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Periodico di Informazione Culturale e di Ricerca Filosofica
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Reano, 1 bis
- 10147 Torino - Tel e fax 011 3853793
Direttore Responsabile: Carla Orfano - Autorizzazione Tribunale di
Torino n° 5671 del 13/02/2003 |
NUMERO 5-6-7 - anno
2° - Maggio-Giugno-Luglio 2004
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PAGINA 1
"È un vero uomo
chi vive secondo i dettami dell’anima e se ascolta i consigli"
Sallustio
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Il mito di Omero non stanca mai
La leggendaria storia di Troia diventa nello spettatore proiezione delle sue
aspirazioni
Anche Ulisse identifica un aspetto dell'animo
I confini della realtà e dell'immaginazione
Là dove le energie dell'uomo prendono forma
Trionfa sugli schermi "Troy" la moderna interpretazione cinematografica dell'Iliade di Omero. Viene da chiedersi come mai in mezzo a tanti film e, romanzi, tenga ancora mercato una rievocazione che era già di moda duemila anni fa, presso i greci ed i romani, e poi nel Medioevo ed ancora nel Rinascimento per approdare integra quando eravamo ragazzini. Ci domandiamo stupefatti perché le vicende fantastiche della guerra di Troia continuino a mantenere questa straordinaria attualità, da allora quando si combatteva con sassi ed arco, ad oggi quando elettronica ed aerei a reazione hanno soppiantato triremi e giavellotti. La vicenda cattura il pubblico con la stessa trama avvincente riproposta sempre con il medesimo cliché, dimostrando di essere sempre moderna, dichiarando apertamente di appartenere al mondo dei miti.
La radice di tanto successo è da ricercare qui.
Chi non si è sentito partecipe, vivendo a fianco del leggendario Achille? Oppure dell'astuto Ulisse, dell'intrepido Ettore?
Chi non ha sognato di impugnare lo scudo forgiato da Atena? Chi non ha sentito nel culmine di un temporale il tuono minaccioso di Giove intento a scagliare saette dai margini dell'Olimpo? Priamo, Menelao, Agamennone, Diomede… sono personaggi che non si arrendono mai di fronte al nemico, sempre pronti ad esprimere coraggio, forza ed intelligenza.
Fanno vivere l'equilibrio tra il bene ed il male, perché dimostrano di saper stare in mezzo, gestire il buon senso, dimostrare magnanimità, utilizzare la forza come strumento per un' intelligenza vincente.
Viene da domandarsi allora per quale motivo, nel generale rinnovamento degli usi e dei costumi e con l'accantonamento di passate simbologie, certi messaggi persistono nel tempo, mentre altri sono soggetti a continui cambiamenti, adagiandosi nei cassetti insieme alle cianfrusaglie del passato in malo modo e con confusione. La spiegazione la si trova considerando il pensiero dell'uomo, da sempre in cerca di una sua singola autoaffermazione. E' un travaglio complesso che va esaminato con attenzione: all'inizio l'idea non è ancora matura, manca ancora di una specifica chiarezza. Ora, occorre sottolineare che ciò che è destinato ad essere duraturo nel tempo, anche se soggetto a cambiamenti, contiene una verità. Infatti soltanto una verità nella sua metamorfosi, mantiene inalterato il valore.
Andiamo alla radice del problema.
Qualsiasi individuo , durante la propria esistenza, sente nascere in sé determinate esigenze. Queste vengono dapprima manifestate col pensiero: possono essere forze di dolore, forze di volontà forze di grande potenza o di trasformazione, od anche forze negative, di cattiveria.
Questo modo di pensare è ancora a livello di sensazione. Sono energie che l'uomo avverte, ma che non hanno ancora una forma.
L'uomo non riesce a riflettere in forma astratta: nei meandri del pensiero vi è un livello dove le estrazioni prendono coscienza.
Proviamo a chiudere gli occhi e pensiamo al nulla: in questo "nulla" ci mettiamo sempre qualcosa. Anche nell'astratto tendiamo a pensare con un certo criterio di ordine, di forme. E' da qui che nascono i simboli ed i miti.
Ecco come le forze del pensiero, accennato prima, vengono manifestate nella forma. La forza della potenza, ad esempio, in quale modo pur venire raffigurata meglio se non nel mitico Nettuno? La forza di volontà nella tenacia di Ulisse? La forza di trasformazione, nella maga Circe? Chi osa dunque dire che la mitologia è pura fantasia?
Sono forze reali che l'uomo percepisce, e per dare una spiegazione logica le trasfigura in allegorie. Fanno parte di quelle verità che rimangono fondamentalmente inalterate nei tempi, anche se soggette a cambiamenti di costume e di cultura.
Enea rimarrà sempre un personaggio alla ricerca di una terra per il proprio popolo, in contrapposizione al bellissimo Paride il quale sarà per sempre un incallito romantico innamorato, pronto a sacrificare dieci anni di guerra ed "infiniti lutti" per il proprio orgoglio.
L'archelogo Sclieman che ha scoperto Troia sulla costa turca, ritiene che la guerra cantata da Omero nella sua Iliade 800 anni prima di Cristo, sia stata combattuta 1500 anni a.C. Raccontano che Omero fosse cieco. Forse non è mai esistito, come Shakespeare. Sta di fatto che chi ha scritto l'Iliade ha trasmesso la verità del giusto, il valore di chi combatte, aiuta e difende chi si trova in difficoltà. Il suo messaggio sarà quindi sempre attuale, in quanto l'essere umano è in continua ricerca di valori duraturi. Oggi l'uomo è in gradi di comprendere che il "mito" matura all'interno di se stesso e, questo film fa capire che l'uomo può svegliarsi e riconoscere la sua infinita capacità di "ritirare" il mito per incontrare se stesso, senza ombre.
Carla Orfano
Hanno
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