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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
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Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
N° 2 anno
18° - Luglio
2019
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PAGINA 8
"Se non posso fare grandi cose, posso fare piccole cose in un modo
fantastico"
Martin Luther King Jr.
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Aiutati che il
ciel t'aiuta
“Aiutati che il ciel t’aiuta”.
Parole sentite chissà da quanto tempo! Ma lasciate andare ogni volta, con abitudine, lasciate andare o ripetute, come cantilena, senza soffermarmi sul significato e sul messaggio che contengono.
Ci sto riflettendo e vedo che, se ho bisogno, mi viene naturale “uscire da me”, da ciò che ho dentro. Uscire per chiedere aiuto. E l’aiuto mi deve arrivare da fuori, dagli altri.
L’altro mi DEVE aiutare: genitori, amici…, istituzioni, ci devono aiutare.
Ma mi soffermo su di me, è meglio, perché sono un esempio tra questi che hanno sempre chiesto agli altri: io nello specifico a mia madre. Sono stata “sfortunata”, lo dico con ironia a distanza di tanti anni, perché mia madre ha sempre risolto tutti i miei problemi, senza farmi muovere un dito.
Sì, mi ha sempre aiutato perché era una donna in gamba, attiva e capace. Rimasta vedova giovane, con me piccina da crescere, si è tirata su le maniche, ha sempre lavorato sodo per non farmi mancare niente.
Cosciente delle sue responsabilità, ha fatto tanto e non ricordo abbia mai chiesto l’aiuto di nessuno.
Ora mi rendo conto di aver invidiato molto la sua forza, il suo coraggio e la sua capacità di non arrendersi di fronte alle difficoltà.
Io ero l’esatto contrario: autostima zero, pigra, rinunciataria, poco amante dello studio. Non credo di averle mai dato molte soddisfazioni.
La sua severità e la mia mancanza di comprensione per i motivi di questa sua severità hanno reso il nostro rapporto molto conflittuale. Solo questo lavoro di ricerca interiore attraverso la filosofia ha compiuto il miracolo: negli ultimi anni della sua malattia le ho detto tutto ciò che non avevo compreso di lei e ci siamo scoperte l’un l’altra, con quel sentimento sincero che non avevamo mai potuto esprimere.
Mi diceva che gli ultimi anni erano stati i più belli della sua vita. Non so perché mi sia uscito tutto questo, ce l’ho dentro come una cosa bella che mi accompagna.
Ecco, io da lei ho avuto tutto, ma questo mi ha portata ad aspettarmi sempre tutto da lei.
E quindi dagli altri, abituandomi al non fare. È terribile questo condizionamento che ho costruito ed alimentato. Ne ho fatto uno stile di vita e la mia bambina non è cresciuta con un buon esempio.
Io conoscevo di me solo questo e l’ho sempre vissuto con abitudine. Perciò quando sento dire “aiutati che il ciel t’aiuta” ora mi soffermo sulla prima parola. Mi sono sempre persa quanto è bello darmi da fare per me stessa, per cercare di risolvere i miei problemi, provare a me stessa che ce la posso fare, che ce la voglio fare, che non sono incapace come ho sempre pensato di essere, che il primo aiuto lo devo chiedere a me. Perché mentre lo sto chiedendo a me c’è un cielo che mi ascolta dentro di me. Lo dico perché sono testimone di ciò che provo: “aiutati che il ciel t’aiuta”, datti da fare.
Bussa dentro di te e prima o poi… ti sarà aperto.
R. M.
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