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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 2  anno 19° - Ottobre 2020

PAGINA 2

   "Sono grato a tutte quelle persone che mi hanno detto di no.   
È grazie a loro se sono quel che sono
"    
Albert Einstein

farfalla

I miei sensi osservano la natura

Osservare la natura mi fa stare bene,
in natura tutto è perfetto,
l’evoluzione procede in modo naturale,
la vita scorre così com’è stata creata,
spinta dalla naturale energia.
Il sole tramonta e la farfalla non riceve più il calore sufficiente per muoversi,
si posa su un fiore e lì rimarrà, immobile, per tutta la notte.
La mattina seguente la ritrovo ricoperta da piccole gocce di rugiada,
mi siedo sull’erba umida ed aspettiamo insieme il sorgere del sole.
Il primo raggio di luce arriva ad illuminare il suo minuscolo corpo,
lei ne percepisce il calore, un piccolo fremito, qualche secondo poi le sue ali lentamente si aprono,
un attimo per raccogliere l’energia necessaria e vola via verso una nuova, meravigliosa giornata,
ed io con lei.

Paolo

 

 

Necessario

Perché non riesco a reagire ? 
Sono rimasta talmente stupita dal suo comportamento che dalla mia bocca non è uscita parola, eppure è un amico, possibile che abbia così delle remore ?
Lo posso capire di più con un estraneo! Ma in questo caso ?
Mi è sembrato un gesto così poco educato, che mai mi sarei aspettato da lui.
Quello che avrei voluto dire, anche in modo garbato, mi è risuonato nella testa per un po' di tempo e mi ha tormentato. Temo che questo tipo di situazione mi si possa ripresenterà ancora tante volte con l’allentare delle misure di sicurezza.
Si sono rimasta lontano, ero a casa mia, ma perché non l’ho messa io almeno io la mascherina? Non so! So solo che dentro di me mi è salita la rabbia con me stessa. Perché non sono stata in grado di prendere una posizione e avere una istantanea reazione? Ci penso sempre dopo. Non è la prima volta che mi succede e riguarda sempre una mancanza di rispetto.

Elisabetta

 

 

Come il Tricolore

È una bella giornata di Maggio, sole, aria tiepida e cielo di un azzurro da sogno: sarebbe tutto così perfetto! Un attimo fa ero sul balcone, tra i miei fiori, una delle mie gioie, avendo loro la capacità di trasmettermi una sensazione profonda di “pulito” che mi dà serenità.
Sul balcone tra i miei fiori appunto pensavo alle tre cose che avevo nel cuore in quel momento: la voce di mia figlia, che avevo appena sentito al telefono e che, come sempre, mi aveva trasmesso un po’ del suo amore.
E poi: il mio tricolore! che, ormai da due mesi sventola gagliardo dal mio balcone. 
Lui è lì, sempre in movimento, quasi a far sentire la sua presenza, quasi fosse lui a fare il tifo per noi!
L’altro giorno, invece, pioveva e il cielo era cupo. Da dietro i vetri guardavo il mio tricolore: non era un bell’impatto, giaceva fermo, avvolto su se stesso e ho pensato che in quel momento era la metafora di noi tutti. Somigliava a noi, a come ci sentiamo ora: fermi, bloccati, avvolti in noi stessi, inzuppati di dolore e di paura per ciò che sarà, per una cosa troppo grande e troppo crudele e perciò che dovremo ancora affrontare…… prima che il sole torni a risplendere e a farci tornare liberi di mostrare ancora “i nostri colori”.

4 maggio 2020
 

R. M.

 

 

I miei sensi cosa sono costretti
ad immagazzinare

Ieri ho tagliato due rami di rose dalla pianta che ho sul balcone, pianta che quest’anno è cresciuta più rigogliosa che mai e che ha sviluppato e continua a sviluppare decine di rami pieni di roselline e di boccioli. 
Una sorpresa ed una gioia immensa per i miei occhi, per il mio olfatto e per il mio cuore. Quando ho realizzato che tutte quelle roselline stanno si molto bene sul mio balcone ma io le vedo e le odoro solo quando vado sul balcone, allora ho tagliato due rami e li ho messi in un vaso, in cucina, così posso godere più a lungo della loro bellezza e del loro profumo, che già inonda tutta la mia cucina. Erano anni che non sentivo in casa il profumo delle rose, perché quelle che acquisto dalla fioraia non profumano più da tanto tempo, chissà perché, chissà come le coltivano nei vivai, chissà cosa mettono nella loro terra e chissà con che cosa le inondano. 
Non lo so e non so neppure se avrò una risposta, so solo che da ieri ho nella mia cucina le mie bellissime e profumatissime roselline del mio balcone. E tutto questo è potuto avvenire in me dopo che ho letto il mio scritto dell’altro giorno e le parole di Carla mi hanno fatto prendere coscienza di quanto fossi andata giù, di quanto fossi sommersa dai pensieri di paura causati dalla drammatica situazione che da mesi stiamo vivendo per il diffondersi, velocissimo, del coronavirus, dalla paura di uscire di casa se non e solo per le necessità urgenti, tutta bardata di mascherina, e, nel rispetto sacro delle distanze di sicurezza dagli altri esseri umani, stare in fila indiana, come tutti, davanti ai negozi e davanti alle farmacie. La paura si era totalmente impadronita di me, senza che io fossi cosciente della sua potenza oppressiva. Ma mano a mano che sentivo le parole di Carla e prendevo coscienza di quanto fossi andata giù, mi sono vista, all’improvviso, come una nuotatrice che non muoveva più le gambe e le braccia paralizzate dalla paura e che si era rassegnata a non nuotare più per andare avanti, rischiando l’annegamento, da incosciente. 
Ecco, ascoltando le parole di Carla ho come sentito le mie braccia che cominciavano a muoversi e le gambe pure, lentamente, ma riprendevano il loro movimento da nuotatrice, liberandosi lentamente dalle catene dei pensieri di paura che ne avevano bloccato ogni movimento, ogni spinta in avanti, verso la salvezza dal sicuro annegamento. Grazie Carla, grazie alle tue parole ho potuto riprendere a nuotare, lentamente. E solo così, con questo nuovo stato d’animo, ho potuto ieri osservare con attenzione e con amore la rigogliosa pianta di rose del mio balcone e reciderne due rami per goderne appieno la loro bellezza ed il loro profumo nella mia casa, nella mia cucina, in ogni momento della giornata. E ringrazio che ho gli occhi e l’olfatto che vedono e che sentono, di cui non mi rendevo più conto, né di loro né di me stessa. 

(5 maggio 2020) 

Gianna

 

 

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