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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 1 - anno 12° - Marzo
2013
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PAGINA 5
"L'adulazione è una moneta falsa emessa dalla
'Banca della Vanità' "
François de La Rochefoucauld
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ARTE & CULTURA
Magda Casetta
un talento meraviglioso
Magda Casetta lavora e vive a Torino.
È nata in una ridente e silenziosa frazione di Montà d'Alba, luogo bucolico circondato dalle colline rigogliose di vigneti.
È qui che prendono sapore i più preziosi vini piemontesi: barolo, nebbiolo, barbaresco….
Magda è una persona che ama il silenzio e l'armonia: il troppo frastuono della città la disturba. Per questo motivo, appena può, si rifugia nella casa delle sue radici, circondata dal verde di quelle terre bagnate dal Tanaro dove lo sguardo spazia sulla campagna coltivata con amore.
Conoscendola, ritengo che sia la sua anima più esclusiva a proiettare le forme che ella sa cogliere e modellare.
I colori, con le sue pennellate, prendono luce ed armoniosamente fanno concretizzare il suo sentire in ogni completezza. I suoi dipinti danno anima alla ceramica: vogliono essere toccati, quasi la mano potesse sentire l'armonia che il dipinto emana: dolcezza, amore, serenità, simpatia.
E' con gioia che racconto di Magda Casetta, perché è una delle tante persone che frequentando la nostra Associazione di filosofia Ego, hanno cambiato la loro vita. Lei confessa agli amici: "Se non avessi fatto una ricerca di me, in me stessa, oggi non
dipingerei".
Ed è proprio attraverso la sua tenace costanza, nel cercare il senso della vita, che ha scoperto le qualità che ogni essere possiede in sé. Il suo non arrendersi di fronte alle incertezze, le ha indicato la via per mezzo della quale ogni ostacolo si può superare. Diventare sicuri. Prendere coscienza di ciò che non sappiamo di essere e di avere. E' chiaro che tutto si acquista andando all'interno di noi, incontrando i nostri "voleri", conoscerli, per poi saper rimanere anche nel silenzio.
Magda Casetta ha compreso questo! Il silenzio è pace, ed è il punto da cui sgorga la creatività di ogni essere umano. Infatti Magda taglia corto quando sente lo spreco di parole, discorsi inutili che creano disorientamento e che sono fini a se stessi, ed impediscono all’approdo di un buon risultato. Quanti di questi cicalecci si sentono oggi, improduttivi e privi di concretezza; fanno deviare le creatività positive.
È il dramma del troppo parlare a vanvera.
Magda cerca di infondere con amore e costanza a tutte le sue allieve ciò che lei con perseveranza ha compreso. E si vede: perché se lei è "super", lo stanno diventando anche tutte le sue alunne, conservando intatta la singola personalità.
La mostra di "Ceramografia", annualmente organizzata dal Comune di Torino, con lodevole sensibilità per l'arte e la cultura, quest'anno ha ottenuto un grande successo, sia per la qualità delle opere esposte che per i riconoscimenti espressi dal numeroso pubblico che ha visitato la rassegna tenuta presso il Circolo Ricreativo Dipendenti Comunali della città, in corso Sicilia 12.
Carla
Hanno esposto:
Primo corso
Santina Aureliano
Liliana Beltramo
Maria Bergadano
Maria Branzini
Alessandra Gallarato
Laura Gallina
Mina Geloso
Grazia La manna
Liviana Lampis
Carmela Luppino
Mariuccia Martelli
Raffaella Nieddu
Valeria Oliva
Anna Sileno
Carla Usai
Maria Teresa Gennaro
Secondo corso
Claudia Aime
Chiara Arduino
Silvana Baravalle
Maria Buvet
Michela Buvet
Adriana Cilea
Vilma Costa
Antonina Cravero
Beatrice Dellaferrera
Barbara Enei
Patrizia Giannazzo
Liliana Gozzelino
Anna Grosso
Daniela Matera
Marisa Morra
Giovanna Racca
Angioletta Russo Montiferrari
Veronica Siani
Roberta Villa
LIBRI
Favola nera
di Andrea Monticone e Rocco Ballacchino
Quello di Andrea Monticone e Rocco Ballacchino è un "imperdibile" per gli appassionati del "giallo" classico, alla George Simenon per intenderci od alla Edgard Wallace. Si inizia e si rimane incollati sino all'ultima pagina, avvinti da una narrazione sbrigativa, simpatica, calzante con quella Torino che qui è descritta avvolta di neve, in una di quelle notti dove i portici sono deserti, e le vie graffiate da squarci di luce: chiasmi di bagliori sulle mansarde oscurate di stile parigino.
Marta Godino è scomparsa a pochi giorni dal Natale. Lascia sul telefonino un allarmante messaggio che si può leggere in mille modi. Marta è una giornalista, una freelance, ossia una di quelle tante pubbliciste senza contratto, che prende una manciata di euro quando porta in redazione una storia da scoop. In quella notte da lupi, con la Fontana Angelica zittita dal ghiaccio, e piazza San Carlo deserta, su di lei cala improvvisamente il silenzio: non la vedono al giornale, non la sentono gli amici.
Gli inquirenti accertano che conduceva una vita appartata. Parlava poco. Camminava decisa, a testa bassa, quasi affannata. I vicini di casa la descrivono molto riservata, una che bada ai fatti suoi e null'altro. I due investigatori che si occupano del caso sono decisi a far luce sull'episodio. Bussano domandano, attaccano bottone nel bar che frequentava, dalla pettinatrice, e raccolgono alcune indiscrezioni dalle quali emergono risvolti inimmaginabili. Vengono a sapere che la riservata ragazza di poche parole, aveva una passione per il burlesque. Con chi? Perché? E la pista porta i due detective a scoprire che Marta se la intendeva con un inquietante amante, già coinvolto nella sparizione di un’altra giovane donna. La giornalista aveva raccolto qualcosa di scottante su quel tizio? Tutto lo lascia supporre perché nella cameretta della ragazza viene trovato un manoscritto dal contenuto sconcertante, un testo il cui scopo sembrava essere un'autentica denuncia su raccapriccianti fatti di sangue avvenuti all'ombra della Mole. Un racconto di fantasia, od un reportage giornalistico su una storia che doveva rimanere celata?
Che cosa era venuta a sapere? Da chi? Quando? E quali testimonianze aveva raccolto per “svelare" il volto e la vera responsabilità del criminale?
Per chi abita a Torino "Favola nera" ha un valore aggiunto piacevole: gli autori, oltre alla trama mozzafiato, offrono simpatiche descrizioni dei quartieri noti del centro, o poco noti della periferia. Con poche parole descrivono piazze, strade, scheletri di palazzi in una Torino non più protagonista del miracolo economico italiano, ma paralizzata dalla crisi , gelida come quella nevicata che avvolgeva ogni cosa, in un complice silenzio. Gli ingredienti ci sono tutti. Non anticipiamo il finale. Scopriranno i lettori se in quella furiosa nevicata, il brivido maggiore sarà quello del gelo od il grido soffocato dell'ennesima vittima del "mostro".
I.D.R.
Il dizionario piemontese
Il piemontese è una lingua. Nel 1700 si studiava a scuola al pari del latino del greco e del francese. Cavour, Brofferio, lo stesso Carlo Alberto discutevano e stilavano decreti in piemontese.
In seguito ai processi di immigrazione in alcune zone della regione, è oggi in fase di estinzione.
Nei piccoli paesi invece si è verificato un fenomeno opposto: avendo a che fare con un lavoro artigianale, di conseguenza assai vicino al "datore di lavoro", l'immigrato ha assorbito il dialetto che parla meglio dell'italiano.
E' difficile ipotizzare la morte o la sopravvivenza di questa parlata derivata dalla lingua d'oc francese attorno al 1400.
Bisogna aggiungere poi che molti vocaboli variano di significato di paese in paese, come se alcuni termini fossero esclusiva e segreto codice inaccessibile ai non nativi del posto.
Luciano Ravizza, poeta e scrittore di Castell'Alfero, ha voluto salvare l'astigiano, la più antica versione del piemontese, consolidato nel 1385 quando Valentina Visconti sposando Luigi d'Orleans , portò la città di Asti in dote al fratello del Re di Francia.
Ravizza ha raccolto termini, verbi, vocaboli anche dissueti. Scavando tra gli anziani, intervistando i contadini di frazioni abbarbicate sulle gibbose colline al di qua ed al di là del Tanaro. Edito da "Espansione Grafica" , elegante e nella copertina e nella carta, ne è nato un testo attraente e prezioso. Non solo un "dizionario" facile da consultare, ma anche un utile strumento di analisi etimologica.
I.D.R.
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