paura e l’ignoranza non possono avere sviluppi, non portano conoscenza, non portano a realizzare i desideri. 
Tutto deve venire da fuori allora, ma in realtà non arriva. 
Solo con l’amore tutto questo si concretizza. 
Per questo è necessario fare pulizia nella memoria, eliminare tutte quelle scorie tossiche che alimentano solo l’ignoranza e la paura. 
Ci vuole la forza dell’amore per permettere alla volontà di esprimersi, e per avere fiducia in me. 
Ci vuole l’amore per ricevere rispetto dalle altre persone, perché i miei simili non sono da sterminare e odiare e i riconoscimenti che voglio, passano anche attraverso le loro espressioni. 
Dipende solo da me saper emanare un’energia positiva anziché negativa.

Edoardo

 

 

Riflessioni di Magda

La mia quotidianità interrotta dal virus. 
Le mie belle giornate piene di relazioni e di creatività ridotte al minimo. 
Non pensavo proprio di vivere una guerra ad un nemico invisibile simile.
Non devo dare nulla per scontato. 
La nostra vita non ha nulla di scontato. 
Si può arrestare all’improvviso, così come all’improvviso ci sono i mutamenti esterni. 
Un anno faticoso. Mio fratello, la pandemia, quei due balordi. Le paure derivate da tutto questo.
Questo senso di precarietà che mi accompagna. Solo quando sto con me c’è la stabilità. 
Ma in questo periodo faccio fatica a stare lì. 
E’ più facile che io scappi fuori. Il fuori è pesante, greve, buio.
L’unica lucina è dentro me quando sto con me.



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Il Covid. Pensavo potesse riguardare solo persone lontane da me. E invece ha portato via una mia signora alla quale ero legata. 
Ho da me molte cose sue, lavori iniziati, progetti abbozzati.
Se ne è andata e ha lasciato tutto qua. Da me le cose della pittura e a casa, nella sua bellissima casa, ogni cosa. 
Penso a quanto sono legata alle cose, alle persone, a tutto c’è l’attaccamento. E invece lasciamo proprio tutto. 
Non si sa quando, ma quando succederà, non porteremo via nulla.

Magda

 

 

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