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Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis - 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di Torino n° 5671 del 13/02/2003

N° 1  anno 18° - Maggio 2019

PAGINA 6

   "Se sapessi spiegare me stesso con le parole non avrei bisogno di fare film"    
Lars von Trier

bagagli

Il mio esempio

Vedere sempre meglio il mio bagaglio. La convivenza con ciò che è parte di te al punto da non distinguere nulla.
Non c’era un me, ma un tutt’uno con quello.
Comprendo sempre meglio questo portarsi dietro questo bagaglio pesante, che ti condiziona in tutto, ti fa pensare in quell’unico modo, ti fa agire in quell’unico modo e ti fa non-essere in quell’unico modo. E ognuno ha il suo “modello unico”.
Così vicino da essere un tutt’uno con te.
Una convivenza forzata. Vedo meglio questo. Vedo meglio il bagaglio. Lo vedo più distante da prima, che per me era così grande da non percepirne neppure il contorno.
Una nube enorme senza nessuna luce filtrante.
Così vedo adesso come lo sentivo prima, senza nessuna consapevolezza.
Vedo meglio me e ciò che portavo in sella.
Quanto tempo, quanta memoria fatta di questo. Senza avere occhi per questo.
Ottica forzata. Non vedevi altro.
Ma il vedere altro la ridimensiona.
Gradualmente ti liberi dalle sue grinfie, dai suoi artigli, perché sei più distante da questo.
Non più così addosso da non vederne neppure la forma, né le fattezze, né i colori.
Tu non sei più solo quello. Sei tu che stai vedendo quello. Quello che per te prima era una legge inconfutabile, che avresti portato avanti in eterno. Senza alcuno scampo.
Porti il tuo vissuto come esempio nella vita. Un pre-giudizio che ti convince che è solo così.
E sei assolutamente certa che sia così e basta.
Vivi in base a quello. Senza comprendere. 
E come puoi vedere quello degli altri se non comprendi il tuo? Impossibile. Perché il tuo è giusto, quello di un altro, essendo diverso dal tuo, non è giusto. Per te, naturalmente.
Mi viene da sorridere mentre scrivo, perché è proprio così. Ma vediamo sempre fuori. Senza occhi per noi.
Mai occhi per noi. Più la nostra “legge inconfutabile” è instillata in modo granitico e più siamo lontani dalla vita.
Sto osservando questo, perché sto vedendo quanto tempo ho passato così lontana per la mia chiusura, cioè il mio esempio.

Stefania Pomi

 

 

Fermata

Un'altra fermata obbligatoria, questa volta il mio braccio destro si è fermato, una caduta accidentale e la frattura è arrivata.
Sono stata disattenta? può darsi
Ero di corsa?    Sì
Quante cose avevo in testa?    Tante
Quante cose volevo fare in poco tempo?    Troppe
Ecco la fermata è obbligatoria.
Riguardo il tutto e vedo che è meglio che sia dentro ad ogni cosa che faccio e in quelle che posso fare, lasciare e rinunciare a quelle meno necessarie e che coinvolgono quasi sempre altri e non me.
Nonostante tutto ho compreso a quanto è importante l'autonomia; (tutto si può fare usando l'intelligenza, la nostra creatività e a non abbandonarsi al dire non posso farlo).
Sono altresì fortunata perché mancina e ho usufruito quasi totalmente della mia mobilità.
La mia casa, il mio corpo è il tempio della mia anima, devo veramente averne cura perché nessuno in eterno ti dedicherà il suo tempo, la sua pazienza o la sua comprensione, la vita di oggi ti fa credere di essere un robot dove compri i pezzi di ricambio e tutto torna come prima, ma la mia frattura è un fermo anche per tutte le cose che nel tempo si sono rotte sia fuori che dentro di me si rinsaldano con l'arte della pazienza ma nulla torna come prima.
Il mio totale cambiamento è iniziato.
 

Gene

 

 

Amore

La parola amore è oramai usata in maniera smisurata.
Amore, Amore, bisognerebbe altresì misurare la parola ogni qualvolta la utilizziamo, dovrebbe uscire unicamente dal nostro cuore, deve essere un'esplosione che esce da dentro di noi rivolta ad atri o semplicemente guardare con rispetto le meraviglie che la natura ci regala e pensare che è Amore, non solo farla uscire dalla nostra bocca senza un motivo.
Essere cosciente che dire Amore è una parola importante non va semplificata ad uso comune. 
La parola Amore è tutta vita, armonia, e gioia che può solo nascere da dentro di noi e non enfatizzata a gesti.

Gene

 

 

Iniziare

A volte i pensieri sono tanti e complessi mi sento circondato, devo sempre rincorrere qualcosa. 
Devo avere la lucidità per captare l’energia che ho dentro. Devo in qualche modo filtrare i miei pensieri e tenere quello che mi da molta energia. 
A volte penso di essere in una centrifuga come una lavatrice. 
Ma penso anche che devo dividere, pensare alle mie priorità e poi agire di conseguenza, a volte devo agire con fermezza ed altre volte devo lasciar perdere. 
È arrivato il momento di fare chiarezza dentro di me. 
A volte non agisco con lucidità, ma come se avessi un freno a mano tirato teso, senza alcun motivo. 
Come se la mente sia annebbiata da tanti pensieri messi insieme senza ordine e chiarezza.
Sento in me che devo fare e pensare le cose, una alla volta. Devono sparire tutti i pensieri negativi perché sono solo pensieri e basta. 
Sento che devo dilazionare, differire. Pezzettino di puzzle uno alla volta.

Stefano

 

 

La coscienza inizia a vedere

Pensieri astratti, momenti di lucidità e non confusione totale o parziale con il pensiero negativo mi arriva anche la paura e la non conclusione, elementi diversi che ti portano a non creare non fare niente. 
È un pensiero che diventa tale, dall’abitudine della quotidianità, della consuetudine. 
Arrivano anche i momenti di lucidità e chiarezza e quando accadono fanno sparire, la paura di non fare. 
Per ora durano poco ma diventa chiaro tutto, almeno quello che devo fare e, ciò che era l’abitudine, diventa una nuova scoperta, cioè non ragioni più come prima. 
Non fai le stesse cose ma con un peso diverso e più presente. A se stessi. 

Stefano

 

 

 

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