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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 3  anno 16° - Giugno 2017

PAGINA 3

   "Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi,   
ma mai nessuna di esse potrà porne uno"    

Albert Einstein

La vita a colori
12 aprile 2017

Quanto tempo per capire quanto male fai quando ignori. Tanto quanto è spessa la tua ignoranza.
Non te ne rendi conto, certo, perché non vedi al di là del tuo naso.
Sei monotematica, sei monocolore, non c’è una luce di contrasto. Non c’è uno spiffero che cambia l’aria. Respiri la stessa per anni. Aria viziata. Aria pesante. E vivi lì dentro. Nella tua bolla preconfezionata. Con i tuoi pregiudizi, i tuoi preconcetti. Non c’è appello. Non c’è termine di paragone. È per questo che ti senti sola. Perché sei sganciata dal mondo. Ma dal mondo com’è in realtà, non come lo vedi tu.
È questo che ti incastra, che ti chiude, che non ti permette di camminare libera nei prati verdi, che non ti fa vedere i fiorellini, che non ti fa vedere i colori, sentire i profumi, toccare le foglie e sentire il vento che ti accarezza.
Come vivere in un tubo con le foto del mondo sulle pareti. Ma sono solo foto. E per lo più piatte, non tridimensionali come nella realtà. Tu non sei lì, vedi solo le foto. I tuoi occhi si fermano lì e non vanno oltre. Non ricevi, non puoi perché non conosci quello che c’è fuori.
L’esperienza del vivere oltre a tutto questo. È calore. È energia. È una fioritura. Come annaffiare i fiori, il tuo essere prende vita. Sei nella vita e scopri man mano quanto è grande tutto questo.

Stefania Pomi

 

 

La quantità di luce

Sono le tue azioni che fanno la quantità di luce,
le mie azioni che danno luce, illuminano o danno
il buio. Quando non vedi, in effetti, non c’è luce,
la via diventa scura, gli orizzonti si allontanano. 
Spesso, incoscientemente passi tanti anni in 
una non luce, passi il tempo del non vedere,
nel non compiere per te, per la luce.
La luce illumina tutto, e come in quei giorni 
che c’è quella luce unica, irripetibile, lì vedi
lo scopo della vita, la luce, la luce vera.
La combinazione luminosa che irrora tutto
che ti dà misura, altezza, pace, che ti fa amare 
ogni cosa. In pochi momenti ed in rari momenti
attraversi questa luce, questi momenti, questa
fortuna conquista di vedere e di essere irrorato 
di luce propria, di libertà dall’avere, di essere, 
di capire e stare con il tutto facendo viaggi 
in ogni dove, sentendo ogni cosa.
Lì attraversi la vita
la morte, il prima, il dopo, il presente, 
l’assenza, il dolore, la comunicazione impossibile,
l’attesa, la crescita, l’evoluzione.
Lì, passo dopo passo arrivi a vedere la luce
il giorno perfetto della luce perfetta
dove tutto è immobile
tutto irrorato dalla luce giusta
tutto visibile
tutto vero 
gli inganni
le memorie ripetute
il tuo essere in vita
la tua vita
i tuoi prossimi passi
la luce propria
lì, la luce.

Nicolas

 

 

L'eredità del dolore
L'aridità del dolore

Un’espansione, una via di luce,
la dimora dei cinque cerchi
la dimora delle cinque luci.
Il veicolo del dolore posizionato
nella memoria.
Una condizione salata di sé stessi,
un’espulsione dalla mente, un tarlo...
deve essere questo il tumore, 
il tumore che si conclama 
in tanti corpi,
in tanti uomini.
Il dolore posizionato nella memoria
passata, vissuta su sé stessi.
L’eredità del dolore che poi diventa
aridità del dolore, una vita che può
trascorrere sospesi in uno stato
di semi incoscienza, apparentemente
svegli ma vittima e stato della memoria.
Un’eredità che viene stemperata solo
dalla conoscenza di sé stessi,
dal mettere in moto la parte sana di sé
non intaccata e non ostaggio della 
memoria. Un’eredità cosparsa,
disseminata ovunque senza possibilità
di stare sopra questo stato sé non vedi 
questo strato, questi strati.
Un’eredità non voluta ma creata dalle
tue stesse azioni, un dolore costruito,
una fame di verità e di amore non 
conosciuto ma profondamente
instaurata in noi.
In realtà la vita
Il respiro
Il matrimonio
Il riconosciuto,
in realtà la parola eredità essendo
passato e spesso dolore, è un luogo
dove stai a dipanare e ridipingere 
il passato, in realtà, l’eredità del dolore.

Nicolas

 

 

Vivere nell'abitudine

Abitudine.
Non sapere dove sei.
Non sapere cosa stai facendo.
Non osservare.
Non osservarsi.
Tutto và.
Tutto scorre e va posseduto dalla forza d’inerzia.
Tutto ciò che vivi è annullato dall’abitudine, non cogli i momenti, non osservi.
Durante il giorno tutto va, va avanti così e tu dove sei? Io dove sono?
Riempio un’intera giornata di movimenti, di azioni, di pensieri ma non sono cosciente, vivo con abitudine. 
Quando mi fermo a pensare e prendo coscienza è come se mi risvegliassi da uno stato di torpore ed è solo allora che so veramente chi sono e dove sono. Mi riconosco e mi incontro.

Ida

 


un singolare ponteggio tricolore in una via del centro di Torino

 

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